Una Fiera tutta maschile
Mancano 25 giorni alla data delle elezioni amministrative, il 12 giugno. L’aggiornamento settimanale sulla campagna elettorale a Verona: anche le nomine del cda di Veronafiere fanno parte della campagna elettorale.
Qui su Pass raccontiamo con cadenza settimanale l’avvicinamento al voto. Le puntate precedenti:
- Verona 2022: verso le elezioni. Il prologo (parte 1) [9 febbraio]
- Verona 2022: una sfida a tre. Il prologo (parte 2) [11 febbraio]
- Qui una volta era tutta campagna elettorale [6 aprile]
- Tosi ha scelto il suo Croce [13 aprile]
- Sgarbi istituzionali [20 aprile]
- Sicurezza sempreverde [27 aprile]
- Tutto come previsto, o quasi [4 maggio]
- Presentazioni, presentazioni ovunque [11 maggio]
Enti partecipati e dove trovarli
Il Comune di Verona ha partecipazioni societarie in oltre cento aziende o enti. L’amministrazione in carica ha quindi la facoltà di nominare, in base alla percentuale delle partecipazioni, vari presidenti e consiglieri di amministrazione.
Negli scorsi giorni hanno fatto discutere le nomine di due aziende di servizi di igiene, Serit e Amia (che ha tutta una storia particolare). Ieri, con l’assemblea dei soci che ha anche approvato il bilancio 2021, è stato nominato il consiglio di amministrazione di Veronafiere Spa, una società che ha enorme peso nello sviluppo economico e turistico della città.
Basti considerare, per esempio, a quante persone vengono attirate a Verona per Vinitaly, Fieracavalli, Motor Bike Expo, Job&Orienta… Solo per citare le più note. E a quale immagine all’estero regalano queste fiere alla città. Altro esempio: da dove partirà la tappa conclusiva di un evento mondiale quale il Giro d’Italia fra una decina di giorni? Dalla Fiera, per arrivare il Arena. Mica male.
Nomine che sono politiche
Detto questo, le nomine dei componenti dei cda della Fiera dipendono dai soci. Il presidente è indicato dal Comune, ed è Federico Bricolo, già deputato e senatore della Lega (attuale alleata del sindaco uscente Federico Sboarina), commissario elettorale della Lega per queste amministrative, è consigliere di amministrazione dell’aeroporto Catullo e ha un curriculum politico-istituzionale di tutto rispetto.
Il nuovo cda di Veronafiere è stato ampliato da 5 a 7 elementi, in seguito al recente aumento di capitale. Su chi sono, lascio la citazione del comunicato stampa ufficiale.
«Oltre a Federico Bricolo, il Consiglio di Amministrazione è composto da: Romano Artoni, nominato vicepresidente, già consigliere della società fieristica dal 2017 e vicepresidente dal 2017 al 2019 e presidente di UniT, società informatica del Gruppo Unicredit; Maurizio Danese, alla guida di Veronafiere SpA dal 2015 e per due mandati, presidente AEFI (Associazione Esposizioni e Fiere italiane) e vice presidente Pregis SpA; Matteo Gelmetti, confermato vicepresidente e vicepresidente PTSCLAS SpA; Alberto Segafredo, Ad di Ven-to, analista finanziario e membro del Comitato finanza di Fondazione Cariverona; Alex Vantini, presidente Coldiretti Verona; Mario Veronesi, presidente del Gruppo Veronesi SpA».
Non vi sfuggirà che sono tutti uomini
Se nell’ultimo cda, fatto di cinque persone, c’era almeno una donna, cioè Barbara Blasevich, in quota Cattolica Assicurazioni, in questo cda appena nominato non ce n’è nemmeno una.
Dico “in quota”, perché di norma funziona così: i soci, o gruppi di soci, indicano i propri rappresentanti. Tanto meglio se hanno pure un’appartenenza politica, come il vicepresidente di Veronafiere Matteo Gelmetti o il presidente di Serit Massimo Mariotti, entrambi candidati con Fratelli d’Italia.
Fatto sta che non hanno trovato neanche una professionista o una dirigente da nominare. Ma d’altra parte si sa, la sottorappresentazione femminile nei quadri dirigenziali non è una novità. Ne sa qualcosa Elisabetta Franchi.
Ma non è questo il problema principale
Diversi esponenti politici dell’attuale opposizione hanno criticato, già nelle scorse settimane, la mancanza di gentilezza istituzionale nel nominare i vertici della Fiera a meno di un mese dal voto. Con il rischio di avere alla guida delle aziende partecipate del Comune politici di “colore” diverso dalla prossima amministrazione.
Rischio che non ci sarebbe, se nei consigli di amministrazione sedessero dirigenti scelti solo per le proprie qualità e non per l’appartenenza politica, in ossequio a logiche spartitorie. Ma, dirà qualcuno, “si è sempre fatto così”.
Qui ogni mercoledì
L’appuntamento settimanale qui su Pass prosegue mercoledì prossimo. L’autore di questa rubrica di Pass, dedicata alla campagna elettorale a Verona, ha anche una newsletter bisettimanale sul tema, si chiama Sasso d’Adige e ci si iscrive qui.