Jeiom a Verona: l’intervista a Pietro e Filippo di Jebv
Verona in questi giorni è pronta a ospitare il JEIOM: evento nazionale dedicato al network delle Junior Enterprise italiane, organizzato dalla JEBV di Verona.
Per capire meglio di cosa si tratta abbiamo intervistato Pietro Rigo e Filippo Baschirotto, studenti rispettivamente di Giurisprudenza e Business Economics and Law qui all’Università di Verona, ma soprattutto membri di JEBV.
Innanzi tutto vorrei chiedervi le generalità di JEBV.
PR: JEBV sta per Junior Enterprise Business Verona ed è un’associazione studentesca no profit attiva dal 2015. Naturalmente è costituita da tutti studenti (36 nello specifico) per gran parte frequentanti l’università di Verona, ma con alcune incursioni dallo IusVe o dalle Belle Arti.
Quali sono i vostri obiettivi e chi volete raggiungere con il vostro operato?
PR: Per quanto riguarda gli obiettivi dell’associazione, JEBV nasce per offrire agli studenti universitari in corso di laurea un ponte di accesso al mondo del lavoro. Questa strada è particolarmente percorsa dagli studenti di economia e finanza, in quanto il loro ambito permette di creare dei progetti anche senza aver concluso il percorso di studi. JEBV difatti svolge con i soggetti esterni attività prevalentemente connesse al marketing e alla comunicazione: consulenza aziendale, social media management, analisi di mercato, ecc…
Naturalmente non è un caso se vi chiamate JEB-Verona: quali sono i rapporti con le altre Junior Enterprise presenti in Italia?
FB: Il nostro network nazionale conta 30 Junior Enterprise che hanno già completato il loro percorso di formazione più alcune Junior Initiatives, cioè allo stato iniziale e in via di definizione. Siamo riusciti a instaurare un rapporto diretto grazie alle sessioni di formazione, senza contare poi la collaborazione di JE-Italy (la confederata nazionale) che gestisce rapporti diretti con tutte le Junior Enterprise. Si respira un clima molto aperto e collaborativo nel cercare di raggiungere lo scopo che ci accomuna.
Qual è stato il momento in cui vi siete resi conto che gli studenti necessitavano di una realtà del genere?
PR: Parlando della mia esperienza personale, che credo anche comune a molti: mi son ritrovato ad aver bisogno di mettere in pratica ciò che stavo studiando, e di provare delle strade che poi mi avrebbero potuto guidare in prospettiva del post-laurea. Quello che avevo pensato di JEBV è che fosse un’ottima occasione per scoprire il mondo del legal connesso all’azienda. Poi una volta dentro ho fatto tantissime altre cose, per esempio mi sono interessato a progetti per creare e studiare analisi di mercato o connessi a LinkedIn per aziende, senza contare tutto il mondo dell’organizzazione degli eventi con JEIOM.
FB: Io invece sono dentro la nostra area commerciale e sono entrato in JEBV volendo applicare quanto avevo studiato, sviluppare le mie soft skills e soprattutto sperimentare il lavoro di gruppo. JEBV mi ha dato tanto sicuramente proprio per quanto riguarda quest’ultimo, difatti noi siamo divisi in gruppi autonomi che lavorano a un singolo progetto e ciò ci permette anche di avere autonomia decisionale e spazio d’iniziativa.
Direi che è ora di addentrarci nell’evento che punta i riflettori sulla vostra organizzazione in questi giorni: il JEIOM qui a Verona.
PR: JEIOM è un evento nazionale per il network italiano delle Junior Enterprise paragonabili alla nostra. Si tratta di 3 giorni di conferenze, workshop (in italiano e inglese), attività e momenti di scambio con le aziende (sponsor dell’evento) da venerdì 8 ottobre a domenica 10. La particolarità di questa edizione veronese è che rappresenta l’evento più grande mai organizzato in Italia, con 220 studenti, ed uno dei primi organizzato in location diverse.
Cosa ci dite a proposito del tema principale di questo evento: il branding yourself? Perché è importante per uno studente?
FB: Abbiamo trovato interessante trattare questo argomento in relazione al periodo della pandemia, che ha visto mettere in secondo piano le persone come singoli. Naturalmente parlare di branding yourself significa trattare l’argomento sia dal punto di vista dello studente con il personal branding (insieme di azioni volte a promuovere se stessi), sia dal punto di vista del corporate branding, connesso invece alle aziende. Questo evento difatti rappresenta un’occasione anche per le aziende stesse, alla ricerca di papabili colloqui.
Cosa ha significato per voi organizzare un evento del genere? Immagino che portare più di 200 studenti in presenza abbia richiesto un’organizzazione notevole.
PR: Io e Filippo non avevamo mai organizzato un evento, così a maggio ci siamo ritrovati a dover progettare JEIOM senza competenze di partenza, anche se con il sostegno del board nazionale (livello più alto dell’organizzazione). Inoltre all’inizio doveva essere una cosa molto più contenuta per le normative covid, ed anche si era sottovalutata la voglia dei membri del network di partecipare. In ogni caso abbiamo collezionato innumerevoli skill, delle quali quella che mi ha entusiasmato di più è stato imparare a rapportarsi con le aziende per cercare gli sponsor. Ah comunque molte skill, ma anche tanti errori. Per esempio solo adesso usiamo tanto il team, vero Filippo?
FB: eh sì, in un primo momento anche per una questione di tempistiche tendavamo a delegare poco. Poi però il gruppo si è rivelato molto importante nel trovare nuove idee e nel mettere a proprio agio i partecipanti e le aziende. Non smetteremo mai di ringraziarli! Inoltre proprio questo evento ci ha permesso di unirci e diventare un’unità molto coesa, essendo legati tutti a un’unica visione.
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