Una perfezione per cui uccidere: “The Perfection” di R. Shepard

recensione the perfection pass
Tempo di lettura: 3 minuti

Una delle ultime uscite Netflix, che promette sangue, musica e vendetta a tinte horror

di Beatrice Castioni

Anton: Perché ci impegniamo tanto, Charlotte?

Charlotte: Per essere migliori.

Anton: E perché?

Charlotte: Perché è quello che ci si aspetta da noi.

Charlotte è una stimata violoncellista che ha iniziato la sua carriera giovanissima, presso la prestigiosa scuola di musica Bachoff. A causa della malattia della madre, è tuttavia stata costretta ad interrompere la carriera per accudirla e starle vicino. Elizabeth è la nuova stella della scuola, lodata dal proprietario e fondatore Anton. Quest’ultima è scelta come giudice per decretare quale sarà la prossima promettente bambina ad essere ammessa all’esclusivo insegnamento dei maestri. Charlotte, morta la madre, decide di contattare Anton e di volare in Cina per rivederlo e conoscere la nuova promessa sulla bocca di tutti. Tra lei e Lizzie si instaura da subito una forte attrazione e decidono di intraprendere un piccolo viaggio insieme. Ma qualcosa comincia ad andare storto.

Il miraggio della perfezione. Da quanto tempo l’uomo ne percorre le strade impervie per arrivarci? Il regista Richard Shepard ci pone davanti ad una delle questioni esistenziali che ci affliggono da sempre, e la porta all’esasperazione. Il maestro Anton cerca delle allieve ineccepibili che si possano dedicare alla musica, allontanandosi dagli affetti familiari e impossibilitate a costruirsi delle relazioni amorose. L’incredibile violenza alla quale sono sottoposte in caso di errore le segna profondamente e imprime nel loro cervello che tutto ciò è giusto, se l’obiettivo è qualcosa di più alto. Ma a quale prezzo? Giovani esistenze appassionate, positive e fiduciose verso il mondo che vengono rovinate, segregate e usate.

Anche dopo anni di lontananza dalla Bachoff, Charlotte sente ancora forti quei precetti che Anton e i colleghi le hanno inculcato, e quando si ritroverà a suonare nella prestigiosa cappella dall’acustica perfetta, il timore di non essere all’altezza si risveglierà fortissimo in lei. Anche Lizzie, quando si renderà conto di non potersi più esibire come prima, avrà un crollo emotivo, e si sentirà in dovere di giustificarsi e chiedere perdono ai maestri della scuola.

Forse il regista ci vuole far riflettere su quanto sia pericoloso e deleterio esigere da se stessi standard altissimi, che non aiutano a migliorare ma che diventano patologici. E quanto sia fondamentale circondarsi da persone che possano aiutarci ad arricchirci, non ad ossessionarci con ciò che un tempo amavamo. Infine la morale è che la perfezione ha sempre una data di scadenza; e prima o dopo si allontana di nuovo, forse in modo definitivo, da noi.

Al termine della visione, capirete il motivo per cui “niente è come sembra” potrebbe essere il sottotitolo del film. Inizialmente lo spettatore conosce alcuni lati del carattere di Charlotte e degli episodi spiacevoli della sua vita, così da empatizzare con lei. Ma proseguendo con lo sviluppo della trama, si comincia a dubitare delle buone intenzioni della ragazza nei confronti di Elizabeth, la quale nelle prime scene sembrava avere qualcosa di oscuro da nascondere. Ha dentro di lei qualcosa di cattivo, o la vendicativa è Charlotte, gelosa perché l’altra le ha rubato il posto di stella della Bachoff?

Non si comprende mai dove stia la verità fino alle ultimissime scene, così veloci e sconvolgenti da doversi prendere dei momenti di riflessione post-visione. Lo spettatore non è in grado di mantenere una sola opinione sui personaggi principali, compreso Anton, uomo integerrimo e professionale, ma ambiguo e violento. Tutti sono il contrario di tutto, e il fatto di conoscere i personaggi tramite le loro azioni e poco tramite la loro psicologia ed interiorità, ci lascia nel dubbio fino alla fine. E forse ancora oltre.

The Perfection è un film che deve le sue influenze a Suspiria di Guadagnino, Funny Games di Michael Haneke e Requiem for a dream di Darren Aronofsky, accomunati dal genere horror e grottesco e da una forte componente agosciante.

Qui l’ultima recensione sulla serie La verità sul caso Harry Quebert.

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