Virginia Perbellini: dall’Univr a X Factor
Intervista alla neolaureata dell’ateneo di Verona, pronta ai nuovi progetti
dopo l’esperienza su un palco “magico”
di Zhaklina Korreshi e Giorgia Turchetto. Foto di Carla Raso
Non sempre il nostro futuro viene deciso nel momento in cui ci iscriviamo all’università. A volte scopriamo che certi sogni non possono essere tenuti nel cassetto e troviamo il coraggio di inseguirli, come ha fatto Virginia Perbellini passando da una laurea in Economia a X Factor.
Raccontaci un po’ di te: chi è Virginia Perbellini e qual è stato il tuo percorso prima di approdare a X Factor 2017?
Virginia è una ragazza molto semplice che, finito il liceo, ha scelto di fare l’università. Dopo tre anni di economia mi sono laureata lo scorso settembre. Canto e faccio musica sin da quando ero piccola, ma per me è sempre stato un hobby. Ho frequentato qui a Verona l’Accademia Superiore del Canto dove ho studiato jazz per tre anni. L’anno scorso però ho fatto un salto: ho iniziato a fare serate solo mie, ho cantato al brunch dell’Hotel Victoria qua in centro per una stagione intera e i commenti delle persone che venivano a sentirmi mi hanno dato sicurezza. Ho capito che la musica per me era qualcosa che andava oltre lo svago. Ho deciso di iscrivermi a X Factor quando mi mancava solo un esame alla laurea e mi sono detta: “Ok, mi iscrivo, se non lo faccio adesso non lo faccio più”. Mio papà ne era all’oscuro perché per lui l’Università era la priorità: se l’avesse saputo mi avrebbe uccisa (ride, ndr).
Quindi chi ti è stato vicino durante i momenti di tensione dei casting? Come sono andate le selezioni?
Ci sono andata con mia mamma e il mio cane, che sono rimasti con me durante le sette ore di attesa sotto il sole. A causa del caldo mia madre ha avuto una specie di mancamento e stavamo quasi per andarcene quando per fortuna è arrivato un ragazzo con delle bottiglie d’acqua ed è andato tutto bene. Ai casting i producer e i discografici non cercano solo talento e bravura, ma qualcosa in più perché a X Factor la storia dei concorrenti conta molto.
Il mondo dello spettacolo è anche un mondo difficile. Come hai vissuto l’altra faccia della medaglia?
È stata dura, serve un carattere forte per preparare la parte musicale e quella artistica del brano in poco tempo, oltre a dover affrontare l’opinione del pubblico, che è molto influenzata dal parere dei giudici. Spesso capita che questi usino i concorrenti per attaccarsi tra di loro. Ora ho le spalle più grosse e sono pronta per iniziare il mio percorso fuori: X Factor è una bolla, uscendo da lì come vincitore o meno non è detto che andrai avanti.
A proposito di giudici. Com’è stato collaborare con Levante? Con chi altro ti sarebbe piaciuto lavorare se avessi potuto scegliere tra Mara Maionchi, Fedez e Manuel Agnelli?
Volevo proprio Levante fin dall’inizio, quindi sono stata contenta. Era sempre molto presente e diretta. Dovendone scegliere un altro avrei scelto Mara, più che altro perché sarei morta dal ridere.
C’è qualche limite personale che l’esperienza di X Factor ti ha permesso di superare?
Lo scalino che ho cercato di superare è la mia costante preoccupazione di dovermi esibire al 100%. Mi devo lasciare andare un po’ di più. Da adesso in poi sarà quello il mio obiettivo perché una nota un po’ grattata può emozionare il pubblico facendo la differenza rispetto a una nota lineare.
La carica per andare avanti supera la delusione di essere stata eliminata?
Non ho mai avuto un momento in mi sono sentita delusa da questo percorso. Sono entrata consapevole di voler fare il meglio che potevo, ma non con una mentalità competitiva. Oltre alla competizione per me erano importanti i legami con i compagni e tutto ciò che potevo apprendere da Levante, dai producer, dal direttore artistico, dal direttore musicale…
Come pensi che potrà esserti utile X Factor? Svelaci i tuoi progetti per il futuro!
Adesso sto lavorando a un album con brani scritti da me che uscirà nel più breve tempo possibile: ho proprio voglia di far sentire quella parte di me che non è uscita durante il programma. I brani saranno in italiano ma con un pizzico di soul perché non voglio snaturare me stessa e le mie influenze musicali. Tra queste ci sono anche il blues e l’R&B. Vorrei continuare su questa linea pur restando aperta ad altri generi. Infatti mi piace un po’ tutto, ci sono giornate in cui ascolto Etta James, Nina Simone, Oleta Adams, e altre in cui passo a Drake e all’hip hop. In realtà vorrei imparare un po’ a rappare.
Se con la musica non andasse a buon fine, torneresti al mondo dell’economia?
Se non dovessi riuscire come artista, non escludo l’idea di proseguire con un master all’estero. Mi vedrei sempre nel mondo della musica, ad esempio come manager, grazie anche alla mia esperienza in digital marketing. Questo è già fondamentale per me perché mi permette di gestirmi sui social. A questo proposito, mi sono inventata una cosa che spero vada avanti: ho scelto di pubblicare una rubrica su Facebook il giovedì sera alle 22, dove posto una cover che possono scegliere i follower tramite un sondaggio. Ci tengo a non perdere le persone che mi seguono.
Per concludere, qual è l’emozione più forte che hai provato esibendoti sul palco di X Factor?
Eh… è stato veramente magico. È emozionante poter lavorare con persone che hanno una grandissima esperienza, per esempio il direttore artistico Luca Tommassini, che è completamente “fuori”, ma ha delle idee pazzesche. Quando ci ha fatto vedere il palco per la prima volta, c’erano dei cubi enormi che si alzavano e si abbassavano e io pensavo: “Vi prego, fatemi salire!”.