“Voglio solo tornare a studiare #freepatrick”

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Udu e l’Università di Verona chiedono giustizia per Zaki con un incontro svoltosi ieri sera al Polo Zanotto.

L’incontro a sostegno di Patrick Zaki, lo studente egiziano accusato dal proprio Governo di propaganda sovversiva e diffusione di notizie false, ha visto come ospiti lo scrittore Marco Vassalotti e la docente dell’Università di Verona Emanuela Gamberoni. La serata è stata organizzata da Udu-Verona e presentata dal rappresentante Stefano Ambrosini

Zaki, studente di sociologia, ha focalizzato i suoi studi sulle questioni di genere e sui movimenti LGBTQ+. Nel febbraio del 2020 è stato incarcerato in Egitto, quando è tornato nel suo Paese natale durante una pausa dagli studi dell’Università di Bologna. Da quel momento, il trentenne è rinchiuso nel carcere di Tora, mentre si avvicina la data della terza udienza, quella decisiva, fissata per il 7 dicembre di quest’anno. Durante questo lungo periodo di custodia cautelare, Patrick Zaki sostiene di essere stato torturato. Un modus operandi che pare essere del tutto consolidato, nonostante si tratti di pratiche che vanno contro i diritti umani.

La copertina del libro, edita da People, 2021

Il Governo Italiano, conscio di quanto accaduto al ricercatore italiano Giulio Regeni nel 2016, segue le udienze al Cairo, senza però effettivamente riuscire a influenzare le decisioni della corte egiziana. 

«Esiste un timore nello sfidare l’Egitto sul tema dei diritti umani», dice Marco Vassalotti, autore del libro “Voglio solo tornare a studiare #freepatrick”, sottolineando la poca attenzione alla vicenda da parte delle istituzioni italiane.

«Ci sono interessi geopolitici che non sono da sottovalutare», afferma la docente Gamberoni, «come ad esempio il fatto che l’Egitto è in una posizione strategica, legante tra Africa e Asia, e molto vicino all’Europa». 

Tanti gli atenei italiani che in questi mesi hanno dimostrato solidarietà allo studioso egiziano, attraverso manifestazioni e incontri, anche se frenati dalla pandemia. «L’università di Verona collabora con reti che promuovono la pace e il sostegno degli studiosi a rischio, in tutto il mondo», aggiunge la professoressa Gamberoni. 

All’ingresso del Polo Zanotto, gli schermi con la foto di Patrick Zaki (Foto: Daily Verona Network)

Cosa si può fare per sostenere la causa?

«Informare è l’obiettivo che ci siamo posti. Il libro che abbiamo scritto raccoglie tutte le informazioni ottenute durante questi mesi. Più persone sanno, più è possibile far sentire la voce dell’opinione pubblica», afferma lo scrittore Marco Vassalotti.

«Udu ha proposto e ottenuto, negli schermi dell’Università, la proiezione di un orologio che segna il tempo passato dalla cattura di Patrick«, ricorda Stefano Ambrosini, «Un modo per ricordare e far conoscere la sua storia, per far capire che esiste un mondo esterno in cui studiare ed essere liberi può significare andare incontro a un destino ingiusto».

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