La vicenda del bando alloggi Esu: un riassuntone
L’azione degli studenti e dei gruppi studenteschi ha portato alla rettifica del bando problematico, garantendo un’assegnazione delle residenze più equa e comprensiva delle difficoltà dei borsisti.
di Dragana Jelcic
Lo scorso 27 giugno è stato pubblicato il nuovo “Concorso per l’assegnazione del servizio abitativo” dall’Esu di Verona. Le modifiche apportate per l’anno accademico 2019/2020 hanno sollecitato in poco tempo numerose critiche da parte degli studenti.
Alcuni degli articoli del nuovo bando sono stati percepiti come discriminatori e poco comprensivi delle reali condizioni economiche degli studenti fuori sede che usufruiscono del servizio. Uno dei punti critici sottolineati è l’articolo 4 del concorso, che indicava cinque strutture abitative disponibili per i borsisti, escludendo le sedi di Corte Maddalene e di via del Seminario (ovvero 171 posti letto dei 252 esistenti) senza alcun apparente motivo. Essendo le due strutture le più recenti e le più attrezzate, la scelta di riservarle per gli studenti in grado di pagare è stata interpretata come discriminatoria e ingiusta.
Silvia Corbu, studentessa che usufruisce del servizio fornito da Esu da tre anni, ha espresso il suo rammarico su “La Gallina Ubriaca”, dove ha pubblicato una “Lettera aperta all’Esu di Verona”, affermando che «Lasciare le residenze di via Seminario e di Corte Maddalene ad uso esclusivo degli studenti con maggiore disponibilità economica dà adito ad una vera e propria ghettizzazione degli studenti con reddito inferiore».
La sua è stata una delle prime voci di protesta, alla quale si sono poi aggiunte quelle del Consiglio degli Studenti e di alcuni gruppi studenteschi dell’università (Oltre, Udu, e Studenti Per dell’Accademia delle Belle Arti), che hanno contribuito a sollevare il problema.
Le controversie però hanno riguardato anche il punto 17 del bando che riguarda le modalità di pagamento: da quest’anno, oltre alla caparra di 210 euro prevista anche gli anni scorsi, gli studenti sarebbero stati tenuti a pagare anche due mensilità anticipate. Il tutto inoltre doveva essere versato prima dell’assegnazione delle borse di studio regionali, aggravando di conseguenza il disagio di coloro che già si trovano in situazioni di difficoltà economica.
Un’ulteriore novità che ha causato dissenso è stata la revoca della possibilità di accedere alle residenze nel mese di settembre. Diversamente dagli anni passati, il nuovo bando avrebbe permesso l’accesso agli alloggi dal primo di ottobre, non tenendo conto delle necessità di chi deve sostenere esami universitari nella sessione autunnale e obbligando molti studenti a cercare soluzioni alternative.
La direzione dell’Esu di Verona ha tentato inizialmente di giustificare le proprie scelte dichiarando in un’intervista al quotidiano “L’Arena” che «Il primo bando si è limitato a cinque [degli edifici] per ragioni organizzative e non è detto, se sarà superato il numero di richieste da parte di studenti borsisti, che non vengano indetti altri posti in altre residenze», riferendosi alla polemica delle due residenze escluse dal bando. La richiesta delle due mensilità aggiunte alla caparra è stata invece definita una «forma di garanzia» per tutelare l’ente, necessaria per via di precedenti «episodi di false dichiarazioni».
Questa risposta non ha soddisfatto gli studenti e i gruppi studenteschi. I rappresentanti degli studenti si sono attivati aprendo un tavolo di lavoro e di confronto con i soggetti istituzionali che si occupano della gestione degli alloggi, nel tentativo di ottenere soluzioni concrete alle problematiche ancora irrisolte. Udu e Studenti Per hanno invece iniziato una raccolta firme e si sono impegnati a raccogliere proposte da parte degli studenti.
Nella speranza di poter giungere ad una soluzione, il 10 luglio si è tenuto un incontro fra i rappresentanti degli studenti e la direzione di Esu. All’incontro hanno presenziato la presidente del Consiglio Studenti Elena Lucia Zumerle, il vicepresidente di Esu e rappresentante degli studenti nell’ente Nicola Marson, la rappresentante dell’Accademia delle Belle Arti Sharon Maltese e la rappresentante dei residenti degli alloggi Sivlia Corbu. Gli studenti hanno dialogato con la presidente di Esu Francesca Zivelonghi e la direttrice Francesca Ferigo che si sono dimostrate disposte a trovare un compromesso, rivedendo i punti critici del bando e ammettendo che essi risultavano essere discriminanti nei confronti di molti studenti.
L’incontro ha portato a traguardi importanti e il giorno seguente, l’11 luglio, è stato pubblicato sul sito dell’Esu il nuovo bando: le due sedi mancanti sono state reinserite nel bando e la questione delle tariffe da pagare in anticipo è stata risolta con la suddivisione degli studenti borsisti in tre fasce di reddito basate sull’Isee che moderano le modalità e i tempi di pagamento e stabiliscono l’esenzione dal pagamento della fascia più bassa.
È inoltre già previsto un ulteriore incontro con la direzione di Esu la prima settimana di dicembre, per valutare eventuali problematiche e discutere proposte per il prossimo bando.
Se qualcuno dei gruppi o enti coinvolti volesse aggiungere il proprio punto di vista o aggiungere dettagli, inviateci una email a passunivr@gmail.com.