La televisione non è un soprammobile
Il 21 novembre è la Giornata Mondiale della Televisione, un servizio che ha trasformato molti aspetti della quotidianità delle persone.
Da X Factor ai documentari di Rai Storia, passando per telegiornali, cartoni animati, televendite e tanto altro. Impossibile racchiudere in poche righe la vastità dell’offerta del palinsesto televisivo attuale: centinaia di canali, disponibili a tutte le ore, si contendono l’ampio pubblico televisivo. Oggi, martedì 21 novembre, si celebra il ruolo che la TV ha nella vita dei cittadini. Per l’ONU è un «simbolo di comunicazione e globalizzazione nel mondo contemporaneo» e al centro della Giornata Mondiale della Televisione si trova il ruolo che questo strumento ha nel panorama dell’informazione: immagini che viaggiano da una parte all’altra del mondo, permettendo di venire a conoscenza, quasi immediatamente, degli avvenimenti più rilevanti del Pianeta.
La giornata venne istituita nel 1996, e fu scelto proprio il 21 novembre perché data del primo Forum Mondiale della Televisione, organizzato dalle Nazioni Unite. Per l’occasione più di 130 rappresentanti di emittenti televisive, da più di 50 nazioni diverse, si riunirono per discutere delle principali problematiche e potenzialità del piccolo schermo. È curioso notare che l’assemblea si tenne negli anni in cui stava nascendo Internet, proprio il medium che avrebbe posto fine al monopolio mediatico della TV.
Nonostante ciò oggi la televisione rimane un elemento costitutivo delle case degli italiani: il 96,9% delle famiglie italiane ne possiede possiede almeno una, per un totale di 43 milioni e 100mila apparecchi televisivi (elaborazione Censis su dati Auditel, 2021).
Si celebra, quindi, qualcosa che oggigiorno viene dato per scontato, ma che con il suo avvento è stato in grado di rivoluzionare la concezione, non solo di informazione e comunicazione, ma della figura del cittadino stesso. Notizie di carattere politico, economico e sociale, trasmesse in diretta e corredate di immagini, hanno invaso le case di miliardi di persone, permettendo di “raggiungere” luoghi lontani.
Il futuro di questo dispositivo elettronico è incerto, forse i social network riusciranno a mandarlo in pensione, o comunque a confinarlo a un ruolo di secondo piano, o magari avrà una nuova vita, completamente diversa, che in questo momento è ancora difficile immaginare.