Ma voi lo sapevate che, salendo in aereo e guardandovi intorno, quasi una persona su due ha paura di volare? Magari una di quelle persone su due siete proprio voi, e vi pare pure di essere gli unici cretini coi sudori freddi, lo stomaco in subbuglio prima di partire e il cuore a tremila al momento del decollo. Ebbene sì, non siete soli, avete quasi metà aereo che con estrema nonchalance se la sta facendo sotto. Però non lo si nota, perché mostrarsi spaventati e ammettere una fobia è imbarazzante, per gli uomini soprattutto, tant’è che la statistica del 50% può pure essere falsata, e perché razionalmente come sanno tutti l’aereo è il mezzo più sicuro del mondo. Il mezzo più sicuro del mondo, il più sicuro, più sicuro, sicuro sicuro sicuro. Un mantra, una preghiera, una mitragliata incessante di lucidità contro un burrone di infinito e nero terrore.
Chi vi scrive è uno che soffre di aerofobia. L’aerofobia è una fobia che può grossomodo dividersi in tre sottogruppi, a seconda dell’intensità: c’è chi durante il volo ha un po’ d’ansia, magari quando sente turbolenze o nei momenti di decollo o atterraggio, chi invece evita l’aereo finché gli riesce ma che se strettamente necessario ci sale, e chi infine non osa metterci piede nemmeno sotto tortura. Io faccio parte del primo, fortunatamente, e nonostante ci sia chi sta peggio odio con tutto me stesso sentirmi a disagio. Perché ogni mio amico, persino mia nonna, vola serenamente e io no? Perché sono più tranquillo in parapendio, che se arriva una folata storta mi manda ad abbracciare gli alberi, piuttosto che in aereo? Perché ho paura?!
La finalità di quest’articolo? Aiutarvi, chiaro.
Ma l’intento iniziale era, senza avere uno scopo in testa, di raccontarvi dell’incidente aereo Air France del 2009, perché chi ha paura di volare ama anche farsi del male, cercando i peggio video su youtube, guardando il meteo prima di partire, leggendo informazioni a più non posso su ogni stramaledetto disastro. Ho capito che non aveva senso terrorizzare il 50% di voi, e magari far venire ansia pure agli altri. Perché gli incidenti aerei, come quello del 2009, esistono e sono appunto incidenti, casualità tanto inaspettate quanto assurde, degli sbagli. Incidenti come quelli che avvengono in auto, in casa, in bici, camminando. Solo molto meno probabili.
Ha più senso invece darvi una mano, come io l’ho data a me stesso, con un semplice libro, che contiene diversi punti che vi faranno ragionare sul vero significato della paura che provate, e che al contempo vi scioglierà ogni dubbio, anche tecnico, riguardo il volo. E se si rompono le ali? L’ala è un pezzo unico, ed è progettata per sopportare sollecitazioni che in natura non troverà mai. E se si spengono i motori? Ci sono rigidi controlli, le probabilità che uno si spenga sono remote, figuriamoci due, ma anche fosse l’aereo planerebbe senza problemi. E le turbolenze? E il maltempo? E il carrello che non scende?
Volare senza paura è facile se sai come farlo, di Allen Carr, sicuramente vi darà una mano. A me è servito, così come a molti altri, e anche se provo ancora ansia quando sono per aria sicuramente sto meglio di prima, perché conoscere meglio se stessi e il mezzo aiuta ad abbattere l’ignoranza, che in ogni campo genera uno tra i più terribili e limitanti dei sentimenti: la paura. Consideratelo un primo passo.