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Nella notte tra il 14 e il 15 Aprile 1912 affondava la più grande e lussuosa nave del tempo, il Titanic, trascinando negli abissi più di mille passeggeri, membri dell’equipaggio, e la fede cieca nella capacità dell’uomo di superare la natura, che aveva caratterizzato la Belle Époque. Da allora il Titanic ha colpito l’immaginazione di milioni di persone per generazioni, spingendo esploratori ad avventurarsi alla ricerca del relitto, poi rinvenuto nel 1985 per opera di Robert Ballard.
Dopo 102 anni il mito della famosa nave è ancora lontano dal tramontare, e grazie alla spedizione del 2010 effettuata dalla RMS Titanic Inc, è stato possibile organizzare la mostra “Titanic: the Artifact Exhibition”, che ha toccato numerose città del mondo, tra cui Bruxelles.
L’esposizione di Bruxelles è stata aperta il 31 Maggio 2014 e la chiusura, inizialmente programmata per il 30 settembre scorso, è stata posticipata al 30 Novembre, grazie al successo riscontrato.
La mostra espone alcuni degli artefatti recuperati dal relitto, tra cui oggetti personali dei passeggeri, come occhiali, denaro e indumenti, oltre alle porcellane con lo stemma della White Star Line, la compagnia che costruì il Titanic, e parti della nave, come la base del Cherubino che si ergeva sulla nota scala nella sala da pranzo. Tutti gli oggetti esposti sono accompagnati dalla dettagliata riproduzione di alcune parti della nave, come il corridoio tra le cabine, le camere delle tre classi, le porte stagne e l’iceberg. Inoltre due riproduzioni in scala permettono di vedere come si presentava la nave prima dell’impatto e come appare ora nell’oceano. Grazie alle citazioni dei sopravvissuti è possibile quasi rivivere la bellezza di quella nave e la tragedia del suo destino fatale.
Tra le rivelazioni dei sopravvissuti, l’esposizione di Bruxelles pone particolare attenzione alla vicenda dei passeggeri belgi. Sul Titanic erano salpati ventisette cittadini del Belgio, di cui due appartenenti all’equipaggio. Si ha dunque la possibilità di scoprire la storia di cinque passeggeri belgi sopravvissuti e di George Krins, membro dell’orchestra deceduto sulla nave.
Un toccante ed emozionante salto nella storia che quasi permette, grazie alle accurate ricostruzioni e l’atmosfera che accompagna l’esposizione, di rivivere gli avvenimenti del tragico viaggio inaugurale del Transatlantico. Un’esposizione dettagliata e interessante che mostrava però un unico difetto: i cartelli narranti i fatti accaduti erano disponibili solo in olandese e in francese, le due lingue ufficiali in Belgio, creando difficoltà ai turisti, per i quali era possibile solo ascoltare l’audio-guida in inglese.
di Vanessa Destradis