In tanti in piazza Isolo contro le violenze di estrema destra
La Verona più oscura ha mostrato nuovamente le unghie, ferendo il centro giovanile della città. Le aggressioni avvenute recentemente da parte di giovani appartenenti all’estrema destra veronese hanno scatenato l’indignazione delle associazioni della zona.
Ieri pomeriggio, piazza Isolo, centro del quartiere di Veronetta, ha mostrato i colori più vivaci.
Erano tanti i cittadini che si sono riversati nella piazza, richiamati dagli annunci girati sui social da parte di molte associazioni della zona, tra cui Rete degli Studenti, Udu Verona, Verona Città Aperta, Infospazio 161, Circolo Pink Verona, Pianeta Milk Verona e Non Una Di Meno.
Il motivo del raduno sono stati i recenti pestaggi avvenuti in centro e nella zona di Veronetta, da parte di persone appartenenti a gruppi neofascisti e di estrema destra. Fatti che non sono passati inosservati alle associazioni e ai gruppi studenteschi, che hanno così pensato di parlare alla gente, per informare e mobilitare i cittadini.
Ma non c’erano solo giovani, e gli scambi di idee e punti di vista tra generazioni sono stati numerosi.
Tra le tante voci, quella di Camilla Velotta, coordinatrice del gruppo studenti medi Verona. «Non possiamo permettere che questo tipo di idee vengano trasmesse anche alle nuove generazioni. I valori della memoria storica, della resistenza e dell’impegno antifascista devono avere un ruolo fondamentale all’interno delle scuole.»
Non sono mancate le proteste verso la classe dirigente veronese, accusata di “chiudere un occhio” davanti agli episodi recenti. «Verona non è questo, Verona è tanto altro. Una città inclusiva e soprattutto antifascista», afferma un manifestante intervenuto al microfono.
I fatti a cui ci si riferisce risalgono allo scorso 7 febbraio, quando un cinquantenne è stato picchiato da un gruppo di giovani non identificati appartenenti all’estrema destra. L’uomo era accorso in difesa di una donna che era stata sorpresa dai giovani nell’intento di staccare alcuni manifesti filo-fascisti dai muri.
Una storia che non risulta essere una novità.
«A fare da spalla a queste aggressioni fasciste è stata l’indifferenza. Indifferenza del quartiere e della città», dice un ragazzo dal pubblico.
È stata citata più volte la tragica storia di Nicola Tommasoli, il ragazzo che nel 2008 fu ucciso da un gruppo neofascista in pieno centro, a Porta Leoni.
Una ferita ancora aperta, nonostante siano passati quattordici anni.
Durante l’incontro è stata sollevata una questione: come fermare questi episodi in modo da arginare l’esplosione di violenza. Tra le opzioni proposte, quella di far chiudere “Il Mastino”, punto di ritrovo dell’estrema destra, proprio situato nel quartiere di Veronetta. Un’idea che era già stata pensata, ma che non ha mai ricevuto ascolto.