Salvare vite, il lavoro di un’ostetrica con Msf
Intervista alla professionista: Laura Latina di Medici senza frontiere
Articolo comparso nella sezione “Backstage” del n°48 di Pass Magazine
di Martina Minoletti
Laura Latina, nata il 17 luglio del 1984 si è laureata in ostetricia all’università degli studi di Verona e ora lavora per Medici senza frontiere.
Laura, raccontaci il tuo percorso scolastico.
Ho studiato fino alle superiori a Siracusa, in Sicilia, dove sono nata. Per l’università mi sono spostata a Verona. Inizialmente il mio piano era di studiare medicina per diventare pediatra, poi le cose sono cambiate e ho scelto ostetricia. L’ho amata dal primo giorno e da quel momento non l’ho mai abbandonata. Dopo la laurea ho iniziato subito a lavorare, purtroppo trovare lavoro non è stato facile e per questo motivo sono dovuta andare a lavorare in Burundi per un anno.
In seguito ho iniziato a collaborare con Msf, ma dopo due anni ho voluto fermarmi per studiare. Mi sono trasferita a Londra per lavorare e frequentare un master in “Salute pubblica con specialità in riproduttiva e sessuale” che ho terminato nel 2015.
Com’è nato il tuo rapporto lavorativo con Msf? Cosa ti ha spinto a partire la prima volta?
Dopo il liceo sono partita per il Brasile con un gruppo di 50 giovani, è stata la mia prima esperienza all’estero. Sono rimasta affascinata dalla vita fuori dall’Italia, dal contatto con altre persone, dall’ascolto e apertura di altre culture. Quello che più mi è mancato però è stato donare le mie competenze o qualcosa di me alle persone che incontravo. Ho visto tantissimi tipi di bisogni, soprattutto a livello sanitario, nei villaggi dove sono stata. Così sono tornata con determinazione a studiare per poi poter ripartire equipaggiata con le mie competenze da ostetrica! Conoscevo Msf per reputazione, vedevo spesso i loro banchetti e così ho subito pensato di partire.
Qual è stato l’episodio più emozionante della tua carriera a Msf?
Sono stati davvero tanti. Uno che scuramente ricorderò per sempre sono i “grazie” dalle donne alle quali ho salvato la vita. I loro ringraziamenti continuano a risuonare nella mia testa. Un altro ricordo indelebile è quello di una donna che ho assistito durante il travaglio. Purtroppo ci sono state delle complicazioni durante il parto, io le sono stata vicina ed ero lì quando era incosciente. Nel momento in cui si è svegliata ha voluto dare il mio nome a sua figlia.
Un consiglio ai futuri medici che come te vorranno intraprendere una carriera itinerante?
Non abbiate paura di esplorare, di conoscere di più oltre a quello che c’è nel vostro mondo. Accettate le sfide e guardate oltre. Ma ricordatevi sempre di tenere un piede nel mondo “reale”! Le esperienze che ho vissuto mi hanno cambiato la vita e auguro a tutti di poter viaggiare e conoscere altre culture, altri orizzonti. Essere aperti cambierà la vostra vita personale e professionale.
Immagini tratte dalla pagina Facebook Medici senza frontiere – Gruppo di Verona