Segnali di (divieto di) fumo
Tra cartelli inesistenti e pareri discordanti la questione rimane… accesa!
Che il via vai di gente e il chiacchiericcio disturbino l’aurea quasi mistica di studio e di attenzione propria di un luogo di culto come l’Università, è indiscutibilmente vero. Con giornate pesanti trascorse tra lezioni, ricevimenti e esami, per non parlare delle situazioni ancor più esasperanti in cui si trovano laureandi e tutor, appare di primaria importanza tutelare il popolo universitario da qualsiasi elemento di disturbo e/o fastidio che in luoghi di incontri e scambi intellettuali come il nostro Ateneo possono occorrere.
Ma non bastavano le macchinette del caffè e i distributori automatici misteriosamente scomparsi dal piano terra del polo Zanotto. In seguito al nuovo decreto legge entrato in vigore il 2 febbraio, la nostra Università ha potuto finalmente agire con più soddisfazione nella lotta per preservare e proteggere lo studens sapiens.
Peccato che il piano d’azione messo in atto dal nostro amato Ateneo risulti ancora incerto e traballante. Tra zone scampate inspiegabilmente ai divieti, disinformazione dilagante e una percentuale quasi ridicola (rispetto al totale dei potenziali trasgressori) di personale addetto a far rispettare le regole, la confusione e il malcontento dilagano.
Sebbene infatti oltre il 40% delle risposte al nostro sondaggio reperibile qui siano favorevoli ai provvedimenti presi, rimane una grossa percentuale (un buon 30%) di pareri contrari, che rimarcano l’apertura degli spazi, esterni, e l’età adulta dell’utenza media. Oltre ad alcune altre risposte fantasiose di insofferenza verso il Sistema, una buona parte degli studenti interrogati si mostra preoccupata per un provvedimento che causerà quasi certamente situazioni di disagio.
Restrizioni ed immagini forti non sfoltiranno di certo le fila dei fumatori che, accertatisi dei confini della terra di mezzo, sposteranno semplicemente le proprie postazioni in luoghi più felici. Luoghi come, ad esempio, i marciapiedi antistanti la Frinzi. O l’ingresso del chiostro. O il prato, sorprendentemente privo di divieti.
Lo studens sapiens sarà di certo contento. Quello universitario un po’ meno.
Francesca Cantone