Dopo il voto, ora mettete al centro l’istruzione
Editoriale
di Alessandro Bonfante
Durante la campagna elettorale che si è appena conclusa sono arrivate, da tutte le parti, le promesse più disparate. Alcune utopiche, altre addirittura demagogiche. L’unica certezza è che un nuovo parlamento prenderà le decisioni per il futuro dell’Italia. Un nuovo governo, presto o tardi, prenderà le redini del Paese. Una nuova minoranza sarà chiamata a offrire un punto di vista critico. Mi rivolgo idealmente a tutti loro.
Che siate europeisti o nazionalisti. Che in economia siate interventisti o liberisti convinti. Che siate per l’accoglienza indiscriminata dei migranti o per il controllo delle frontiere. Che vi piacciano le unioni civili o meno. Che siate ecologisti o amici di petrolieri. Che vi piaccia di più Trump o Obama.
Tutti voi, lasciate da parte la campagna elettorale e mettete al centro l’istruzione.
Che vi piaccia il latino nei licei o meno. Che vediate le scuole paritarie come una minaccia o una risorsa. Che vogliate abolire il numero chiuso all’università oppure no. Non importa.
L’importante è che mettiate al centro del dibattito politico l’istruzione.
Che sia un’istruzione inclusiva. Che permetta di fare strada a chi ha voglia e capacità. Che dia gli strumenti per una buona formazione umana e professionale anche a chi non prosegue ai gradi più alti.
Perché la sanità, l’economia, il welfare e la direzione del paese in futuro potranno funzionare bene solo se ci saranno uomini e donne formati, maturi e pronti ad affrontare le sfide che oggi ancora non conosciamo. Dall’istruzione, o meglio dalla formazione dei cittadini discende il benessere dello Stato, in tutti i suoi aspetti.
Quindi, finita la campagna elettorale, finiti i giochi delle poltrone, per piacere: mettete al centro l’istruzione.