Per chi suona la campana?
Intervista all’ Imam.
Parigi, 13 Novembre 2015. Non è necessario rievocare il vicino ricordo degli avvenimenti che hanno sconvolto e dipinto di rosso la quotidianità di quel venerdì sera nella capitale francese. La notizia della tragedia si è diffusa in modo virale attraverso i social network: Facebook, Twitter, Instagram, i tre maggiori. PASS Magazine ha contattato Mohamed Guerfi, Imam della comunità islamica presso Verona, per capire quale risonanza hanno avuto gli attentati terroristici in una comunità religiosa che condivide la nostra realtà cittadina.
Chi è l’Imam? Che rapporto ha con i fedeli?
Imam significa “colui che sta davanti”, colui che guida i fedeli alla preghiera . È la guida spirituale e religiosa della comunità islamica, ma non solo. Egli guida le cinque preghiere giornaliere e il sermone del venerdì, che è letteralmente una predica alla comunità. A Verona ci sono 5 Imam, tra i quali io sono il portavoce. È una figura disposta all’ascolto e tenta di risolvere le problematiche che possono formarsi all’interno della comunità.
Quanti fedeli ci sono nella comunità islamica di Verona?
A Verona e provincia si contano circa 35.000 fedeli.
Come si sente la comunità islamica dopo i fatti di Parigi?
Il primo pensiero va alle vittime e ai loro famigliari, insieme alle nostre preghiere ed alle nostre condoglianze. Subito dopo affiora un forte sentimento di rabbia, perché non si possono commettere omicidi in nome di Dio, in nessuna religione, e ciò dimostra che loro non hanno capito niente dell’Islam.
Vi sentite traditi dai terroristi che in nome di Dio hanno compiuto la strage di Parigi?
No, non ci hanno tradito, perché loro non ci appartengono. Loro hanno tradito loro stessi, hanno tradito Dio. Affermano di essere musulmani, ma noi non li consideriamo parte della nostra comunità. Le loro azioni non possono essere giustificate; Dio ha detto di convivere con il prossimo, di onorare l’uomo, non di ucciderlo.
Nonostante le comunità islamiche abbiano preso le distanze e condannato questi atti, pensate che l’immagine della vostra religione ne sia uscita danneggiata?
Tutte le comunità islamiche hanno preso le distanze attraverso i loro rappresentanti e le numerose manifestazioni in Italia e in Europa, e anche qui a Verona hanno preso le distanze e condannato le azioni di questi criminali. Nonostante ciò abbiamo paura del pregiudizio, abbiamo paura di coloro che potrebbero fare di tutta l’erba un fascio. Come non tutti gli Italiani sono mafiosi, non tutti i mussulmani sono terroristi.
Se già avvertivate un sentimento di xenofobia nei vostri confronti, pensate sia aumentato dopo questi atti?
No, non è aumentato. C’è sempre stato da parte di qualche persona, ma abbiamo visto, soprattutto nei più giovani, un approccio diverso: cercano di comprendere, conoscere ciò che sta accadendo e la cosa che mi rende contento è che non si avverte alcuna tendenza a generalizzare e di questo ne siamo grati.
Come si sente nel vedere la sua religione manipolata per scopi politici o economici?
La manipolazione non è un fenomeno proprio dell’Islam: anche altre religioni sono state manipolate per scopi diversi dalla fede. Bush, ad esempio, utilizzò un termine religioso (crociata) per giustificare la sua guerra in Iraq e con la quale affermava di portare democrazia… una falsa democrazia! Il suo scopo era lo sfruttamento del petrolio in quella particolare regione. Non bisogna dimenticare che anche l’Occidente deve mettersi in discussione e riconoscere le proprie colpe: come fanno questi terroristi ad essere così forniti di armi? Perché sosteniamo dittature? Se non riconosceremo i nostri errori in quanto Occidentali, le vittime saremo sempre noi, le persone, e non le lobby delle armi o dell’energia. L’Europa deve prendere una posizione politica netta a chiara contro quello che sta succedendo e questo non è mai avvenuto; l’Europa ha bisogno di sviluppare una propria politica estera e dimostrarsi indipendente dagli Stati Uniti d’America e dalla Russia, e non porsi come loro seguace nei loro personali progetti. L’Europa ha bisogno di una presa di coscienza, è necessaria una denuncia a livello internazionale innanzi alle tragedie che avvengono e sono avvenute, e non di silenzi.
La sensazione che ho avuto ascoltando le parole di Guerfi è stata quella di un uomo che prima di tutto si sente cittadino e parte integrante della propria città, un uomo che si sente parte dell’Occidente, dell’Europa tutta e l’appartenenza o meno ad una religione non deve essere un limite per le persone, ma un loro personale ed intimo valore aggiunto ed indiscutibile. Perchè la fede va al di là dell’interesse politico e risiede nell’intimità di ognuno e non va condannata la religione che viene strumentalizzata per giustificare ideologie malate e cadute nel barbaro fanatismo.
Così si conclude l’intervista all’Imam di Verona, il quale con grandissima disponibilità ci ha permesso di avvicinarci e di conoscere meglio le dinamiche interne alla sua comunità Islamica, per fugare quei sentimenti di pregiudizio e diffidenza nei confronti di un mondo che già poco conosciamo e che a causa di criminali viene addirittura danneggiato agli occhi dei più.
Diana Gualtiero, con il contributo di Emanuele Ciccarino