Elezioni Usa: in streaming da Verona l’incontro sull’Europa e la nuova presidenza americana
Sabato 7 novembre alle 16.45, in streaming dalla Sala Montanari della Società Letteraria di Verona, l’appuntamento “Il partner oltre oceano: l’Europa e la nuova presidenza americana”. Le prospettive future al termine delle votazioni per il nuovo presidente degli Stati Uniti.
Trump o Biden? Milioni di americani hanno già votato e si avvicina il 3 novembre, data della chiusura dei seggi per l’elezione del prossimo presidente. Un momento decisivo per gli Stati Uniti, ma anche per il futuro dell’Europa, visti gli stretti legami storici, culturali ed economici.
Per questo in occasione delle elezioni americane 2020, sabato 7 novembre alle 16.45 si terrà l’incontro dal titolo “Il partner oltre oceano: l’Europa e la nuova presidenza americana”, per le prime analisi dopo il voto. L’appuntamento sarà in streaming dalla Sala Montanari della Società Letteraria di Verona.
Interverranno Giorgio Anselmi, presidente del Movimento Federalista Europeo, Flavio Brugnoli, direttore del Centro Studi sul Federalismo, Sergio Fabbrini, docente di Politica e Relazioni internazionali all’Università Luiss Guido Carli, Carolina Fratea, docente di Diritto dell’Unione Europea all’Università degli studi di Verona e Matteo Nicolini, docente di Diritto pubblico comparato all’Università degli studi di Verona. Modera Nicolò Vincenzi, giornalista dell’Arena.
L’evento è organizzato in collaborazione con il CDE, Centro di documentazione europea dell’Università di Verona, e i gruppi studenteschi AEGEE, GFE (Gioventù Federalista Europea), ELSA Verona e PASS.
È possibile assistere all’evento attraverso il servizio di streaming sul sito web (https://www.societaletteraria.it/streamingvideo/index.htm) e sulla pagina Facebook della Società Letteraria.
«Le elezioni americane si avvicinano e tutti ne aspettiamo impazientemente i risultati, che influenzeranno l’economia e l’andamento globale in modo significativo» afferma il segretario della Gioventù Federalista Europea di Verona Carlo Buffatti.
«Gli Usa storicamente vengono identificati come la superpotenza che pose fine a due guerre mondiali, uscendone vincitrice e imponendo il dollaro come moneta di scambio internazionale. Ma il ruolo dell’America sta cambiando. Siamo di fronte a un paese che si ritrova più vulnerabile e meno capace di imporre le proprie scelte sui continenti vicini» continua Buffatti.
«Queste debolezze portano al desiderio condiviso di voler tornare “al primo posto”, sconfiggere i nemici e “make America great again”. A prescindere dall’esito delle elezioni, abbiamo di fronte l’esempio di uno stato nazionale che fallisce nel voler guidare un mondo anarchico, gestito dal più forte del momento».
«Così avviene anche nella nostra Europa, che – in balìa di interessi nazionali – non è in grado di trovare una linea comune capace di mettere d’accordo i singoli componenti. Si deve dunque fare attenzione – conclude Buffatti – e favorire e incoraggiare l’idea di una federazione europea solo se pronta a proiettare i suoi valori di pace e democrazia anche nelle trattative continentali, nell’attesa di un organo sovragovernativo mondiale».