Qui una volta era tutta campagna elettorale
Mancano 67 giorni alla data delle elezioni amministrative, il 12 giugno. A Verona si alza la pressione elettorale.
Il conto alla rovescia è partito. Negli scorsi giorni il Governo ha fissato la data per il voto: 12 giugno 2022. Alle urne per le elezioni amministrative andranno Verona e altri tredici comuni della provincia. Tutta Italia invece sarà impegnata per i referendum sulla giustizia. Eventuali ballottaggi due settimane dopo, il 26 giugno.
Qui su Pass racconteremo con cadenza settimanale l’avvicinamento al voto, dopo il “prologo” (parte 1 e parte 2) uscito un paio di mesi fa.
Una sfida a tre, ma non solo
Sono tre i nomi principali di questa campagna elettorale. Per peso politico, esperienze passate ed estensione delle coalizioni che li sostengono: il sindaco uscente Federico Sboarina, il già due volte sindaco Flavio Tosi e l’ex presidente dell’Associazione italiana calciatori Damiano Tommasi.
Non sono però gli unici. In attesa della definizione delle liste e delle candidature ai primi di maggio, sono in corsa Michele Croce per Prima Verona, Alberto Zelger per Verona per la libertà, Alberto Benetti per Verona ci crede e Anna Sautto per il Movimento 3V.
Come fanno campagna i candidati
In Italia la campagna elettorale è permanente, si sa. Fin dal giorno dopo un’elezione. In queste settimane si sta però intensificando in vista della data X. Vediamo su cosa battono i vari candidati.
Federico Sboarina ha a propria disposizione la macchina amministrativa, che guida da cinque anni. Le famose “asfaltature pre-elettorali” sono solo una parte del quadro, e forse neppure il più incisivo. Sindaco, assessori e consiglieri possono partecipare a inaugurazioni, premiazioni, tagli di nastri. E non da ultima la potenza dei canali ufficiali di comunicazione. Una posizione di forza che non mancano di sfruttare.
Su cosa punta Sboarina? Il messaggio scelto è stato “Verona Olimpica”, richiamando all’orizzonte 2026, quando in Arena si terrà la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi e quella di apertura delle Paralimpiadi invernali di Milano-Cortina. Il sindaco si riferisce a una grandezza, magnificenza della città. Parla di ciò che è stato fatto dalla sua amministrazione e di puntare a nuove vette.
Sboarina è sostenuto da Fratelli d’Italia (il suo partito), Lega, la forte lista civica Verona Domani, Coraggio Italia (il partito di Brugnaro e Toti), Noi con l’Italia (il partito di Maurizo Lupi), la sua ex civica Battiti per Verona, la civica di ispirazione cattolica Verona al centro, Lista Veneta Autonomia, e altre civiche.
Flavio Tosi, che non si è potuto candidare per il terzo mandato nel 2017, sostenne la senatrice Patrizia Bisinella (sua moglie), la quale venne sconfitta al ballottaggio. “Torna il sindaco” è il messaggio di Tosi, forse il più efficace sul piano comunicativo, facendo leva su una certa presunta nostalgia dei veronesi.
Tosi è sostenuto dai suoi movimenti Lista Tosi e Fare!, da Csu Veneta, da Ama Verona e altre civiche. Ancora in sospeso Forza Italia, che a livello locale è legata a Tosi, ma dai piani alti sembra ancora mancare il via libera, in ottica di alleanze con gli altri partiti del centrodestra, che a Verona stanno con Sboarina (dopo qualche tira e molla della Lega).
Tosi, soprattutto nel corso del primo mandato, prima della rottura con la Lega, era uno di quei “sindaci sceriffi” della Padania, che vantava di aver ripulito la città. Scostatosi in parte negli ultimi anni da quell’immagine, l’ex primo cittadino ha passato il quinquennio di Sboarina a puntare il dito su quelle che descrive come inefficienze dell’amministrazione, rivendicando i propri meriti su alcune opere e criticando praticamente ogni scelta del sindaco. Campi di battaglia di cui sentiremo parlare durante questi due mesi: Arsenale, traforo delle Torricelle, filobus,…
Damiano Tommasi è riuscito a riunire intorno a sé quasi tutto quello che a Verona non è centrodestra. È il volto nuovo della politica scaligera, pur essendo piuttosto famoso visti i trascorsi calcistici. Ha fondato una scuola di successo in Valpolicella ed era stato corteggiato dal centrosinistra già cinque anni fa. Non ha tessere di partito e si professa candidato civico, alla guida di un progetto amministrativo dedicato al territorio locale.
Tommasi si è presentato con uno stile di rottura rispetto alle consuetudini politiche: ha rimarcato più volte di aver accettato la candidatura solo dopo aver discusso il programma con tutte le componenti della coalizione, e non di aver creato il programma intorno alla propria candidatura. Anche i toni sono molto moderati e posati. Un limite che gli affibbiano è quello dell’inesperienza amministrativa.
“Rete! per Damiano Tommasi” è il nome della coalizione che comprende Partito Democratico, le civiche Traguardi e Verona in Comune, i partiti Volt, Demos, Europa Verde, Movimento 5 Stelle. Dovrebbero esserci anche – federati insieme – Azione e Più Europa. Il leader di Azione, Carlo Calenda, qualche giorno fa ha però detto che insieme ai Cinque Stelle non ci sta. E, seppure a livello locale non sembrano esserci veti, le parole dell’ex ministro pesano.
Poi c’è Michele Croce: con il suo movimento Verona Pulita (che puntava forte su legalità e trasparenza) nel 2017 fu una pedina importante al ballottaggio, spostando voti verso Sboarina. Fu premiato con la presidenza di Agsm, ma poi ruppe con il sindaco. Ora si presenta alla guida della civica Prima Verona, con la quale da tempo investe sul rapporto con i comitati di cittadini nei quartieri, e battaglie su sicurezza e altri temi puntuali.
Altri candidati. Verona ci crede è il movimento di area cattolica che sostiene Alberto Benetti. Poi c’è il mondo antivaccinista e attigui. Nell’organizzazione delle manifestazioni degli ultimi mesi no-vax, no-Green Pass, no-Draghi si è distinto il gruppo Verona per la libertà, che si presenta al voto con l’attuale consigliere comunale Alberto Zelger, appena uscito dalla Lega e poi pure dalla maggioranza. Ha sollevato dubbi sulle «capacità raziocinanti dell’amministrazione uscente» perché per tornare in aula dopo due anni è richiesto il vaccino o il tampone. Nelle scorse ore ha fatto discutere una lettera all’ambasciata russa in cui si chiede: «Vogliate aiutarci a resistere e considerate le nostre lotte per il ripristino della democrazia e della Costituzione Italiana».
Il movimento 3V parlava di vaccini prima che fosse di moda, bisogna riconoscerlo. A Verona si presenta con Anna Sautto, che durante una recente live su Facebook ha detto «i numeri maggiori di morti da Covid sono fra chi ha avuto la terza dose di vaccino». Vale questo come programma politico, suppongo.
Highlights degli acquisti dell’ultima settimana: il passaggio dell’assessora all’Ambiente e all’Urbanistica Ilaria Segala alla Lega, da civica quale era. Nella campagna elettorale si presenterà in accoppiata con l’attuale vicesindaco Luca Zanotto. Ha destato qualche borbottio l’appoggio di Italia Viva (il partito di Matteo Renzi) a Flavio Tosi, seppur senza simboli. Federico Vantini (ex Pd, ex Azione), sarà in una lista a sostegno dell’ex sindaco. All’evento di presentazione c’era il coordinatore provinciale di Italia Viva, il deputato Davide Bendinelli (ex Forza Italia).
Bonus: bella iniziativa dell’Arena, che lancia un progetto di fact-checking sulle dichiarazioni dei candidati, in cui sono coinvolti degli studenti universitari.
La lunga prima puntata della rubrica di Pass in vista delle elezioni finisce qui. Per osservazioni o commenti, c’è il post su Instagram. Ci sentiamo la settimana prossima.