Donne di Univr: Francesca Cecconi, la custode dei burattini

Francesca Cecconi - Donne dell'Univr
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La prima intervista della serie “Donne di Univr” è a Francesca Cecconi, dottoranda all’Università di Verona e “custode” dei burattini di Nino Pozzo.

“Donne di Univr” è una nuova rubrica, che nasce per dare voce a tutte le donne che studiano e lavorano all’Università degli studi di Verona. Noi raccontiamo le loro storie.

Francesca Cecconi nasce nel 1987 a Pietrasanta, in provincia di Lucca. Si laurea in Storia delle arti visive e dello spettacolo. Dopo la laurea, lavora come giornalista, scrivendo recensioni di spettacoli teatrali. Poi, il dottorato in Filologia, Letteratura e Scienze dello Spettacolo all’Università di Verona con una ricerca sul teatro di figura di Nino Pozzo, burattinaio veronese del Novecento.

Francesca studia il percorso artistico del burattinaio e il teatro di figura, molto presente in Italia, ma purtroppo poco studiato. Francesca sottolinea: «Il teatro di figura non è per bambini. Gli spettacoli si svolgevano nelle piazze, per le strade proprio per essere più accessibili ad un pubblico adulto, per coloro che, al tempo, non potevano permettersi di vedere uno spettacolo a teatro».

I burattinai, proprio come tutti gli artisti di strada, si spostavano continuamente e dovevano conseguentemente avere un bagaglio leggero: Nino Pozzo, fortunatamente riuscì a conservare tutti i suoi materiali, i canovacci, più di 200 burattini, numerosi scenari e fondali.

«La mia fortuna», continua Francesca, «è studiare questo bellissimo materiale. Molti sono facili da decifrare, perché sono narrati nei suoi diari, ma altri rimangono in incognito ed è mio compito comprenderli. Generalmente gestisco il Fondo Pozzo, all’interno della Biblioteca Civica di Verona, dal lunedì al venerdì, ma spesso vado anche al sabato o domenica per finire di sistemare i materiali e far prendere aria ai burattini», aggiunge Francesca.

Inoltre, entra nel Consiglio direttivo della sezione italiana di Unima, Union Internationale de la Marionette, l’Associazione internazionale del teatro di figura, e cultrice di Storia del Teatro all’Università di Verona: «una carriera molto complessa, ma è molto soddisfacente essere riconosciuta come studiosa e dottoranda», afferma. Poi aggiunge: «Per me il dottorato è stato una svolta, un privilegio, una possibilità che non viene data a tutti. Ho il tempo di dedicarmi a ciò che amo, allo studio, alla ricerca, ad approfondire argomenti che mi sono sempre piaciuti. Però bisogna essere molto motivati. Grazie al dottorato, ho raggiunto molti altri obiettivi, come la cattedra di insegnamento all’Accademia».

Dal 2019, infatti, è docente di Teatro di Figura all’Accademia di Belle Arti di Verona. «La parte più soddisfacente del mio lavoro come docente è certamente il coinvolgimento degli studenti, specialmente quando mi chiedono approfondimenti. Voglio avvicinare i ragazzi al teatro di figura, creare dei ponti tra la parte teorica e pratica, come costruire i Puppet insieme a loro».

Francesca afferma inoltre che oggi bisogna sempre cercare argomenti contemporanei da legare con l’antichità: «Quando parlo del giullare, faccio sempre un collegamento con Joker: è un collegamento richiesto, per dare contemporaneità e far capire che ciò che vediamo oggi è collegato alla vita del teatro».

Per il futuro, Francesca ha già dei piani: «Vorrei continuare sicuramente l’insegnamento all’accademia. Vorrei continuare la carriera accademica, per continuare a studiare e ricercare. Nonostante ora il periodo sia complesso per l’ambito teatrale, vorrei rimanere nel settore».

«Se devo sognare in grande, sogno un museo di Nino Pozzo – in cui io sono la direttrice – che abbia una parte di laboratorio per creazioni e spettacoli, per accogliere più veronesi possibili, ma anche per far conoscere Nino Pozzo e il teatro di figura a livello nazionale e internazionale. Capire la tradizione è fondamentale per capire meglio il domani. Abbiamo un intero patrimonio di cui nemmeno ci rendiamo conto».

Consigliaci nuovi nomi

La storia di Francesca Cecconi ti è piaciuta? Vorresti conoscere altre “Donne di Univr” o ci vuoi consigliare qualche intervista? Scrivici a passunivr@gmail.com.

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