I, Tonya: la storia di uno scandalo
Nel mese dedicato alle Olimpiadi Invernali di Beijing, la nostra rubrica culturale ha deciso di indossare i 5 cerchi olimpici e raccontarvi la storia di chi è riuscito a partecipare ai giochi. Questa settimana con il film I,Tonya vi raccontiamo la drammatica storia di Tonya Harding, ex pattinatrice artistica su ghiaccio che risultò coinvolta nell’aggressione alla collega Nancy Kerrigan.
Non sempre le Olimpiadi sono sinonimo di sportività amicizia e unione. Ce lo insegna la storia di Tonya Harding, ex campionessa di pattinaggio artistico su ghiaccio. Gli sportivi, solitamente, per raggiungere i loro obbiettivi devono seguire un lungo percorso mentale e fisico che senza un adeguato team di persone sarebbero difficili da percorrere. Per Tonya, purtroppo, è stato diverso e chi le stava intorno invece di infonderle serenità e farle da guida, l’ha piano piano distrutta.
Molto tempo prima dello scandalo che le costò la carriera, Tonya era una bambina con la passione per il pattinaggio. La madre, LaVona, una donna dura e fredda che passò la vita a pretendere da lei sempre di più, la costrinse a prendere lezioni sin da molto piccola obbligandola ad allenarsi costantemente. Nonostante l’infanzia difficile, dimostra di avere un grande talento per il pattinaggio e nel giro di qualche anno diventa una piccola campionessa. Ma se sul ghiaccio riesce ad estraniarsi dal mondo che la circonda, a casa deve fare i conti con un clima di soprusi. Così, Tonya diventa una ragazza incapace di riconoscere l’amore vero, l’amicizia, l’educazione e tutto ciò forgerà il suo difficile temperamento che purtroppo la penalizzerà anche sulla pista di pattinaggio.
Un giorno, durante uno dei suoi intensi allenamenti incontra Jeff Gylloly del quale se ne innamora e, in poco tempo, i due convolano a nozze. Come in tutte le relazioni tra i due all’inizio è idilliaco ma ben presto però, quel matrimonio che avrebbe dovuto darle più serenità, si rivela molto turbolento finendo così per condizionare ulteriormente il suo stato psicofisico. Questo la porterà a riversare tutta la frustrazione e l’aggressività anche allo sport, inimicandosi giudici e avversarie.
Nel 1991, durante i campionati mondiali, Tonya Haring mette tutti a tacere diventando la prima donna statunitense a eseguire il triplo axel e ottenedo così un biglietto diretto per le Olimpiadi del 1992, nelle quali però verrà battuta da Nancy Kerrigan, sua rivale principale. Questo è un duro colpo per Tonya, che decide di chiudere con tutto: il pattinaggio, il matrimonio violento, sua madre e dedicarsi ad altro. Tuttavia la sua ex allenatrice, l’unica ad aver mai avuto a cuore il destino della ragazza, ha altri piani per lei, e riesce a convincerla a rimettersi in forma e allenarsi per le Olimpiadi del 1994. Con gli allenamenti però torna anche Jeff, che non si è rassegnato al divorzio e a modo suo la sostiene nella nuova sfida.
Un giorno Tonya riceve una lettera minatoria e questo la spaventa moltissimo, impedendole di concentrarsi durante gli allenamenti. Il suo ex marito quindi, invece di affrontare questa circostanza nel migliore dei modi avvertendo le forze dell’ordine, elabora un piano e, ispirato dalla lettera ricevuta, decide di inviarne una simile a Nancy Kerrigan. Lo scopo è quello di mettere sullo stesso piano psicologico le due avversarie in modo tale che Tonya non sia l’unica a partire svantaggiata. Jeff decide quindi di affidare questo compito all’amico di una vita Shawn Eckardt, il quale, invece di seguire il piano originale, calca la mano e assume due sicari per ferire la ragazza. L'”innocente” lettera minatoria si trasforma dunque in una vera e propria aggressione premeditata ai danni di Kerrigan. Uno dei due uomini infatti riesce a romperle un ginocchio compromettendo la sua corsa alle Olimpiadi. Inizia così la caccia all’aggressore, e i primi sospetti ricadono su Tonya a causa della famosa rivalità tra le due pattinatrici. La ragazza però ha un alibi che riesce, per un po’ di tempo, a tenerla lontana dal giudice. La stupidità di Eckardt però farà svelare le carte in tavola, facendo risultare Harding non del tutto estranea ai fatti e per questo verrà processata.
L’ossessione per le Olimpiadi e la vittoria portano Tonya a commettere degli errori imperdonabili per la sua carriera, e soprattutto per se stessa. Le persone che dovevano proteggerla e consigliarla l’hanno trascinata nell’abisso facendole perdere l’unica cosa che per lei abbia mai significato qualcosa. Il pattinaggio non era solo uno sport per lei, ma la identificava come persona. Viveva per questa disciplina e non voleva altro che essere riconosciuta per le sue capacità e perchè no, una volta diventata campionessa olimpica, riavvicinarsi a sua madre. Invece, le indagini dell’FBI avvenute durante le Olimpiadi hanno portato Harding a essere al centro dell’occhio mediatico non per il suo talento, come avrebbe voluto, ma per lo scandalo che le rovinò la vita.
Da questa storia si può intuire chiaramente come il successo di una persona dipende in realtà da molti fattori e il talento spesso non è sufficiente. Difatti sono molti gli atleti che non sono stati in grado di gestire la pressione della competizione, l’ossessione per le Olimpiadi e i riflettori, diventando protagonisti di scandali che li hanno portati alla squalifica, distruggendo così non solo la carriera di una vita, ma anche la loro reputazione. Tonya fu una di questi. Bandita a vita dal mondo del pattinaggio artistico sul ghiaccio nonostante il titolo nazionale – successivamente revocato – fu condannata giustamente per le sue azioni che poco avevano a che fare con la sportività e i valori sui quali si fondano i giochi olimpici. Una macchia enorme per una ragazza che, nonostante il cattivo temperamento, avrebbe avuto la possibilità di crescere ancora professionalmente e cambiare, magari, con le persone giuste.