“Non una di meno Verona” scende in campo per dare voce a chi non ne ha più
“Non una di meno Verona” continua la battaglia contro la violenza sulle donne e il 27 novembre si aggregherà alla manifestazione nazionale per riportare l’attenzione sul tema.
Continuiamo il mese dedicato all’eliminazione della violenza contro le donne avvicinandoci al nodo veronese di Non una di meno, spazio transfemminista orizzontale e partecipativo dove poter trovare ascolto, sostegno e formazione. Una rete solidale e collettiva che il 27 novembre parteciperà a Roma a una grande manifestazione nazionale per dire stop alla violenza di genere.
La denominazione Ni una menos, movimento a cui si ispira Non una di meno, riprende i versi di Susana Chavez, poetessa e giornalista messicana, attivista per i diritti umani e vittima di femminicidio, che scriveva “Ni una mujer menos, ni una muerta más (Non una donna di meno, non una morta in più)”. Ce ne parla Costanza, membro di Non una di meno Verona.
Chi siete e com’è nato il vostro movimento?
«Non una di meno è la declinazione italiana di Ni una menos, movimento femminista argentino che formalmente nasce nel marzo 2015 in risposta a una catena di femminicidi, purtroppo ancora molto diffusi soprattutto in America Latina. Nel 2016 il movimento arriva anche in Italia, a Roma per la precisione, e nasce come movimento contro la violenza di genere sulla base di un confronto tra diverse aree femministe. Negli anni ha ampliato moltissimo il proprio sguardo rivolgendosi anche a questioni come identità di genere, diritto all’aborto e ruolo della donna nella società».
Cosa distingue e rende unico il movimento?
«È un movimento nato dal basso, spesso in modo spontaneo. Ad esempio, il nodo veronese è nato nel 2017 da un gruppo di persone di diversa provenienza che non avevano mai fatto attivismo prima. La nostra caratteristica principale è quella di essere un movimento che si definisce intersezionale, femminista e transfemminista (dal latino trans, ovvero andare oltre). Ci si vuole concentrare, quindi, non solo sul genere ma si cerca di combattere tutte le diverse tipologie di discriminazione, incluse questioni di disabilità, razza o orientamento sessuale. È uno spazio in cui potersi esprimere senza timore, limiti o formazione femminista previa. Partiamo da noi e dalla nostra esperienza di vita».
Cos’è “Io ti credo”?
«Il nodo veronese transfemminista ha deciso di aprire uno sportello legale denominato Io ti credo, consapevole dell’esistenza di temi e situazioni che le istituzioni non riescono a intercettare, che non arrivano all’orecchio della polizia o che non riescono a diventare denuncia. Il tutto assistito da avvocatǝ e professionistǝ di fiducia. Questo servizio, assolutamente gratuito, è nato l’8 marzo 2020, a ridosso della pandemia. Lo scopo è dare uno spazio di ascolto in cui non ci si senta giudicatǝ e non si debba intraprendere obbligatoriamente un percorso. Inizialmente ci siamo scontratǝ con varie difficoltà connesse alla pandemia, come tribunali chiusi o incontri solo telematici, però adesso siamo prontǝ ad ampliarci. Non una di meno Verona, che ha da sempre mantenuto i contatti solo tramite email e social, ha deciso di aprire a breve una giornata d’incontro a cui si potrà partecipare senza la necessità di doversi prenotare. Uno spazio in cui si verrà assistiti da una sportellista in prima linea sempre a disposizione».
La manifestazione 27 novembre per combattere la violenza di genere
Non una di meno nazionale decide di riunirsi a Roma e scendere in piazza, con tutte le precauzioni e norme dettate dalla pandemia, per non dimenticare le innumerevoli vittime di femminicidi e di violenza di genere. Una giornata ricca di significato che ricorda non solo il 25 novembre (Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne) ma anche il 20 novembre (Transgender Day of Remembrance, ricorrenza della comunità LGBTQIA+ per commemorare le vittime di transfobia).
«Il 27 non sarà il nostro primo evento in programma – precisa Costanza -, perché martedì 23 novembre ce ne sarà uno sulle discriminazioni sul luogo di lavoro, come riconoscerle e affrontarle».
Per qualsiasi dubbio o ulteriori informazioni consultare i social di Non una di meno Verona, dove verranno indicati incontri, novità ed eventuali pullman per partecipare alla manifestazione del 27 novembre. È inoltre possibile presenziare a una assemblea pubblica che il movimento veronese organizza una volta al mese e che pubblicizza sui social.
Con questa manifestazione e grazie all’aiuto di reti solidali come Non una di meno si continua a lottare per porre fine alla violenza sulle donne e come dice uno dei loro slogan: «Siamo marea che non si fermerà, vogliamo diritti e libertà».