Libri, musica, film e serie tv: i consigli di Pass
Dopo aver affrontato lunghi pranzi e cene di Natale, la Redazione di Pass consiglia ai propri lettori alcune letture e film da vedere durante queste vacanze.
Quale modo migliore per riprendersi da pranzi e cene natalizie leggendo un libro, ascoltando musica, guardando un film o una serie tv? Ecco i consigli della Redazione di Pass che augura ai propri lettori buone feste.
Se durante queste vacanze natalizie volete immergervi in un romanzo in stile Dark Academia, Samantha suggerisce Dio di illusioni di Donna Tartt. Una storia di cinque ragazzi del college ambientata in pieno inverno nel Vermont, la terra delle nevi. Tra una lezione e l’altra di greco antico, quest’élite di giovani vive di eccessi e di illusioni fino a quando una notte il loro mondo inizia a crollare. Un romanzo di 600 pagine che vi terrà incollati alla lettura per scoprire il finale della storia.
Vittoria invece consiglia: Il Cardellino. Un romanzo di formazione che, nonostante le sue dimensioni, si legge tutto d’un fiato. La vicenda ruota attorno alla crescita travagliata di Theo e mostra come si possa sopravvivere anche quando tutto sembra improvvisamente perduto e come l’amore, anche per un cardellino, sia la forza per andare avanti. Dedicato a chi sta passando un brutto momento e gli sembra di non vedere mai la luce, a chi vuole distrarsi con una storia avvincente, a chi ama leggere ed è appassionato di arte.
Q di Luther Blissett di Einaudi è invece il consiglio di Alessandro. Non è natalizio, ma fatevi un regalo leggendo un capolavoro. È il romanzo d’esordio del gruppo di scrittori poi noto come Wu Ming, che quando pubblicarono Q nel 1999 usavano ancora lo pseudonimo collettivo Luther Blissett. Romanzo storico costruito con maestria, il ritmo accelera lentamente verso l’esplosione finale. Due avversari nel cuore delle lotte di religione del Cinquecento: il protagonista dai mille nomi si deve confrontare nel corso di tutta la vita con la spia Q, al soldo di un potente cardinale. Dalla Germania, al Belgio, all’Italia: un racconto avvincente nel cuore di un’Europa in formazione.
Per chi ama i classici, Gloria suggerisce Jane Eyre di Charlotte Brontë. Chi ha voglia di fare un tuffo nel passato e di innamorarsi durante queste vacanze natalizie deve assolutamente leggere questo romanzo. Una storia travolgente ambientata nell’Inghilterra del 1800, dove tra sofferenze e piccoli attimi di felicità Jane si racconta al lettore. Leggere questo romanzo significa immergersi nella sua vita tormentata, alla ricerca di serenità e di quell’amore che non ha mai ricevuto. Un viaggio in cui sarete accompagnati da misteri, passione e coraggio, e scoprirete come anche nei momenti difficili ci possano essere grandi sorprese come se fosse una magia, un po’ come a Natale.
Per chi invece non ha troppa voglia di leggere, Alessandro consiglia la serie tv di Amazon Prime L’uomo nell’alto castello. Tratto da un romanzo di Philip K. Dick, uno dei più classici “e se”. E se i nazisti avessero vinto la seconda guerra mondiale? Quattro stagioni da dieci puntate che iniziano nei primi anni ‘60 in un’America divisa fra “Grande Reich Nazista d’America” e “Stati Giapponesi dell’Oceano Pacifico”, con Washington spazzata via da un’atomica. La guerra fredda in questo mondo non è fra Usa e Urss, ma fra Berlino e Tokyo. Racconto corale con più protagonisti di una lotta per la libertà che supera ben presto la barriera del verosimile per tuffarsi nella fantascienza.
Per coloro che preferiscono invece i film Vittoria consiglia E noi come stronzi rimanemmo a guardare. Ambientato in un futuro ipertecnologico dove ci si innamora solo se un logaritmo dice che c’è affinità, assistiamo alle sfortunate vicende di Arturo che da manager aziendale di successo si ritrova a fare il rider sottopagato a 50 anni. Nulla però sembra così orribile se si riesce a trovare qualcuno che sappia ascoltare e strapparci un sorriso, anche se è solo un ologramma. Perché guardarlo? Per riflettere con ironia sul presente e dare maggior importanza alle piccole cose che ci circondano. Possibilmente lontano dagli schermi.
Michele infine consiglia un po’ di musica con l’ascolto dell’album La Buona Novella di Fabrizio de Andrè. Un disco complicato che ha già superato i cinquant’anni di età, ma che rapisce, se lo si ascolta con attenzione. E forse il periodo natalizio può essere il momento giusto per recuperarlo, visto che parla di Gesù di Nazaret. Il disco, uscito nel 1970, racconta le vicende più conosciute della storia di Cristo, ma viste da un punto di vista “diverso”: quello dei Vangeli Apocrifi, che De Andrè raccolse e cercò di trasformare in musica e poesia. E la storia ci suggerisce che ci sia riuscito.
Si parte dall’infanzia di Maria. Il cantautore genovese ce la racconta come una bambina di dodici anni, che dei sacerdoti danno in sposa a un “vecchio” falegname con dita troppo secche per chiudersi su una rosa. Si prosegue con l’inno Ave Maria, un omaggio alla femminilità e all’essere madre. Una madre normale, con le paure e i difetti che tutte le donne possono avere. Chiude il disco una delle poesie messe in musica più belle del cantautorato italiano: Il testamento di Tito.
De Andrè fa un miracolo, – mai parola fu più azzeccata – rivisitando i dieci comandamenti dal punto di vista di Tito, uno dei ladroni crocifissi con Cristo. Il poeta riesce a rendere terreno ciò che per definizione è divino. La Buona Novella riesce infatti per la prima volta (e forse l’unica) a far immedesimare realmente l’uomo in Gesù; riesce a riscrivere, anche solo per un attimo, la religione; riesce a spiegare il cristianesimo a chi crede in Gesù e non in Cristo; riesce a eliminare l’alone di divinità dalla figura dell’uomo di Nazaret come si può notare nei seguenti versi:
“Io nel vedere quest’uomo che muore
Madre, io provo dolore
Nella pietà che non cede al rancore
Madre, ho imparato l′amore.“