Viviamo la modernità. Ma ne capiamo l’arte?

mostra contemporanee, contemporanei
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La mostra Contemporanee/contemporanei: un’arte che parla a tutti. Intervista a Pierfrancesco Bettini, studente di medicina in rappresentanza del progetto

di Gianmaria Busatta

Si tratta di un nuovo ed inedito progetto di sensibilizzazione e formazione all’arte contemporanea, nato grazie a un accordo di collaborazione tra l’Università di Verona e l’associazione culturale AGI Verona del collezionista Giorgio Fasol.

Che presenta più di 80 opere nelle varie sedi dell’ateneo veronese, in un progetto espositivo a cura di Denis Isaia. Cuore dell’esposizione è il complesso di Santa Marta, spazio che accoglie conoscenza, innovazione e sperimentazione, aperto alla comunità universitaria, alla città e al territorio. Martedì 10 settembre alle 17:45 ci sarà l’inaugurazione.

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Il progetto è stato presentato a Palazzo Giuliari lo scorso giugno da un comitato scientifico composto dal rettore Nicola Sartor, da Giorgio Fasol, e dal soprintendente ad Archeologia, belle arti e paesaggio di Verona, Fabrizio Magani. Al comitato si aggiungono anche Francesca Rossi, direttrice dei Musei civici e membro del comitato scientifico, il critico e curatore d’arte Denis Isaia del Mart di Rovereto, Valerio Terraroli, docente di Storia della critica d’arte in ateneo, Tommaso Cinti, designato da AgiVerona, e Pierfrancesco Bettini, studente di medicina in rappresentanza del Consiglio degli studenti, intervistato dalla Redazione.

L’obiettivo di questa mostra non è solo la valorizzazione di opere esposte, ma anche avvicinare i giovani all’arte. Si tratta di una mostra unica in Italia. (Pierfrancesco Bettini)

Contemporanee/contemporanei. Qual è il significato del nome della mostra?

Contemporanee sono le opere, contemporanei sono sia i fruitori delle opere sia gli artisti. Questo progetto si propone di mostrare come il lavoro prodotto dai contemporanei sia un’arte che tenta di leggere la contemporaneità, senza, tuttavia, svilire l’antichità; si tratta di una contemporaneità consapevole, completa, che comunque studia e si costruisce anche sull’arte del passato.

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Pierfrancesco Bettini

Gli studenti sono i principali destinatari di questa iniziativa. Ritieni il progetto Contemporanee/contemporanei significativo nei luoghi universitari?

Assolutamente sì. L’Università è il luogo della creazione e dello studio della cultura, l’ambiente della ricerca. Un luogo in cui i giovani rappresentano una risorsa per la società e ad essi è offerto un motivo di arricchimento del proprio percorso di studi grazie a questa mostra.

Attraverso quali modalità? A prescindere dai propri interessi personali, il programma di moltissimi corsi di studio non si avvicina all’arte.

Contemporanee/contemporanei è aperto a tutti gli studenti di tutti i dipartimenti. L’arte contemporanea è una lingua nuova, e come ogni lingua, per capirla, è necessario saper ascoltare. E la miglior predisposizione all’ascolto è il silenzio. L’università, non solo secondo me, ma anche a parere del comitato, è il luogo del silenzio, il luogo in cui i giovani vogliono ascoltare. Ascoltare per imparare, crescere e confrontarsi. Con questa predisposizione, a prescindere dalla propria formazione, da tutti i dipartimenti può nascere e svilupparsi l’arte contemporanea.

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un’opera della mostra

In quali termini si può ascoltare l’arte contemporanea?

Innanzitutto, si tratta di un’arte che deve essere ascoltata senza pregiudizi. Occorre approfondire, capire cosa ci sta dietro, come, ad esempio, la storia e l’esperienza dell’artista. A differenza dell’arte antica, che è accessibile a tutti, parla a tutti, è bella per tutti, l’arte contemporanea parla sempre a tutti ma non è immediatamente compresa dalla totalità del pubblico. È complessa e molto concettuale: parla di concetti attraverso concetti. Per essere capita serve un percorso, che non è mai standard, ma dipende dai fini e dal bagaglio culturale dell’artista e del pubblico stesso.

Quanto durerà la mostra?

Agi consegnerà all’Università circa un centinaio di opere per un comodato di durata pari a cinque anni, un periodo necessario per raggiungere un pubblico il più grande possibile e permettere agli studenti, ai docenti e alla cittadinanza di vivere un’esperienza artistica graduale, approfondita e reiterata.

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Dove sono esposte le opere?

La maggior parte delle opere sono esposte a Santa Marta, ma ce ne sono altre anche a Palazzo Giuliari, in chiostro San Francesco e nel chiostro di Giurisprudenza.

Oltre all’approfondimento personale circoscritto alle singole opere d’arte, il progetto offre agli studenti qualche iniziativa concreta?

Contemporanee/contemporanei prevede la realizzazione di visite guidate, workshop e appuntamenti con artisti, critici, scrittori, galleristi, curatori di mostre e direttori di musei, operatori culturali. Ai dipartimenti viene data la possibilità di apportare competenze e dar vita a progetti didattici innovativi. Contattando il comitato, inoltre, ciascun studente può “adottare” un’opera, cioè studiarla in modo approfondito, venire a conoscenza del percorso culturale dell’artista, ed entrare, infine, in contatto con quest’ultimo e il collezionista. Un modo, insomma, per entrare nel vivo dell’arte contemporanea e affidarsi alla propria curiosità e creatività.

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