Medici Senza Frontiere a Univerò

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L’organizzazione umanitaria si presenta agli studenti

di Martina Minoletti

“Non abbiate paura, c’è un mondo che vi può dare tanto”: queste le parole che hanno maggiormente colpito gli studenti presenti all’evento UniveròMedici Senza Frontiere: Professioni Sanitarie e non solo”. Sono intervenuti Elda Baggio, chirurgo e docente dell’università di Verona, Laura Latina, ostetrica, e Enrico Vallaperta, infermiere.

La coordinatrice della conferenza, Elda Baggio, decide inizialmente di non mostrare foto e spiega il motivo: “Una fotografia non ha odore, una fotografia non ha dolore, vedere la violenza con i propri occhi è diverso”. La docente presenta lo sviluppo del diritto alla salute, uno dei diritti umani fondamentali, i quali assicurano, o dovrebbero assicurare, uno standard di vita adeguato e il benessere generale di tutti.

L’obiettivo dell’incontro con gli studenti è far capire che a Msf non servono solo professionisti in ambito sanitario: c’è bisogno di tanta gente che coordini e gestisca le situazioni nel loro complesso. Per questo vengono presentate quelle che sono le professioni di Medici senza frontiere: tecnici logistici, psicologi, coordinatori di progetti, mediatori culturali e manager di comunicazione. Rispetto a medici e infermieri, che costituiscono la base dell’organizzazione, queste figure sono spesso considerate secondarie, ma si rivelano, in realtà, essenziali in ogni missione.

Elda Baggio prosegue con il racconto delle proprie esperienze personali e professionali, presentando le missioni a cui ha partecipato con Msf. Somalia, Repubblica del Congo, Yemen e Iraq: ognuno di questi viaggi porta con sé delle storie impossibili da dimenticare. In Somalia è in corso “una guerra dimenticata”: le ingiustizie sono all’ordine del giorno e le donne subiscono per il 99% mutilazioni genitali. Nella Repubblica del Congo, al Nord, esiste una zona del sottosuolo molto ricca e perciò aspramente combattuta: in questa regione esistono tutt’oggi tredici movimenti armati. La popolazione scappa perché la situazione è invivibile e moltissime donne vengono violentate, “è uno sport nazionale”, spiega Elda Baggio, cercando di interrompere per un istante la serietà calata sull’aula. Tra le tante foto delle missioni proiettate che raffigurano gli effetti delle armi, una in particolare colpisce l’attenzione dei presenti: è un bambino con un segno molto evidente al giro collo. “Voleva impiccarsi, non ce la faceva più”, spiega la docente.

La conferenza prosegue con la testimonianza di Laura Latino, che ha studiato all’università di Verona, da dove è decollata la sua grande carriera da ostetrica. Ora lavora tra Sydney e Parigi e con il suo fare intraprendete e solare incita i partecipanti all’evento a non fermarsi mai. Enrico Vallaperta, infermiere, dopo aver illustrato il suo percorso di studi, sottolinea la professionalità di Msf: “le ong richiedono collaboratori che mettano a disposizione tutta la loro conoscenza”. In contesti di emergenza, spiega, non può bastare il titolo di studi: bisogna fare esperienza per essere pronti a partire.

Elda Baggio chiude l’evento con un monito per tutti gli studenti, ma non solo: “Cercate di essere aperti a un mondo più largo di quello in cui viviamo adesso”.

 

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