The Help: il coraggio di parlare
Marzo è il mese dedicato alla figura della donna. La rubrica culturale di Pass vuole celebrare donne forti che con le loro azioni sono riuscite a farsi valere. Il film “The Help” del 2011, tratto dal romanzo omonimo del 2009 di Kathryn Stockett, si concentra propria sulla storia di donne coraggiose al tempo della segregazione razziale in America.
La vicenda è ambientata a Jackson, in Mississippi nel 1963, città nella quale la protagonista Eugenia “Skeeter” Phelan ritorna dopo essersi laureata. La sua è una ricca famiglia che vorrebbe vederla sistemata come moglie e madre, ma Skeeter preferisce mettere la carriera al primo posto. Inizia quindi a collaborare con il quotidiano di Jackson e nel frattempo ottiene l’appoggio di una casa editrice di New York.
Skeeter vede con i propri occhi la rigida segregazione a cui le persone di colore sono sottoposte in Mississippi. Due di queste sono Aibileen Clark e Minny Jackson, due donne afroamericane che lavorano come domestiche per le famiglie bianche di Jackson. Aibileen lavora come tata da Elizabeth, una giovane donna immatura e incapace di trasmettere amore alla figlia. Minny Jackson ha un carattere invece molto più burbero e deve mantenere con il suo lavoro ben cinque figli.
Per il suo progetto di stesura di un libro, a Skeeter viene l’idea di narrare la condizione delle domestiche di colore. La lampadina le si accende dopo che la madre le racconta di come ha dovuto licenziare la loro vecchia domestica Constantine, che era stata come una madre per Skeeter.
Skeeter riesce a convincere prima Aibileen a partecipare e in seguito Aibileen coinvolge anche Minny, che era appena stata licenziata da Hilly Holbrook, dove lavorava da tanti anni, perché aveva utilizzato il bagno padronale invece che quello di servizio per le persone di colore.
Poco dopo, Minny trova lavoro da Celia Foote, una signora molto ingenua che non sembra curarsi delle regole imposte dalla segregazione e dei pregiudizi delle donne di Jackson.
A New York intanto, l’editrice Miss Stein si appassiona al racconto di Skeeter e le chiede di raccogliere più testimonianze. Purtroppo però, a causa del crescente aumento di violenze nei confronti degli afroamericani, nessuna domestica vuole fornire il suo appoggio.
Dopo un tragico episodio che vede protagonista una di loro e il successo delle marce guidate da Martin Luther King, altre donne decidono di farsi avanti e aiutare Skeeter a completare il libro.
Il film è raccontato tramite gli occhi di diverse donne che, pur godendo di privilegi differenti, scrivono insieme una storia destinata al successo. È proprio grazie alla loro forza e alle loro parole che riescono ad acquisire il coraggio necessario per rispondere ai soprusi a cui erano da anni sottoposte. Gli anni ’60 sono anni di fervore politico e sociale, in cui oltre a grandi uomini, come Marthin Luther King, anche le donne cercarono di cambiare la loro vita e di ottenere i diritti che gli spettavano. Un esempio calzante è sicuramente Rosa Parks, che per prima rifiutò di sedersi nel posto dell’autobus per persone di colore ed è proprio con lei che ha inizio la lotta per i diritti civili. In The Help, le differenze date dal colore della pelle vengono abbattute e le donne, bianche e di colore, lavorano insieme con coraggio per cercare con il loro gesto di cambiare la loro vita.
Un particolare del film che ha colpito la mia attenzione è l’aiuto che le domestiche decidono di dare a Skeeter. All’inizio si vede che sono restie nel dare una mano, soprattutto perché era qualcosa di inaudito che una semplice cameriera potesse avere una voce nella società e che potesse interagire in maniera così intima con una persona bianca, ritenuta di grado “superiore” al tempo. La fiducia che si instaura fra le protagoniste è così forte da abbattere tutte le convenzioni sociali e le regole di segregazione. Grazie al potere della parola, le donne afroamericane riescono ad ottenere la libertà che si meritano.
Lo sforzo che queste donne mettono nel raggiungere i loro obbiettivi oggi può sembrare una cosa non necessaria, ma il movimento “Black Lives Matter” dimostra tutto il contrario, perché anche oggi il razzismo e la discriminazione sessuale rimangono ancora un tema molto caldo.