Vera Gheno e Nadia Fusini: tra linguaggi e maestre d’amore
Si è tenuto giovedì il secondo incontro della XXVI edizione del Premio letterario internazionale Scrivere per amore alla Società Letteraria di Verona. Ospiti della serata Vera Gheno e Nadia Fusini.
“Galeotte furono le parole: quando l’amore si fa verbo” è il tema del primo dei due eventi che hanno avuto luogo giovedì sera a due passi dall’Arena nella sede della Società Letteraria di Verona. Vera Gheno, sociolinguista e traduttrice specializzata in comunicazione digitale, attraverso un collegamento streaming ha presenziato come ospite per indagare circa il peso che ha il linguaggio sull’amore.
Si è cercato di porre accento su come le parole, in genere, abbiano una certa importanza all’interno di una qualsiasi relazione affettiva, specificando che “amore” è un termine che non racchiude solo il rapporto tra due amanti bensì qualsiasi tipo di legame profondo, come può esserlo quello tra una madre e un figlio.
Fra gli argomenti trattati è emerso come, grazie al linguaggio, si riescano a manifestare sentimenti che altrimenti sarebbero difficili da esprimere. «Basti pensare alle numerosissime lettere scritte dai soldati alle loro amate durante la guerra» suggerisce Gheno, «senza quelle, le relazioni sarebbero morte con la lontananza. Ecco che quindi la lingua viene in soccorso agli amanti salvando quei rapporti che normalmente necessitano di chimica, e quindi di presenza». Il linguaggio dunque non è solo un atto di comunicazione, ma un ponte che permette di ridurre la lontananza.
Tra le espressioni d’amore più comuni viene individuata la frase “ti amo“. Se detta da due soggetti che corrispondono quel sentimento è «tra le forze più potenti che esistano» o, come scrisse Dante, ciò che “move il sole e l’altre stelle”. Essendo l’amore un sentimento che tutti gli esseri umani possono provare, pure la scrittura per mezzo della quale ci esprimiamo è «essa stessa veicolo universale e alla portata di tutti» spiega Vera Gheno , «nonché, una delle caratteristiche che più ci contraddistinguono e differenziano dal mondo animale, incapace di comunicare in maniera complessa le proprie emozioni».
Tuttavia, il lessico utilizzato nel contesto amoroso può assumere sfumature e mutare nel tempo: «quando una relazione è duratura, è comune che tra i componenti della stessa si inizi ad adottare il medesimo linguaggio dell’altro facendolo proprio e rendendolo “familiare“». Non sempre però, le parole sono necessarie «la perfezione, dal mio punto di vista, è quando si riesce a stare zitti senza provare imbarazzo, cercando in tutti i modi di riempire i silenzi», ma questa, precisa, è la condizione tipica di chi ha maturato un rapporto longevo, fondato quindi su connessioni che trascendono la comunicazione orale o scritta.
Durante il secondo evento della serata, è stato presentato il nuovo libro di Nadia Fusini, studiosa di letteratura inglese e comparata, dal titolo “Maestre d’amore. Giulietta, Ofelia, Desdemona e le altre”.
«Maestre d’amore perché se rievochiamo Beatrice di Dante Alighieri, è maestra, e colei che poi guiderà il poeta in Paradiso. Per Socrate è Diotima la massima esperta d’amore a cui si deve chiedere consiglio. Ma è il personaggio shakespeariano Giulietta, invece» spiega Fusini,«che insegna a Romeo cosa significhi amare e lo guida verso la conoscenza e l’esperienza di questo sentimento».
È stato però William Shakespeare, un uomo, a creare alcuni dei personaggi femminili più iconici della letteratura divenuti, successivamente, modelli d’amore attuali oggi come allora, sfatando il mito che solo le donne sono esperte d’amore. La sua Cleopatra, ad esempio, «è una donna forte, ammaliante, che strega totalmente Marco Antonio a tal punto da fargli scordare i suoi doveri. L’amore estremo e distruttivo tra i due li porterà inevitabilmente alla morte» ci spiega, aggiungendo che sebbene anche in Romeo e Giulietta la protagonista faccia una fine tragica, è comunque spunto di riflessione per la forza che la giovane donna dimostra nell’andare contro la propria famiglia e seguire il suo cuore per un amore impossibile, ma in cui crede.
È difficile però eleggere la migliore tra le varie protagoniste citate nel suo libro, spiega Nadia Fusini, poiché «tutte loro sono creature che hanno una scintilla d’intelligenza da vere maestre d’amore. Lo sono nel senso sentimentale ma sanno anche che l’amore significa incontrare l'”altro” per fargli scoprire chi è veramente».