Editoriale | Pass Magazine n°48
L’editoriale del n°48 di Pass Magazine
di Alessandro Bonfante
“Verità” è un concetto su cui molti grandi si sono espressi. «Solamente nella mancanza di approdi risiede la verità suprema», scrive Herman Melville in Moby Dick, mentre Sant’Agostino ammonisce «Rientra in te: nell’intimo dell’uomo risiede la verità». «Non è sempre facile dire la verità, specialmente quando si deve essere brevi», avverte Sigmund Freud.
Il padre della psicoanalisi probabilmente non pensava al mestiere del giornalista, eppure ne descrive una delle sfide più grandi. Chi scrive notizie ha sempre dovuto fare i conti con brevità e velocità, oggi più che mai. Il giornalista fa da intermediario nel raccontare un fatto, ma non può allontanarsi dalla verità, nonostante stia offrendo il proprio punto di vista.
Quello che avete fra le mani è un numero che abbiamo definito “celebrativo” per i dieci anni di Pass Magazine. Non si poteva quindi cominciare subito con un po’ di sana autocelebrazione, invece che con questo preambolo retorico sulla la verità? Sì, ma Pass è prima di tutto un giornale, e un giornale deve fare i conti con la verità. Pass è anche un gruppo studentesco, un’occasione di incontro e di formazione, ma nasce dalla voglia di scrivere e raccontare. Il giornalismo apre una finestra sul mondo, racconta storie, diffonde conoscenza e offre spunti di riflessione. Belle intenzioni che diventano inutili, anzi dannose, se non nascono e vivono sotto la luce della verità. «Verità è Bellezza», secondo John Keats. Verità è un impegno, per il giornalista.
A proposito, siamo nel 2018. Dobbiamo allora onorare la verità dicendo che non sono dieci, ma ormai undici anni dal febbraio 2007 quando venne stampato il primo Pass. Scusate se siamo in ritardo per festeggiare la ricorrenza. Eravamo occupati a cercare nuove storie da raccontarvi.