Eddie the Eagle: un ragazzo con un sogno

Eddie the eagle
Eddie Edwards
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Il 4 febbraio sono iniziati i Giochi Olimpici Invernali Beijing 2022 e noi di Pass abbiamo deciso di dedicare la nuova rubrica culturale a questo evento sportivo mondiale. Il film di oggi ci racconta la difficile impresa di un giovane ragazzo inglese con un sogno: partecipare alle Olimpiadi.

Quando siamo piccoli tutti ci chiedono cosa vorremmo fare da grandi. Eddie Edwards aveva un solo desiderio: diventare un campione olimpico. La strada verso i propri sogni però non sempre è priva di ostacoli. In questi casi è il carattere che entra in gioco, spronandoti a non arrenderti, a rialzarti e non dimenticare per cosa stai facendo tanti sacrifici.

Eddie Edwards poco prima di scoprire il salto con gli sci.

Eddie è un giovane ragazzo inglese determinato a prendere la medaglia olimpica. Prova diverse discipline tra cui lo sci alpino diventando molto bravo, ma non abbastanza per essere convocato ai giochi. A quel punto, scoraggiato dal padre – che da lui vorrebbe solo responsabilità e concretezza – inizia a rassegnarsi e accantonare il suo sogno. Ben presto però viene a sapere che alla squadra inglese manca un saltatore con gli sci da 60 anni, e per lui questa diventa l’unica occasione per potersi iscrivere alle selezioni. Così facendo, l’unico rivale inglese da battere per qualificarsi è se stesso. Eddie decide quindi di imparare in due anni quello che gli altri atleti hanno sempre fatto sin da bambini, cercando di ottenere il giusto punteggio per essere convocato alle Olimpiadi Invernali di Calgary del 1988.

Così si trasferisce in Germania per poter imparare da autodidatta in minor tempo possibile questa pericolosa disciplina. L’obbiettivo è superare indenne il trampolino da 70 metri, ma per arrivare a un salto simile – come tutte le cose – dovrà iniziare dalle basi. Comincia così il suo difficile allenamento tanto fisicamente quanto moralmente. Eddie infatti è vittima di numerose prese in giro dagli altri atleti, che non riescono proprio a vederlo come un collega e dargli qualche consiglio. Ma come in tutte le favole che si rispettino, ecco giungere in suo soccorso una sorta di fata madrina: Bronson Peary, un ex campione di trampolino che – un po’ per pietà, un po’ per sfida – decide di dargli una mano.

Competizione dopo competizione, Eddie viene ostacolato dal Comitato Olimpico che, anche dopo aver visto i progressi del ragazzo, decide in un primo momento di escluderlo dai giochi con il timore che possa far sfigurare la squadra inglese. Quando tutto sembra perduto però, Eddie riceverà la tanto sudata e sognata convocazione che gli permetterà di essere a tutti gli effetti un atleta olimpico di salto con gli sci, l’unico della squadra inglese. Certo, il suo punteggio è il più basso tra tutti gli atleti in gara e non si è ancora cimentato con il trampolino da 90 metri di altezza, ma a Eddie non interessa la vittoria, non gli importa essere il primo e battere i campioni. L’unica cosa che conta per lui è esserci, vivere il suo sogno e ripagare la sua famiglia di tutti i sacrifici fatti per arrivare fin lì.

Eddie e Bronson Peary alle Olimpiadi di Calgary del 1988.

Eddie ci insegna a non arrenderci se abbiamo un sogno. Molte volte durante il suo percorso sportivo gli è capitato di incontrare persone che non credevano il lui, che lo hanno preso in giro ridicolizzandolo ed esortandolo a mollare. Ma lui aveva il suo obbiettivo e se ne è fregato di tutti i commenti cattivi, della fatica fisica e mentale che ogni giorno gli prosciugavano le energie. Eddie era talmente fiducioso e speranzoso da affrontare ogni ostacolo con ottimismo. E questo è quello su cui questo film biografico ci invita a riflettere. Nella vita molte volte capita di incontrare delle barriere che sembrano impossibili da abbattere. La differenza però la fa il modo in cui ci poniamo di fronte a questi momenti.

In Eddie the Eagle emerge come le Olimpiadi siano sportività, amicizia e unione. Tutto questo Eddie lo trova non nella sua squadra che fa di tutto per metterlo in cattiva luce e isolarlo, ma dai compagni delle squadre avversarie che lo accolgono supportandolo e rendendo ancor più indimenticabile la sua esperienza a Calgary. Il pubblico e i giornalisti rimangono fortemente colpiti da quel ragazzo che, sebbene arrivi sempre ultimo in classifica, non riesce a smettere di sorridere, incapace di contenere la gioia per aver battuto il suo record personale. Perché lo sport non è solo una competizione con degli avversari, ma è prima di tutto una gara contro noi stessi nella quale stabiliamo noi i limiti e gli obbiettivi da raggiungere. L’entusiasmo di Eddie è passato alla storia dimostrando come anche un piccolo bambino senza un enorme talento, da grande può saltare da un trampolino alle Olimpiadi, volando come un’aquila.

“In questi giochi, alcuni atleti hanno vinto la medaglia d’oro, alcuni hanno battuto dei record, e alcuni di voi hanno addirittura volato come un’aquila”. Frank King

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