Ho paura del coronavirus. È sbagliato?
Stiamo vivendo un’esperienza nuova. Una pandemia di queste dimensioni, che si insinua in modo così esteso nella nostra quotidianità non l’avevamo mai nemmeno immaginata. Proviamo quindi a rispondere, con la collaborazione di alcuni psicologi, agli interrogativi che ci mettono in difficoltà in queste giornate.
Continua la collaborazione fra Pass Magazine e Psychoarea Young, un’associazione di giovani psicologi con sede a Verona. Pass ha fatto loro alcune domande, “Le domande in quarantena”, e da oggi iniziamo a pubblicare le loro risposte.
In fondo alla pagina trovate gli altri temi che toccheremo e le istruzioni per aggiungere le vostre domande.
Non sono malato/a e nessuno dei miei conoscenti lo è… Però ho paura del coronavirus: è sbagliato?
Avere paura non è mai sbagliato. Significa che la nostra mente ha valutato qualcosa come potenzialmente pericoloso e ci informa subito con grande efficienza.
La situazione attuale di quarantena e di diffusione del virus è uno scenario che sta impattando tutto il mondo. La paura che si prova non è esclusiva nostra, ma è la stessa paura che provano miliardi di persone che, sane o malate, vivono queste giornate. Dunque avere paura, per sé stessi o per i propri cari, è un’importante informazione da tenere in considerazione.
Tuttavia vi è una differenza tra provare paura e lasciarsi completamente abbandonare ad essa. Se infatti ogni giorno, appena leggo una notizia riguardante il virus o se mi passano per la mente pensieri spiacevoli prendo la cosa molto seriamente, preoccupandomi e fomentando il mio iniziale timore, passerò sicuramente una giornata bloccato, impaurito sì, ma anche impotente, profondamente timoroso, incapace di aiutare gli altri in caso di necessità e sempre più sensibile ad ogni minima minaccia. Tutto ciò è non solo svantaggioso, ma anche dannoso.
Dobbiamo comprendere che ogni giorno abbiamo migliaia di pensieri sia positivi che negativi e in questo periodo è naturale che compaiano nella nostra mente molti pensieri riguardanti il virus. Sta a noi poi, al nostro giudizio, decidere quali pensieri seguire, quali ignorare e quali considerare brevemente per poi lasciar scorrere e scomparire.
Non è un atto che dobbiamo aspettarci come automatico, dobbiamo deciderlo e farlo noi volontariamente.
“So di avere paura, la mia mente funziona bene mandandomi queste informazioni e queste preoccupazioni, però sono cose che so già bene, ho preso tutte le precauzioni e preoccuparsi su certe cose è inutile perché non ho controllo su di esse: continuerò per oggi a non dare molta importanza a questi pensieri, li noto e vado avanti, mi concentro su di me, su come godermi questo periodo particolare e forse irripetibile, sui miei famigliari e sui miei hobby. Così facendo sarò lucido e pronto in caso di necessità e se davvero succederà qualcosa di spiacevole non sarò solo, ma potrò contare su molte persone intorno a me così come loro potranno contare su di me”.
Prossimi appuntamenti con “Le domande in quarantena”
- Sono in casa con la mia famiglia da settimane e non ne posso più. Come posso rendere la convivenza forzata più sopportabile? [LEGGI QUI]
- In isolamento, senza contatti con amici… Come affrontare la solitudine? [LEGGI QUI]
- Già avevo incertezze e ansia per il futuro, come faccio a non sentirmi persa/o in questo caos? [LEGGI QUI]
Avete altre domande in questo periodo di clausura forzata? Inviatele pure alla email passunivr@gmail.com oppure contattate direttamente gli psicologi di Psychoarea Young (contatti qui sotto).
PsychoArea Young
PsychoArea Young è un’associazione di giovani psicologi con sede a Verona. Potete contattarli e informarvi sulle loro iniziative attraverso la pagina Facebook PsychoArea Young o alla emailpsychoareayoung@gmail.com.
Con loro abbiamo già parlato di “ansia da esame” e autostima.