Principianti book club

Principianti Book Club
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Tempo di lettura: 8 minuti

Tempo di qualità a portata di libro

di Carla Raso

Versione estesa dell’articolo comparso nella sezione “Cultura” del nº 48 di Pass Magazine

A novembre del 2016, sul suo profilo Facebook, Veronica scriveva:

Tra un mese esatto, alle 16 in punto, sarò da Elk Bakery, a Verona, con un caffè americano e Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron tra le mani, per dare inizio a un progetto che mi frulla in testa da parecchio tempo – avere un club di lettura. Scegliere il libro, leggere il libro, parlare del libro, nel bene o nel male, senza vergogna o paura, ogni mese un titolo diverso: il piano è semplice. Ovviamente, mi piacerebbe non essere da sola. Perché qualcuno una volta ha scritto “Happiness only real when shared“, e io prendo molto sul serio questa cosa della felicità condivisa. Perciò, siete tutti invitati. Anche con accompagnatore. Anche solo per curiosare.

Classe 1990, Veronica è un’ex studentessa dell’università degli studi di Verona. Dopo una laurea triennale in Lingue e culture per l’editoria e una magistrale in Editoria e giornalismo nello stesso ateneo, adesso lavora come copywriter e sogna di fare l’editor. La incontro esattamente un anno dopo il suo post, al Loacker Point, in occasione di uno degli incontri mensili del club di lettura, Principianti Book Club, da lei ideato esattamente un anno fa. Sei ragazzi sono seduti attorno ad un grande tavolo con una cioccolata calda tra le mani, una fetta di torta e la propria copia de Il rumore del tempo di Julian Barnes. L’atmosfera è proprio quella dei classici club di lettura che si vedono nei film, o almeno io li ho sempre immaginati così.

Da studentessa di editoria le chiedo: i tuoi studi hanno influenzato questa tua iniziativa o l’idea è nata dalla visione di un film o addirittura proprio da un libro?

No, penso avere in testa più o meno da sempre l’idea di avere o far parte di un book club. Sicuramente ci sarà stato qualche film come Il club di Jane Austen di Robin Swicord. Forse qualcuno che seguo su Instagram o Facebook ha basato il profilo o la pagina sull’idea del book club, ma di persona non ne ho mai preso parte perché molti sono troppo strutturati. Io non voglio mettermi su un piedistallo e fare la lezioncina, ma vorrei che si scegliesse insieme un libro e se ne parlasse dopo la lettura. Tutti allo stesso livello.

Scena dal film “Il club di Jane Austen”

Prima abitavo in un paesino piccolo e per incontrare qualcuno serviva spostarsi in macchina. Da un annetto e mezzo sto qui a Verona e ho subito pensato che in città fosse un’idea più realizzabile, tutto è più a portata di mano. Era tutta questione di logistica e organizzazione, ma per il resto avevo le idee abbastanza chiare. Da un giorno all’altro ho detto “dai proviamoci, vediamo cosa succede!”. Da subito ci siamo incontrati in quattro e così lo è stato per quasi un anno. Con l’apertura della pagina Facebook la cosa si è un pochino ingrandita, ma non mi interessa fare numero. Per me l’obiettivo era e rimane condividere. Siamo in tre persone? Va bene. Siamo in dieci? Ottimo!

Come pubblicizzi l’iniziativa?

Per un anno ho pubblicato le foto sul mio profilo Facebook e Instagram ed è ancora così, ma quest’anno ho aperto la pagina e da allora si è sparsa di più la voce. C’è chi l’ha trovata grazie a una ricerca correlata mentre navigava su siti di librerie. Io non pubblicizzo molto, al massimo chiedo a qualcuno dei miei amici di condividere gli eventi e i post per spargere la voce, ma non c’è nessun piano dietro. So di avere i miei fidelizzati e per adesso va bene così perché non ho aspettative. Mi piacerebbe avere un gruppo più ampio, ma non perché io abbia ambizioni. Non c’è un gruppo di questo genere in città e mi piacerebbe diventasse un punto di riferimento. So che in altre città ci si riunisce nelle librerie e arrivare a qualcosa del genere sarebbe bellissimo. Condividiamo tutti una passione, tutti parlano, tutti esprimono la loro opinione allo stesso livello. Io non voglio assolutamente mettermi al centro.

Principianti Book Club

Quando e dove vi riunite?

Ci riuniamo una volta al mese, questo è abbastanza fisso, ma il posto cambia praticamente sempre. Abbiamo provato le caffetterie del centro più in voga tra i giovani, ma spesso gli spazi erano troppo piccoli o troppo affollati. Spesso infatti ci incontriamo di sabato pomeriggio in modo che chi viene da fuori e chi lavora possa spostarsi e partecipare agli incontri più facilmente. L’idea è quella di avere una postazione più fissa, tranquilla, in cui sedersi a bere qualcosa senza pretese. La ricerca del posto perfetto è ancora in corso.

Con quale criterio vengono scelti i libri mensilmente? Vi basate molto sulle ultime uscite?

Voli separati

I libri da leggere li scegliamo insieme. Magari io mi sono appuntata una lettura che vorrei fare e la propongo. Se piace a tutti la scegliamo. Stiamo sempre sulle 200-220 pagine. Non deve essere un compito per casa, uno deve avere il piacere di leggere il libro scelto. Questo mese purtroppo il libro non ci ha soddisfatto e in molti non siamo riusciti a finirlo. La scelta è molto casuale, ma non abbiamo mai letto classici. Con i classici la lettura è più impegnata e sono dell’idea che non debbano essere imposti come lettura: ti posso dare un consiglio e invogliarti a leggerlo. Io al momento sono più attratta da opere contemporanee ad esempio. Per il mese di dicembre abbiamo letto Teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, il nostro primo saggio. Prima ci eravamo concentrati solo su romanzi e una raccolta di racconti, Voli Separati di Andre Dubus.

Come avviene la discussione?

Chi vuole prendere la parola dice la sua. Non andiamo in un particolare ordine, ma semplicemente chi ha voglia di dire qualcosa inizia a parlare e invoglia così gli altri a fare lo stesso.

E a te cosa piace leggere?

Al momento mi piacciono i contemporanei come ho già accennato. Sono iscritta a un po’ tutte le newsletter delle case editrici, mi ispiro alle ultime uscite oppure ai consigli in base agli autori già letti. Ultimamente mi piace molto la linea editoriale di NNEditore, una casa editrice indipendente di Milano nata da circa un anno e mezzo. Ha dei buoni titoli e molte cose le abbiamo scelte da lì. Ecco, posso dire che in effetti mi baso molto sulla casa editrice e da lì scelgo. Ho letto qualche autore russo, ho avuto un periodo fantasy nella mia vita e ovviamente ho letto Harry Potter (dice ridendo e indicando la penna con la quale scrivo le sue risposte).

In media quanti libri leggi all’anno?

Leggevo molto di più quando non lavoravo. Quando studiavo invece mi ritagliavo lo spazio. Quando ho compiuto 25 anni e volevo avere un progetto per questo traguardo, mi sono imbarcata nella lettura di un libro alla settimana. Ce l’ho quasi fatta perché ne ho letti 49, ma adesso la media si è abbassata drasticamente perché riesco a leggere circa 25-30 libri all’anno. Magari c’è l’anno in cui leggo solo libri brevi.

KindlePreferisci la carta o l’ebook? Sottolinei o tieni i libri intatti?

Leggo tutto. Ho il feticcio dell’avere il libro di carta, ma ho anche un Kindle che è comodissimo in spiaggia ad esempio. Sono iscritta alla newsletter di Amazon che ogni giorno manda la lista dei titoli in offerta. Da lì se c’è qualcosa che mi interessa compro il libro in formato elettronico altrimenti solitamente compro il libro di carta, ma non ho una preferenza. Dipende dall’uso.

Non sottolineo nulla e non segno le pagine. Tengo tutto a mente e, anche se non ho una memoria super visiva, se c’è qualcosa che mi piace particolarmente so dove trovarla nel libro. Se qualcosa mi colpisce particolarmente al massimo annoto la citazione. Faccio una fatica incredibile, ma raramente metto i segna pagina.

Cosa significa per te leggere?

È un arricchimento e, per citare Umberto Eco, è come vivere altre mille vite, altri mille anni che tu non puoi vivere se non attraverso la lettura. È un momento che prendo per me, è un momento di ricerca, di confronto, di crescita. Anche a livello lavorativo è utile. Ho a che fare con le parole tutto il giorno e se non leggi la scrittura ne risente tanto. Io amo molto più la lettura della scrittura, sono due cose che tratto separatamente, ma mi rendo conto che se non c’è una non c’è l’altra. È una sfida perché di fatto ti siedi e devi essere concentrato a fare una cosa sola. Quando hai 10-15 anni leggeresti sempre – ammesso che ti piaccia leggere. Se poi man mano che cresci arrivano responsabilità maggiori e riesci a prenderti sempre meno tempo, quello che riesci a ricavare per la lettura è sempre un tempo di qualità. Mi spiace molto sentir dire “Io non leggo!” perché dal momento che ci sono tantissimi generi, tantissimi autori e più libri di quanti ne potremmo leggere in una vita intera, è un peccato che qualcuno non riesca a trovare qualcosa che gli possa piacere. Non mi sento di giudicare, ma è una cosa che trovo triste e non mi spiego, perché per me è qualcosa di fondamentale e intrinseco. Banalmente infine riassumo con: è qualcosa che mi piace fare e faccio volentieri.

Hai fatto della lettura un lavoro?

Magari! Il mondo dell’editoria è inclusivo ed esclusivo allo stesso tempo. Per poterne fare un lavoro il tuo percorso non può fermarsi alla magistrale, bisogna fare un master e spesso quelli che ti portano realmente all’interno delle case editrici sono molto costosi. Io ho provato a mandare dei curriculum a varie case editrici del Veneto, ma da molte non ho mai ricevuto risposta. Adesso faccio la copywriter, ma il mio sogno è quello di fare l’editor.

5 libri che tutti dovrebbero leggere:Stoner, John Williams

  • La trilogia della pianura di Kent Haruf
  • Stoner di John Edward Williams
  • L’autrice Elizabeth Strout appartenente all’ultima letteratura americana che si concentra sulla persona e non sulla storia in sé, un po’ come Kent Haruf. Si concentra sulle piccole cose della vita e non sulla storia e sul contesto che sta alla base, elementi che invece entrano in secondo piano. Ha vinto il Pulitzer nel 2009 con Olive Kitteridge che è un romanzo di racconti. C’è un personaggio principale e tutti i racconti includono questo personaggio. HBO ne ha fatto anche una serie tv di 4 puntate.
  • La tetralogia di storie napoletane di Elena Ferrante: L’amica geniale, Storia del nuovo cognome, Storia di chi fugge e di chi resta, Storia della bambina perduta.
  • Il giovane Holden di Salinger. Tutti dovrebbero averlo letto. Salinger è stato uno scrittore controverso, difficile caratterialmente. Dopo essere stato in guerra un forte pessimismo ha preso il sopravvento. Ha provato per tutta la vita a scrivere racconti che venivano mandati e pubblicati dai giornali. Il giovane Holden era tra questi.

 

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Una risposta

  1. NiceFuture ha detto:

    grazie mille per la segnalazione Pass magazine ?

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