John Nash: il peso dell’intelligenza
In questo mese noi di Pass abbiamo deciso di celebrare, attraverso la rubrica culturale, alcuni vincitori del Premo Nobel. Oggi lo facciamo con il matematico John Nash la cui storia ha ispirato il film del 2001 “A Beautiful Mind”: il racconto della vita tormentata di un uomo geniale la cui malattia non gli impedì di vincere il Premio Nobel per l’economia.
A tutti almeno una volta nella vita sarà capitato di sognare di fare qualcosa di talmente incredibile da essere ricordati per sempre. Questo è il pensiero ossessivo di John Nash, un giovane matematico che, in seguito all’ammissione con una borsa di studio alla prestigiosa Università di Princeton, ha un solo obbiettivo in mente: trovare un’idea così originale da distinguersi dagli altri e diventare il nuovo Einstein. Un’impresa non proprio facile, vivendo in un contesto fatto da altrettante giovani menti brillanti e competitive.
Così Nash si getta a capofitto nello studio isolandosi da tutti, preoccupato com’è di non riuscire a elaborare una tesi degna di nota. Decide così di evitare di socializzare troppo a lungo con i colleghi, ritenendo lo svago una perdita di tempo e un’ulteriore distrazione dai suoi progetti ambiziosi. L’unico a riuscire a stringere un legame solido con lui sembra essere il suo compagno di stanza Charles Herman: uno studente universitario eccentrico che lo supporterà, tanto nello studio quanto nella vita personale, dando vita a una grande intesa tra i due. In breve tempo John riesce così a elaborare un’importantissima tesi di ricerca sulle dinamiche dominanti, conosciuta anche come “equilibrio di Nash“, che gli conferirà enorme rispetto nell’ambiente universitario.
Un giorno, grazie alla sua scoperta, viene contattato dal Pentagono per esaminare alcuni dati che potrebbero nascondere importanti messaggi criptati sovietici. Siamo nel periodo della Guerra Fredda e l’Unione Sovietica minaccia da lì a poco di attaccare gli Stati Uniti. Il compito di Nash è quello di decodificare alcuni codici che, con la sua mente geniale, si trasformano in coordinate geografiche importanti per il Pentagono. Entra così a far parte del progetto top secret del dipartimento di difesa e questo gli procura enorme soddisfazione. Difatti John si reputa da sempre un “supergenio” e vedere che le sue abilità matematiche e mnemoniche possono dare un grade contributo alla lotta contro la Guerra Fredda, lo rende ulteriormente orgoglioso.
Una sera però riceve la visita di William Parcher, capo del Dipartimento della Difesa, con il quale discute del progetto a cui gli viene chiesto di collaborare. Non avendo una famiglia, Nash è il candidato ideale per una missione così pericolosa: studiare i quotidiani e le riviste vendute nel paese in modo tale da estrapolare messaggi segreti dei sovietici, decodificarli e successivamente consegnarli in una cassetta postale speciale nel giardino di una villa del Dipartimento. Ovviamente di tutto questo non ne deve parlare con nessuno. A questo lavoro si aggiunge parallelamente la richiesta da parte dell’università di tenere delle lezioni agli studenti. Molto malvolentieri accetta l’incarico, conscio che quella sarà soltanto una copertura per il suo vero lavoro di spia.
Durante una di quelle noiose lezioni incontra Alicia, una studentessa che si innamora dell’intelligenza del professore Nash e decide di frequentarlo. Tra i due nasce qualcosa di più profondo di un’amicizia tanto da decidere poi di sposarsi. Ovviamente così facendo John è consapevole che sarà ancora più complicato mantenere il segreto professionale con sua moglie. Il matrimonio verrà messo dunque a dura prova. Difatti, i modi ossessivi e paranoici con cui Nash si approccia al suo lavoro da agente segreto iniziano a insospettire Alicia che, ignara degli affari di John e preoccupata per la sua nuova famiglia, inizia a studiarlo attentamente, convinta che in suo marito ci sia qualcosa che non va.
Il culmine arriva infatti una sera quando Nash, rientrato tardi dal lavoro con aria molto spaventata, paranoica e agitata, fa scattare in sua moglie un campanello d’allarme. La donna contatta così uno psichiatra che con la forza trasferirà John in una clinica nella quale gli verrà diagnosticata la schizofrenia. Si viene così a sapere che tutto il suo lavoro top secret non è altro che un’allucinazione, compresi William e il suo grande amico (ed ex compagno di stanza) Charles. A Nash ovviamente gli crolla il mondo addosso, incapace di accettare che un uomo intelligente come lui possa confondere la realtà con le illusioni create dalla sua mente.
Sua moglie stessa stenta a credere alla diagnosi. Ma ben presto dovrà fare i conti con i fatti, scoprendo così come, negli anni, suo marito sia stato in grado di crearsi una vita immaginaria. L’unico modo per combattere la malattia è l’assunzione di pesanti farmaci che purtroppo annebbiano al professore la mente, impedendogli di poter ragionare lucidamente. Per Nash, che ha sempre lavorato con il suo intelletto, non è facile da comprendere e decide quindi di fingere di prendere le medicine che gli servono per tenere a bada la schizofrenia, mettendo così a rischio non solo se stesso, ma anche chi gli vuole bene. Ben presto John capirà però per fortuna l’importanza delle cure.
Infatti, nonostante la malattia lo abbia accompagnato per tutta la vita, questo non gli ha impedito di applicare la sua intelligenza anche nella lotta contro la schizofrenia. La spiccata capacità analitica e mnemonica gli hanno permesso di studiare non solo i numeri ma anche il comportamento degli esseri viventi, facendogli notare come i protagonisti ricorrenti delle sue allucinazioni, stranamente, non invecchiassero mai nell’arco degli anni. Malgrado i ricoveri, i farmaci e gli episodi schizofrenici, sua moglie non ha mai smesso di stargli accanto, aggrappata ai momenti di lucidità che facevano ritornare in sé l’uomo che aveva sposato e amato, nonché il genio che scoprì le dinamiche dominanti molti anni prima e per questo vincitore, nel 1994, del Premio Nobel per l’economia.