Università e contorni — Consigli pratici per studenti affamati
Consigli pratici per studenti affamati
Articolo comparso nella sezione “Backstage” del nº 47 di Pass Magazine
di Giorgia Turchetto
Cappuccino e cornetto, panino al bar, snack al cioccolato: questa la tipica dieta di una giornata di studio in Frinzi. Rapida, gustosa, apparentemente economica: cosa potrebbe non funzionare? La dottoressa Silvia Pogliaghi — medico chirurgo, specialista in medicina dello sport e docente di Fisiologia dell’esercizio e Nutrizione a Scienze motorie — ci ha spiegato come il cibo influenza la qualità delle ore che passiamo sui libri. Prestare attenzione a ciò che mangiamo può aiutarci a mantenere la concentrazione ed evitare la sonnolenza dopo pranzo: saremmo quindi più efficaci e veloci, studiando meglio e in meno tempo.
Iniziamo dal mattino. La dottoressa Pogliaghi sottolinea che «la colazione non va mai saltata: piuttosto che niente, è meglio piuttosto». Quella del bar non è la colazione ideale, ma in caso di stomaco vuoto può andare bene. È meglio, però, evitare di mettere lo zucchero nel cappuccino e, se possibile, aggiungere anche una spremuta d’arancia. A casa, invece, quando ci svegliamo dovremmo mangiare yogurt bianco, fiocchi d’avena, frutta fresca, miele, noci e mandorle.
Molti studenti fuori sede risolvono il quotidiano dilemma del “cosa mi preparo oggi per pranzo?” con una bella dose di pastasciutta, ritrovandosi poi ad assopirsi sopra il quaderno degli appunti. Questo problema, marginale finché si sonnecchia durante le lezioni, diventa più grave con l’avvicinarsi della sessione. Se ci aspetta un lungo pomeriggio di studio, è consigliato optare per un secondo piatto (tutti i tipi di carne, pesce, uova) a cui aggiungere abbondanti verdure e del pane integrale. In alternativa, si possono scegliere delle insalatone miste oppure, non volendo rinunciare al primo piatto, è meglio limitarsi a 60-70 grammi di pasta, riso, cuscus o farro rigorosamente integrali, a cui aggiungere sempre delle verdure. Non ci sono dubbi sulla regola principale: abbondare con le verdure, senza esagerare con i condimenti. La Pogliaghi aggiunge: «Piadine, pizzette e panini farciti vanno bene per l’emergenza, per evitare di saltare il pasto, ma non sono una buona scelta se consumate regolarmente. In genere, forniscono un apporto di calorie eccessivo a fronte di un basso quantitativo di nutrienti».
Purtroppo o per fortuna, il nostro stomaco sembra non esaurire mai lo spazio e molte volte dobbiamo mettere a tacere la fame anche a metà mattina o a metà pomeriggio, quando, monete alla mano, ci rechiamo alle macchinette. «Normalmente i distributori automatici erogano prodotti non adatti perché troppo calorici e poveri di nutrienti, con un eccesso di zuccheri e grassi. Aggiungo che i costi sono molto elevati». Sarebbe meglio, quindi, cambiare abitudine: «È preferibile saziarsi con delle mele, comode da portare e a km zero qui a Verona, o altri tipi di frutta, con un pacchetto di cracker o delle gallette integrali».
Abbiamo chiesto, infine, alla dottoressa Pogliaghi come comportarci con quelli che consideriamo i nostri migliori alleati durante lo studio: tè e caffè. «Il loro consumo ci aiuta a stare svegli e vigili quando ne abbiamo bisogno e riduce il senso di fame. Due o tre tazze al giorno non fanno male. Dosaggi superiori possono interferire con la quantità e la qualità del riposo notturno, oltre a causare gastrite e reflusso gastro-esofageo e a favorire la disidratazione».
Silvia Pogliaghi sottolinea che per mantenersi in forma tutti gli adulti, studenti compresi, dovrebbero praticare un minimo di 30 minuti al giorno di attività fisica e ci ricorda che «una mattinata di studio, per quanto mentalmente faticosa e stressante, comporta un fabbisogno energetico in realtà molto ridotto. Quindi mai esagerare con le porzioni».
Ecco ragazzi, anche in questo caso, mai una gioia.