“No alla guerra”: Verona scende in piazza
Nel fine settimana Piazza Bra ha accolto manifestazioni per la pace in Ucraina. Oggi il prossimo appuntamento con una fiaccolata.
Nella notte tra il 23 e il 24 febbraio l’esercito russo ha iniziato operazioni militari in larga scala sul suolo ucraino. Ben presto, agli obiettivi militari strategici, come l’aeroporto di Ivano-Frankivsk, si sono sostituiti attacchi mirati a ospedali, banche del sangue e centri abitati. L’occupazione dello stato sovrano dell’Ucraina e la morte di civili hanno destato grandi proteste in Europa: anche Verona si è unita al dissenso con la partecipazione di migliaia di persone e il supporto dei lavoratori, dell’Unione degli Universitari, del sindaco e del vicariato.
L’incontro di sabato 26 febbraio è stato organizzato, insieme ai sindacati Cgil, Cisl e Uil, dalla Rete italiana di pace e disarmo, che dal 2014 promuove campagne di demilitarizzazione su scala europea e internazionale. I portavoce dell’associazione hanno lanciato un grande messaggio di solidarietà al popolo ucraino: l’azione di Putin è l’ennesima prova della necessità dell’educazione alla pace. «Se vogliamo che il cannone taccia per sempre, non dobbiamo costruire il cannone», dichiarano gli attivisti, denunciando la partecipazione dell’industria italiana, già dal 2012, alla fornitura dei carri armati Iveco che compaiono nei video dell’occupazione all’esercito russo, in aperta violazione della legge 185 dell’export sulle armi. Le dichiarazioni degli speaker sono state accolte con approvazione dalla piazza e hanno dato luogo a un piacevole contesto di discussione politica.
La manifestazione di domenica 27 febbraio, coordinata dall’Associazione Malve di Ucraina, ha avuto invece un taglio molto più commuovente. Ritrovatasi simbolicamente sotto la statua del Partigiano di Piazza Bra, la comunità ucraina veronese ha direttamente indirizzato i partecipanti al supporto delle azioni di resistenza del popolo ucraino con la partecipazione a una raccolta fondi per l’invio di medicinali al fronte. L’organizzazione del Carnevale di Verona ha poi, per l’occasione, istituito il banchetto solidale degli ‘gnocchi della pace’, sottolineando ancora una volta l’importanza del supporto della comunità locale. Le rappresentanti dell’associazione hanno pronunciato importanti discorsi di rivolta e amore per la patria, in italiano e ucraino, e letto i messaggi dei loro cari in guerra. All’atmosfera di grande fratellanza anche romeni e bielorussi, con cartelli contro Lukashenko, hanno unito le loro voci.
L’inno di Ucraina ha concluso le manifestazioni di questo fine settimana, con un ultimo monito: continuare a supportare la causa ucraina e lavorare per far concludere quanto prima il conflitto.
Articolo di Sofia Mischi