Massimo Bray: “Si può vivere di cultura in Italia?”
L’intervento del direttore generale della Treccani a Univerò.
di Laura Chilla e Francesca Zanoni
In Italia si vive ancora di tradizione culturale, elemento unificante che porta ricchezza al nostro Paese. Per valorizzarla sono necessarie istituzioni che la rendano fruibile a un pubblico ampio. È questo l’obiettivo perseguito dall’Enciclopedia Treccani, diretta da Massimo Bray, ospite il 24 ottobre di Univerò, festival dell’orientamento organizzato dall’ateneo veronese.
Bray ha cercato di rispondere a un quesito frequente tra gli esperti del settore e non solo: “Si può vivere di cultura in Italia?”. Secondo il direttore della Treccani, se ne deve vivere: il bel Paese, che rappresenta solo lo 0,2% delle terre emerse, possiede circa il 60/70% dei beni culturali mondiali.
Un altro punto di forza del nostro patrimonio è il paesaggio, di cui però è cambiata la percezione. Bray, tramite un esempio di Rougès, ha voluto sottolineare come l’idea predominante nella società contemporanea sia rappresentata dal centro commerciale. Secondo il direttore, questo mutamento è avvenuto a causa di uno scarso interesse alla conservazione del territorio che ci circonda.
Molte sono, tuttavia, le iniziative che stanno nascendo proprio allo scopo di valorizzare la nostra tradizione. Un esempio sono i festival culturali: se ne contano più di mille all’anno nel nostro Paese. Tra questi, il Salone nazionale del Libro di Torino riveste un ruolo di spicco. La rassegna, che si tiene nel mese di maggio, mira a divenire punto di riferimento per la cultura letteraria, settore dalle grandi potenzialità in termini di occupazione.
Bray ha sottolineato come, per raggiungere questi obiettivi, sia fondamentale la creazione di un sistema che unisca le varie associazioni e istituzioni culturali. È necessario, inoltre, riuscire ad unire tradizione e innovazione sfruttando le nuove tecnologie, come messo in atto dalla Treccani nel suo recente progetto, riguardante i libri d’arte.