Sicurezza sempreverde
Mancano 46 giorni alla data delle elezioni amministrative, il 12 giugno. L’aggiornamento settimanale sulla campagna elettorale a Verona: i candidati parlano della propria idea di sicurezza.
Qui su Pass raccontiamo con cadenza settimanale l’avvicinamento al voto. Le puntate precedenti:
- Verona 2022: verso le elezioni. Il prologo (parte 1) [9 febbraio]
- Verona 2022: una sfida a tre. Il prologo (parte 2) [11 febbraio]
- Qui una volta era tutta campagna elettorale [6 aprile]
- Tosi ha scelto il suo Croce [13 aprile]
- Sgarbi istituzionali [20 aprile]
Sicurezza, il grande evergreen
Il tema della sicurezza è sicuramente uno dei grandi classici da campagna elettorale, a livello locale come a livello nazionale.
Negli ultimi giorni Tosi e Sboarina hanno lanciato le proprie idee sull’argomento, cui ha risposto Tommasi, con posizioni diametralmente opposte.
Tosi, lo sceriffo
A Flavio Tosi è riconosciuto generalmente un successo: aver portato ordine a Verona, soprattutto in centro. Durante il suo primo mandato lavorò per contrastare l’abusivismo degli ambulanti e l’accattonaggio.
Su questo vuole fare leva, e sabato al parco San Giacomo in Borgo Roma ha dichiarato, attaccando Sboarina: «Verona è diventata insicura con questo Sindaco che tra un mese per fortuna se ne va, un Sindaco distratto e inefficiente. Con noi non sarà più così faremo una grande operazione di pulizia della città. Per le cattive frequentazioni non ci sarà più posto a Verona! Sarò di nuovo lo sceriffo del 2007, c’è un’emergenza sicurezza e serve la mano di ferro».
Sboarina, il poliziotto
Il sindaco uscente Federico Sboarina (Fratelli d’Italia) mette nel mirino le “baby gang”: «Chiederò al ministro Lamorgese che vengano disposte pene più severe nei confronti dei minorenni che creano insicurezza e danneggiano la città. Lavori socialmente utili come la raccolta dai marciapiedi dei “bisogni” dei cani lasciati dagli incivili proprietari, un problema aumentato nell’ultimo periodo che stiamo contrastando con multe salatissime».
Tema molto caro alla Lega, quello della sicurezza. E infatti Roberto Mantovanelli, designato vicesindaco di Sboarina, seppur non candidato per il consiglio comunale, aggiunge: «Da una parte la repressione e la fermezza della prevenzione, con il potenziamento del controllo del territorio e dei presidi da parte delle forze dell’ordine. Dall’altra, un approccio multilivello tra i vari attori, istituzionali e non, per risolvere il problema delle baby gang».
Tommasi, l’assistente sociale
Damiano Tommasi, candidato per la coalizione di centro e centrosinistra “Rete!”, la vede in modo contrario: «La sicurezza non può essere considerata solo una questione di ordine pubblico e va affrontata con misure ed interventi che vadano oltre la repressione (multe, carcere, sanzioni)».
Secondo Tommasi è necessario «adoperarsi concretamente per andare oltre gli interventi sanzionatori emergenziali che tendono ad azionarsi “dopo”. Occorre attivarsi anche “prima” migliorando la qualità della vita delle cittadine e dei cittadini, stimolandoli a partecipare, rendendo vivibili e abitabili gli spazi dei quartieri, costruendo luoghi in cui le persone possano incontrarsi e riscoprire il valore delle relazioni sociali, non lasciando soli gli anziani, aiutando le famiglie e i giovani, a partire da quelli in difficoltà, adoperandosi politicamente con le istituzioni nazionali per rinforzare gli organici nelle forze di polizia presenti sul territorio, nel tribunale, nella prefettura».
Sulle baby gang: «si utilizza troppo spesso in modo inappropriato il termine “Baby gang”. A Verona, attualmente, non risulta che vi siano gruppi criminali giovanili organizzati come in altri Paesi del mondo».
Altri temi
Si discute in questi giorni anche del traforo delle Torricelle, che dovrebbe risolvere i problemi di viabilità fra parte est e ovest della città. Tutti e tre i candidati sembrano d’accordo sull’utilità dell’opera (con una storia decennale di progetti mai andati in porto), ma con posizioni diverse sulla modalità.
Veronafiere, di cui il Comune di Verona è principale azionista (quasi il 40%, motivo per cui indica la governance), sta per cambiare il consiglio di amministrazione. Le opposizioni dicono che si tratta di una mossa poco etica, e che sarebbe meglio attendere l’elezione del nuovo sindaco.
I partiti che sostengono Sboarina hanno attaccato Tommasi perché non ha espresso la propria posizione sull’utero in affitto (che è un tema molto etico e politico, ma poco amministrativo).
Fra oggi e domani ci sono le ultime sedute del consiglio comunale, che dovrebbe sbloccare l’iter per vari – discussi – progetti urbanistici.
L’autore di questa rubrica di Pass, dedicata alla campagna elettorale a Verona, ha da poco avviato anche una newsletter sul tema, si chiama Sasso d’Adige e ci si iscrive qui.