Storie di non amore: Maid
Maid è una serie ispirata al romanzo autobiografico di Stephanie Land “Maid: Hard Work, Low Pay, and a Mother’s Will to Survive”, storia di una giovane madre che lascia il compagno violento e cerca l’indipendenza economica lavorando come donna delle pulizie. Termina con Maid la serie di appuntamenti legati al 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
Alex, interpretata da Margaret Qualley, ha poco più di vent’anni e vive in una roulotte con il compagno Sean e la figlia Maddy. Una notte Sean rientra ubriaco dal lavoro e durante un litigio, in un impeto di violenza, colpisce la parete della roulotte a poca distanza dalla testa della compagna. Alex si decide quindi a fuggire con la figlia e chiede aiuto ad un’assistente sociale che la mette in contatto con Yolanda, la proprietaria dell’impresa di pulizie Value Maids.
Inizia così per Alex un anno di battaglie legali con Sean per l’affidamento della bambina, di precarietà economica, alloggi di fortuna, un ambiente lavorativo ostile e una famiglia piuttosto ingombrante: la madre Paula (interpretata da Andie MacDowell) è un’artista incompresa che soffre di un disturbo bipolare non curato adeguatamente e la cui instabilità compromette più volte l’indipendenza di Alex da Sean, il padre è invece stato assente per buona parte della vita di Alex e cerca di riavvicinarsi nonostante la diffidenza della figlia, che poi ricorderà il motivo che aveva portato al suo allontanamento e dovrà fare i conti con il fronte comune creato dai mostri del suo passato e quelli del presente.
La serie si propone di trattare diversi temi legati alla violenza domestica, tra cui la negazione della gravità delle violenze subite. In uno degli incontri con l’assistente sociale Alex scopre che nonostante non sia stata vittima di violenze fisiche, i ricatti e le violenze psicologiche a cui era sottoposta da Sean le danno diritto a chiedere di essere ospitata in un rifugio per le vittime di violenza domestica. Ciò che sorprende è l’atteggiamento di Alex, che non è sicura di voler accettare la proposta perché ritiene che ci siano persone che subiscono violenze più gravi e non vorrebbe togliere loro il posto.
Durante il suo percorso di emancipazione da Sean, Alex sperimenta più volte, prima attraverso un’amica e poi in prima persona, la tendenza delle donne vittime di violenza a tornare con il proprio compagno. Trattandosi di un comportamento incomprensibile per chi non ha subito violenza, l’eccezionalità della serie sta proprio nella pluralità di validi motivi forniti come giustificazione di tale gesto: la dipendenza economica dal partner, i sensi di colpa suscitati dall’incapacità di accettare le violenze subite o il desiderio di riunire la famiglia per il bene dei figli sono solo alcuni di questi.
La costante sensazione di solitudine provata da Alex impregna tutta la serie fino agli ultimi episodi: gli amici e la famiglia tendono a minimizzare il problema e si schierano in questo modo dalla parte di Sean, al lavoro non può fidarsi di nessuno e quando riceve aiuto non si rivela quasi mai del tutto disinteressato. L’isolamento di Alex viene poi esasperato da Sean quando la costringe a dipendere interamente da lui e la priva della possibilità di spostarsi dalla roulotte in cui vivono restituendo l’auto che le era stata prestata e che le serviva per andare al lavoro. Sono il rifugio antiviolenza e l’aiuto di un’amica inaspettata a salvare Alex dalla sua prigionia e farle sentire finalmente il calore di una comunità che le riconosce il suo valore e trasformerà l’apatia e la rassegnazione dei primi episodi nel coraggio di prendere una decisione che le cambierà la vita.
Un ulteriore punto di forza della serie è la complessità del personaggio di Sean. Maid è una storia di violenza in cui il carceriere non è l’orco delle fiabe. Nel corso dei 10 episodi lo spettatore si trova diverse volte a provare empatia per Sean, ragazzo della porta accanto con alle spalle un’infanzia difficile, ma ad un certo punto è portato a riconoscere che una relazione malata può solo peggiorare con il tempo e che i partner non sono tenuti a vivere nell’infelicità per compensare le debolezze di un amore sbagliato.
Maid affronta con delicatezza il dolore e le difficoltà dell’emancipazione da una violenza non fisica a cui pochi credono e invita a reagire e chiedere aiuto nei momenti più bui con la promessa di una nuova vita.
di Margherita Dalla Vecchia