Ispe e borse di studio: la Regione Veneto si impegna ad allargare la platea dei beneficiari

Mensa San Francesco, Università di Verona
Mensa San Francesco, Università di Verona
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La Regione Veneto promette di adeguare l’ISPE al valore nazionale e di garantire le borse di studio a un maggiore numero di studenti. 

La Regione Veneto si impegna a innalzare l’ISPE per l’assegnazione delle borse di studio. La Rete degli Studenti Medi del Veneto e le basi venete dell’Unione degli Universitari (Udu) hanno chiesto al Consiglio Regionale che l’Indicatore della Situazione Patrimoniale Equivalente (ISPE) venga adeguato a quello nazionale, innalzando l’indice di ben 14mila euro.

«Come Rete degli Studenti Medi del Veneto e basi venete dell’Unione degli Universitari abbiamo deciso di presentare una serie di emendamenti al Documento di Economia e Finanza Regionale a favore della comunità studentesca e del diritto allo studio, che sono stati presentati dalle forze di minoranza del Consiglio Regionale» dichiara Marco Nimis, coordinatore della Rete degli Studenti Medi del Veneto.

Da più di 20 anni i due sindacati, Udu e Rete degli Studenti, collaborano assieme per il benessere degli studenti delle scuole superiori e di quelli universitari. Portare l’Indicatore della Situazione Patrimoniale Equivalente dei bandi della Regione Veneto da 36mila 400 euro all’indice nazionale di 50mila euro sarebbe un grande passo in avanti: si permetterebbe in questo modo a un numero maggiore di studenti di richiedere una borsa di studio per coprire in parte le spese della propria istruzione.

«Per diritto allo studio non intendiamo poi solo la borsa di studio, ma vorremmo che ci fossero degli investimenti da parte della Regione anche sui trasporti – spiega Adrian Nirca, vice-coordinatore di Udu Verona -. In Veneto esistono decine di aziende private che gestiscono i mezzi pubblici, quando in altre regioni come il Trentino Alto Adige e l’Emilia Romagna c’è il biglietto unico per i trasporti».

I comparti veneti della Rete degli Studenti e delle Udu hanno avuto la possibilità di presentare le proprie criticità alla Regione, in occasione della stesura del Documento di Economia e Finanza Regionale per il biennio 2022-2024. Un piano in cui la Regione riporta in che modo intende investire i propri fondi.  In questo contesto il diritto allo studio non può essere assolutamente trascurato.  

«Finalmente è stato fatto un passo in avanti, ma non possiamo dimenticare che il Veneto è una delle ultime regioni ad allineare la soglia ISPE alla normativa nazionale – dice Laura Bergamin, coordinatrice di UDU Verona -. Esigiamo che la giunta arrivi a concretizzare quelle che oggi rimangono solo promesse. Abbiamo bisogno di garanzie dopo tutti i tagli fatti al diritto allo studio. Non è ammissibile aspettare ulteriormente per ciò che ci spetta di diritto».

Congresso Udu Verona, sabato 6 novembre 2021 - Neo-coordinatrice Laura Bergamin
Laura Bergamin, coordinatrice di Udu Verona.

Garantire la borsa di studio agli idonei: la sfida della Regione

La sfida più grande per la Regione sarà infatti quella di riuscire a garantire contributi e borse di studio a tutti gli studenti che soddisferanno i requisiti ISEE e i nuovi requisiti ISPE. Come ben ricorda Udu Verona, ogni anno infatti circa centinaia di studenti, pur risultando idonei alla DUB (Domanda Unica Benefici), non ricevono la borsa di studio di cui avrebbero diritto. Oggi infatti ben 97 studenti che erano risultati idonei alla graduatoria dell’anno accademico 2020/2021 dell’Università di Verona non hanno ancora ricevuto alcun beneficio.

«Di solito dopo la prima assegnazione di dicembre ci sono altri scorrimenti di graduatoria in febbraio, aprile e settembre, ma una parte di studenti continua a rimanere idonea senza ricevere mai i propri soldi – spiega Adrian -. Questa situazione si ripete ogni anno e l’Università di Verona non ha abbastanza fondi per coprire le borse mancanti. È chiaro che qualcosa dovrebbe essere rivisto». 

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