Saltare le lezioni: sport per molti, ma non per tutti
Ancora una volta tornano i sondaggi di PASS Magazine, come sempre capaci di restituirci uno spaccato della vita universitaria veronese e illuminare le nostre esistenze. Il tema questa volta è tra i più spinosi: come si regolano gli studenti del nostro ateneo in caso di orari impossibili?
Confermando l’antico stereotipo della furbizia italica, il 30% ammette candidamente di fare uso di una Gira-tempo, noto congegno magico dalle incredibili capacità. Con un po’ di accortezza, e sempre che Piton non vi scopra, la Gira-tempo vi permetterà di partecipare alla lezione di Pozioni e a quella di Storia della Magia allo stesso tempo.
Segue, con il 27%, il gruppo di quelli che scelgono accuratamente i corsi da frequentare in modo da evitare qualunque tipo di fatica. Per chi sa leggere tra le righe, sono anche comunemente detti pantofolai. Tali soggetti non frequentano il lunedì perché è il primo giorno della settimana, né il venerdì perché inizia il weekend, ma se è per questo nemmeno il giovedì perché il giorno prima è serata universitaria, il martedì sì ma solo la prima settimana del mese e il mercoledì negli anni bisestili.
Staccati di molto, al terzo posto troviamo con l’11% quei poveri cristi che devono relazionarsi con Trenitalia: l’esperienza lascerà ferite che difficilmente rimargineranno. Sveglia alle 5, lezione fino alle 7, a letto alle 10. Solo loro conoscono il brivido che scende lungo la schiena quando la voce automatica della stazione pronuncia le temute tre parole: «Il treno regionale…».
Appaiato ai pendolari è il gruppo di quelli che le ultime ore di lezione non le possono proprio seguire, se vogliono arrivare a casa con l’ultimo mezzo disponibile, che sarà ovviamente in ritardo. Non c’è bisogno di specificare che all’esame, regolarmente, a questi soggetti verranno chiesti esclusivamente argomenti trattati in tali ore. Spesso il professore giustificherà la bocciatura con un breve commento: “Ma lei dov’era quando ho spiegato?”.
Ha raccolto il 7,7%, invece, la minoranza che in facoltà ci passa tutto il giorno, fino all’ultima ora di lezione, anche quelle che nessuno frequenta. Sono spesso visti scambiarsi occhiate di intesa con i pendolari, i quali tuttavia non comprendono per quale motivo essi si sottopongano volontariamente a una tale tortura.
La stessa percentuale va anche a coloro che non si fanno troppi problemi e cercano di frequentare più che possono, ma senza rovinarsi la vita. A metà tra i pantofolai e i pendolari, sono malvisti da entrambi; dai primi, per la mancanza di senso di colpa, dai secondi, per l’assenza di borse sotto gli occhi.
Giovanni Battista Possamai
Rispondi al NUOVO SONDAGGIO di Pass Magazine: L’assunzione di caffè