Plastica, questa amica nemica

Plastica rifiuti inquinamento
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La massa di rifiuti di plastica prodotta in Europa rende necessaria una nuova strategia

In Italia si ricicla solo il 41%

di Giulia Tartaglione

La sfida del ministro dell’Ambiente Sergio Costa è di rendere i palazzi della politica liberi dalla plastica monouso. Sulla questione si inizia a discutere in molte sedi istituzionali, comprese quelle italiane: da una parte le conseguenze dell’impatto della plastica sono sotto gli occhi di tutti, d’altra parte mancano ancora delle politiche efficaci a riguardo. L’unica certezza è che bisogna lavorare ancora di più sul tema, sia in fatto di sensibilizzazione, sia per riuscire a trovare valide alternative.

La strategia europea per la plastica

La “Strategia europea per la plastica” è forse il primo passo per trasformare il modo in cui i prodotti in plastica vengono disegnati, usati, prodotti e riciclati nell’Unione Europea. È evidente l’importanza di questo materiale nella nostra vita quotidiana: partendo dagli imballaggi che garantiscono la sicurezza degli alimenti e riducono i rifiuti alimentari, passando per i materiali di isolamento che consentono di risparmiare carburante e quindi le emissioni di CO2, fino ad arrivare alle materie plastiche biocompatibili che possono salvare vite umane consentendo l’innovazione in campo medico. Tuttavia, il modo in cui la plastica è attualmente prodotta, utilizzata e smaltita non permette di cogliere pienamente i vantaggi di un approccio economico più “circolare”.

25 milioni di tonnellate

Secondo PlasticsEurope, l’associazione dei produttori di materie plastiche, nel 2014 si contavano 25 milioni di tonnellate di rifiuti plastici in Europa. Di questi, solo il 30% è stato riciclato, il 39% è stato incenerito, il 31% è finito in discarica. In Italia ogni persona produce mediamente all’anno 35 chili di rifiuti da imballaggio di plastica, e solo il 41% viene poi riciclato. Se poi consideriamo l’impatto negli oceani, le cifre rimangono agghiaccianti. A livello mondiale ogni anno finiscono nei mari dai 5 a 13 milioni di tonnellate di plastica e si stima che questa rappresenti l’80% dei rifiuti marini. I rifiuti si scompongono in minuscoli frammenti che entrano nella catena alimentare, le microplastiche vengono mangiate dal plancton, il plancton dai pesci e i pesci da noi.

Cambiare rotta

È tempo di cambiare il modo in cui produciamo, utilizziamo e smaltiamo la plastica. Entro il 2030 tutti gli imballaggi presenti sul mercato dell’Unione Europea dovrebbero essere riutilizzabili e riciclabili. Chiunque può contribuire nel suo piccolo. Alcuni esempi? Separare i rifiuti negli appositi contenitori, evitare l’utilizzo di oggetti di plastica monouso, evitare prodotti con imballaggio eccessivo. Piccoli accorgimenti che possono contribuire ad un grande cambiamento, per noi e per un mondo sostenibile.


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