Stranamente surreale: Margherita Dolcevita
Margherita Dolcevita è come una barca in un mare in tempesta: inutile sarà tentare di prevedere il finale, tanto Stefano Benni, come un’onda anomala, ci riporterà ogni volta in alto mare fra mille dubbi.
Del resto si inizia questo libro con una dolce Margherita immersa nel suo mondo fiabesco, che rivendica lo stretto contatto con la natura e dominato dalla semplicità delle piccole cose, per poi finire con un finale sconcertante.
Ma partendo dal principio, parte fondamentale del libro è la stessa protagonista: una ragazzina di 15 anni nel pieno della sua adolescenza, dunque divisa fra la bambina dai capelli come “una piantagione di fusilli” e distaccata dai canoni di bellezza perché “se dimagrissi sarei sempre tesa per la paura di ingrassare, invece così sono tranquilla”, e la donna che prova i primi innamoramenti con annesso autoerotismo.
Il tutto in un ambiente genuino e una famiglia aperta che predilige una certa autenticità della vita, senza ipocriti fronzoli borghesi o conformismo alla società. D’altra parte però come ogni famiglia ha le proprie debolezze, che nel loro caso si riflettono tutte nella mancata affermazione delle loro origini. Handicap si rivelerà essere così grave da farli cadere senza troppa fatica nell’ “incantesimo nero” dei Del Bene, una famiglia da poco trasferitasi nel loro quartiere e definibile come l’esatto opposto della famiglia di Margherita: moderni, consumisti, tecnologici e contraddistinti da un atteggiamento falso e opportunista, che a tratti assume delle sfumature fantascientifiche.
Vi starete chiedendo cosa significhi in questo contesto la parola “fantascientifiche”, lasciate che a spiegarvelo siano la colonizzazione dei cubi di vetro, i vari tentativi di raccogliere informazioni sui loro vicini o il lavaggio del cervello che sembra aver subito la famiglia di Margherita da parte dei Del Bene. La fantascienza poi si farà particolarmente esplicita in un dialogo fra Margherita e la madre, che reagisce come un automa ai pulsanti di un telecomando:
“Sto premendo il tasto replay, te lo ordino mamma, torna indietro nel tempo! Lei ha avuto una specie di scossa, mi ha guardato come se mi vedesse solo allora e ha detto: -Margherita, una cosa terribile, Lenora piangeva al telefono, mi ha detto che è successo qualcosa di brutto a suo figlio, poi ho sentito la voce di Frido e la comunicazione si è interrot… Non ha potuto finire. Papà mi ha strappato il telecomando dalle mani e ha premuto il tasto off.”
In questo passaggio inoltre emerge come non sia solo la madre ad essere un possibile automa ma anche Margherita ad avere degli ipotetici poteri sovrannaturali. Fatto che non ci stupirebbe considerando la sua amicizia con la Bambina di Polvere, un personaggio enigmatico e primitivo che nel tentativo di proteggere distrugge, come solo la natura sa fare.
Benni così è riuscito a regalarci un libro surreale alla luce delle contraddizioni che lo caratterizzano: lo scontro fra bene e male, fra colonizzazione tecnologica e magia della natura, fra autenticità della vita di Margherita e pazzia mentale di Angelo. Una coppia che non poteva certamente passare inosservata allo scrittore.