I segreti del successo ItamPharma

Start Cup Itampharma
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Dalla vittoria di Start Cup Veneto agli onori internazionali

Articolo comparso nella sezione “Ateneo” del n° 48 di Pass Magazine

di Jeena Cucciniello

Capita spesso di non riuscire a trovare la soluzione a un problema, di fallire, di riprovarci, di fallire di nuovo, di bloccarsi davanti ad un ostacolo, di cercare senza sosta la strada per andare avanti nel proprio lavoro.

A scuola insegnano cos’è il metodo scientifico: un tipo di indagine tramite cui, partendo dall’individuazione di un problema, si formulano delle ipotesi che devono essere verificate. La parte più dura e difficile da superare è quella degli esperimenti, perché se portano all’errore bisogna ripartire da zero. È un circolo vizioso: ipotizzi, dimostri, se sbagli ipotizzi di nuovo e dimostri ancora, e avanti così, fino a trovare la strada giusta. Potrebbe essere rinominato “il circolo della speranza” in determinati contesti, come quello farmaceutico. In questo settore la speranza non è solo dei pazienti, ma prima di tutto appartiene ai ricercatori, che con passione, determinazione e costanza lavorano per trovare un approccio efficace contro ad esempio una malattia.

Ogni giorno, i ricercatori tentano di raggiungere un obiettivo ben preciso, non sempre ci riescono, ma non si arrendono e con perseveranza arrivano a conquistare traguardi importanti, come è successo a Chiara Nardon, Nicolò Pettenuzzo e Leonardo Brustolin. Fanno parte del team ItamPharma, che ha vinto la 16esima edizione di Start Cup Veneto. Inoltre sono arrivatitra i primi dieci, su più di 750 gruppi partecipanti, alla 4° edizione della competizione internazionale “One Start” (primi italiani ad essere arrivati in finale) e si sono posizionati tra i primi quattro alla finale del Premio nazionale per l’innovazione 2017, la più importante e capillare business plan competition d’Italia.

Per quanto riguarda la situazione della ricerca nel nostro Paese, il Comitato nazionale universitario ha pubblicato una relazione nella quale denuncia in maniera lineare e senza giri di parole le criticità presenti. Si legge che è mancata una strategia politica nazionale della ricerca con obiettivi chiari da raggiungere e che gli investimenti totali per ricerca e sviluppo inItalia ammontano a circa 1,29% del pil (2014) contro il 2,84% della Germania, il 3,47 del Giappone, il 2,8% degli Usa, 1,9% della media Ue, il 2,3% della media dei paesi Ocse. Il documento sottolinea anche come ci siano numerosi enti di ricerca che lavorano in modo individuale senza creare sinergie e inserisce in questo quadro negativo anche la pesantezza e la complessità della burocrazia. Sono quindi numerosi i fattori che rendono questo settorecomplicato e si sente parlare in continuazione di giovani che se ne vanno all’estero. Se avessero fatto così anche Chiara, Nicolò e Leonardo, molto probabilmente alla finale della competizione internazionale “One Start”, l’Italia non ci sarebbe nemmeno stata: obiettivo che invece ora può vantare.

I tre ragazzi hanno dato vita ad ItamPharma, una start up che nasce come progetto all’interno del gruppo di ricerca di Dolores Fregona, docente del dipartimento di Scienze chimiche dell’università di Padova. Il gruppo ha sviluppato composti efficaci contro i tumori orfani, per i quali non esiste una vera e propria terapia. Tali potenziali farmaci sono molto potenti, ma provocano meno effetti negativi. Ad esempio, c’è un particolare tipo di tumore alla mammella molto aggressivo (a chi viene diagnosticato ha bassa probabilità di sopravvivenza) per cui non esiste una cura specifica e per combatterlo vengono usati farmaci, anche datati, che vanno a distruggere in generale tutte le cellule, comprese quelle innocue. Oltre alla distruzione delle cellule tumorali, anche quelle sane vengono annientate e in più alcune cellule malate riescono a sfuggire dando luogo a metastasi. Il composto sviluppato da ItamPharma, invece, riesce ad essere attivo proprio contro le cellule da eliminare e ad avere un’azione mirata esclusivamente verso di loro, senza quindi incidere sulle altre.

Con questa start up Chiara, Nicolò e Leonardo hanno conquistato grandi traguardi, ma come si dice… La vetta si raggiunge con la salita, e nel loro percorso gli ostacoli sono stati tanti. Se tutti e tre, già dalle superiori, erano convinti di quello che volevano fare, quando sono entrati nel mondo del dottorato c’è stata meno euforia e più sconforto (pochi risultati, ricerca continua di fondi e collaborazioni…). I tre non hanno mai perso di vista il loro sogno e la passione per quello che facevano li ha aiutati ad andare avanti. Non ad andarsene. Infatti hanno deciso, e non ci hanno mai ripensato, di rimanere in Italia, perché credono in questo Paese, perché pur essendoci tutte le carenze con cui si sono scontrati desiderano tenere alto il livello italiano, non vogliono trasformarsi in un “pacchetto regalo” per l’estero. In Italia si ha la possibilità di avere una delle preparazioni migliori, perciò bisogna continuare a confidare nel nostro Paese, prendendo come esempio altri ragazzi che ce l’hanno fatta. Nessuno dei tre nega la realtà: alcune volte sembra quasi impossibile trovare una via d’uscita, si fa tutto per tentativi, ma la forza è stata anche il loro incontro. Rimanere uniti di fronte alle avversità li ha rafforzati sia personalmente, sia come gruppo. Chiara, Nicolò e Leonardo amano il loro lavoro e quello che consigliano a tutti è fare ciò che piace, nonostante le difficoltà che possono incombere, perché quando hai una vetta da raggiungere, devi essere pronto a fare tutto il necessario per arrivarci.

 

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Una risposta

  1. 15 Maggio 2018

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