Klaus: non la solita storia di Natale
Dicembre è arrivato, Natale è alle porte e noi di Pass abbiamo deciso di portare un po’ di magia e spensieratezza anche nella nostra redazione. I quattro appuntamenti di questo mese della rubrica culturale saranno interamente dedicati al tema natalizio. Oggi si parte con il film d’animazione “Klaus – I segreti del Natale” (2019) di Sergio Pablos.
Quante volte ci è capitato di vedere un film su Babbo Natale e associarlo a un genere per bambini? D’altronde noi che l’età adulta l’abbiamo già raggiunta, sappiamo cosa – o per meglio dire “chi” – si cela dietro la sua figura. Certo, per i più romantici e nostalgici questi film fanno parte della nostra tradizione natalizia e quindi poco importa se abbiamo 20, 30 o 40 anni. Continueremo a guardarli in barba – bianca e lunga possibilmente – a chi ci giudica con occhio critico. In questo caso però, è tutta un’altra storia.
Probabilmente uno dei migliori film d’animazione a tema natalizio degli ultimi anni, “Klaus – I segreti del Natale” non è soltanto un “bel cartone per bambini”, ma un lungometraggio in grado di far ridere ed emozionare anche il solito Grinch di turno. Per niente scontato, attraverso la trama a tratti insolita ma mai banale, questo film riesce a spiegare l’origine del mito di Babbo Natale e tutto ciò che gira attorno a questa leggenda.
La storia è incentrata sull’egocentrico e viziato postino Jesper che, dopo l’ennesimo fallimento nell’attività di famiglia (intenzionale), viene spedito sull’isola immaginaria di Smeerensburg, lontano da tutto e da tutti, al Circolo Polare Artico. La missione impostagli dal padre è quella di riuscire a spedire 6000 lettere in un anno. Per Jesper sembra un gioco da ragazzi ma, una volta giunto in quel luogo sperduto, si rende conto che la sfida non sarà in realtà così semplice. A Smeerensburg vivono infatti due clan, gli uni nemici degli altri, che trascorrono le loro giornate facendosi la guerra a vicenda, senza preoccuparsi delle lettere del postino.
Per Jesper quindi quel posto inizia a somigliare più a una condanna all’esilio, che a un incidente di percorso temporaneo e risolvibile. Ma si sa che la fortuna aiuta gli audaci e, deciso a tornare alla sua vita spensierata da “figlio di papà“, si rimbocca finalmente le maniche. Con l’aiuto di un giocattolaio dalla folta barba bianca e i modi un po’ burberi di nome Klaus, riesce a dar vita al suo piano non del tutto nobile: corrompere i bambini con i giocattoli, obbligandoli a scrivere le letterine con le loro richieste, pur di ottenere le 6000 lettere necessarie a fuggire via da quel luogo tetro e freddo.
A giudicare un libro dalla copertina tuttavia si rischia molte volte di sbagliare: quella che appariva essere l’isola più oscura del mondo, inizia poco a poco a splendere grazie alla gioia ritrovata dei bambini, che impazienti ed eccitati, non vedono l’ora di ricevere i loro doni. Quello che sembrava essere un astuto piano di fuga frutto dell’egoismo di Jesper, si trasforma in qualcosa di più profondo e leale incentrato sulla felicità del prossimo.
Tra i temi affrontati in questo capolavoro di animazione è presente dunque l’importanza di andare oltre gli ostacoli e i pregiudizi che molto spesso gli adulti si costruiscono e autoimpongono. I bambini con la loro purezza e spontaneità sono invece in grado di insegnare il rispetto e l’uguaglianza anche ai grandi, spesso troppo concentrati su loro stessi. I personaggi del lungometraggio compiono un’evoluzione rivelando che talvolta, dietro alla maschera, si cela un buon cuore e tanta dolcezza.
Tuttavia, la trama non è la sola a colpire per la sua unicità. Le risate e qualche lacrima contribuiscono a rendere il tutto ancora più speciale, ma pure l’occhio si sa, vuole la sua parte. Le meravigliose illustrazioni disegnate a mano riescono a incantare per tutta la durata del film lo spettatore, diventando protagoniste e non solo strumenti di narrazione. Tutto è fiabesco: la resa della neve, del ghiaccio, le stelle e la luce. I vari frame della pellicola sono delle vere opere d’arte nelle quali perdersi osservandone i dettagli. È impossibile quindi non subire il fascino di questo film che inevitabilmente colpisce, fa riflettere e scalda il cuore anche a chi – come insegna Klaus – sembra averlo di ghiaccio.