Matteo Martino e la figura del proposal specialist
Proseguono le interviste di Pass Magazine per la rubrica degli ex-studenti.
Presentiamo quindi Matteo Martino che si è laureato nel 2015 in chimica industriale all’Università Ca’ Foscari di Venezia e ha conseguito il master in project management all’Università degli Studi di Verona nel 2020.
Qual è stato il tuo percorso formativo?
«Sono partito dall’istituto tecnico industriale dove ho studiato chimica. Ho continuato poi a studiare chimica industriale all’università sia in triennale che in magistrale alla Ca’ Foscari di Venezia. Ho deciso di studiare chimica grazie a un’ottima professoressa della seconda superiore che mi ha fatto appassionare molto alla materia».
Che tipo di opportunità offre una laurea in chimica?
«La laurea in chimica offre molte opportunità in ambiti che vanno dalla ricerca sui principi attivi farmaceutici a eseguire le analisi sul vino. All’estero è sicuramente più facile trovare lavoro con una laurea in chimica, ma dipende sempre dal settore che si sceglie. I principali sono quello energetico, petrolchimico e farmaceutico».
In che ambito lavori ora?
«Il settore in cui lavoro al momento è quello farmaceutico. La mia azienda è una Cdmo (Contract Development and Manufacturing Organisation) e produce principi attivi farmaceutici per conto terzi. I nostri clienti, quindi, sono aziende farmaceutiche che hanno bisogno di esternalizzare la produzione in altri siti. Essendo un’azienda che gestisce ordini per conto terzi necessita di figure che seguono i progetti nel momento in cui arriva un nuovo farmaco che deve essere portato in produzione. Il progetto consiste prima in una parte di ricerca e sviluppo per poi arrivare alla produzione effettiva. I progetti sono seguiti dal project manager, ma prima serve la figura del proposal specialist. Il proposal specialist imposta il progetto, raccoglie i contributi delle varie funzioni con la stima dei tempi e dei costi di ogni attività, e prepara poi l’offerta commerciale. Questo è quindi il mio ruolo nell’azienda. Si tratta di una figura meno comune rispetto a quella del project manager, ma che esiste in aziende grandi. È una professione che prevede conoscenze in vari ambiti. Bisogna avere conoscenze tecniche, nel mio caso la chimica. Bisogna avere un minimo di conoscenze gestionali per riuscire a far andare d’accordo le varie funzioni. Bisogna avere delle conoscenze in project management, delle conoscenze in ambito economico per calcolare i costi, e anche conoscenze di legislazione perché è la figura che stende la prima versione dell’offerta che poi viene rivista dall’ufficio legale».
La scelta di seguire il master in Project Management all’Università degli Studi di Verona è stata quindi una scelta naturale data la tua figura professionale. Come hai trovato la gestione del master?
«Si tratta di una scelta naturale vista la mia professione, specialmente perché la laurea in chimica dà conoscenze specifiche di quest’ambito. Lavorando in ambiti che non riguardano propriamente l’aspetto tecnico, è necessario quindi integrare altre conoscenze di ambito economico e giuridico. Sicuramente posso dire che il master è più rivolto a fare il project manager che a fare il proposal specialist, però ovviamente prima di proporre un’offerta devo valutare e impostare il progetto».
Ti sei trovato bene con questo master? Lo consiglieresti?
«Il master è organizzato molto bene perché, svolgendosi solo durante il weekend, è adatto a chi lavora durante la settimana. È stato assolutamente utile perché mi ha permesso di integrare conoscenze che non avevo. Ovviamente lavorando, negli anni, alcune cose si imparano ma, per avere una visione più complessiva della materia in sé, questo master mi ha aiutato molto. Per questo motivo mi sento di consigliarlo più ad una persona che è già inserita nel mondo del lavoro piuttosto che ad uno studente dopo la laurea magistrale. Questo perché è importante l’integrazione tra i concetti teorici spiegati a lezione e l’applicazione nel lavoro. Se avessi avuto la possibilità di frequentare un corso a scelta del genere all’università, probabilmente non l’avrei scelto, perché non ne avrei compreso la sua importanza. In particolare, di quanto l’ambito del project management si applica anche in un corso di studio con una formazione molto tecnica».