Voto ai fuori sede: cosa c’è di nuovo
Il voto per gli studenti fuori sede è uno dei temi più discussi quando si tratta di diritti per gli studenti. E tuttavia, uno dei meno considerati.
Gli studenti “fuori sede” sono quella categoria di studenti che hanno deciso di andare via dalla propria area di residenza (solitamente dalla propria regione) per studiare.
Molti di loro hanno cambiato il proprio domicilio che, si ricorda, non necessita nessun tipo di procedura burocratica, ma solo una dichiarazione scritta da chi la richiede.
La legge italiana dice che, per esercitare il proprio diritto di voto, è necessario tornare alla propria residenza.
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Gli studenti che studiano al di fuori della propria area di residenza sono circa il 27,4% di tutti gli studenti universitari d’Italia, secondo l’indagine effettuata dall’Osservatorio Talents Venture, nel 2019.
Quasi un terzo di tutta la popolazione studentesca trova quindi problematico esercitare il diritto al voto.
La questione sorge non tanto per l’impossibilità di trovare il tempo necessario al viaggio e al voto, ma perché si parla di costi non indifferenti, soprattutto per questa categoria di cittadini.
Fin’ora, molte proposte sono state fatte, ma nessuna è stata portata avanti: la situazione permane, con tutte le difficoltà che essa può creare.
Ve ne avevamo già parlato l’anno scorso, in quest’articolo.
Tuttavia, il tema è tornato alla luce per la recente proposta di legge (n. 3007), nella quale si chiede di abilitare anche i domiciliati temporaneamente fuori regione all’esercizio del diritto di voto nelle elezioni regionali e comunali.
È certo che, anche a causa dell’emergenza Covid19, le necessità di spostarsi ha assunto una connotazione differente.
Ancora una volta, non resta che attendere che vengano definite delle nuove linee guida, per una problematica non sottovalutabile, che necessita di essere portata ad una risoluzione.