Donne di Univr: Deborah Fruner e la politica nel cuore

Deborah Fruner
Deborah Fruner
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La quarta intervista della serie “Donne di Univr” è a Deborah Fruner, studentessa dell’Università di Verona candidata al Senato accademico magistrale e al Collegio didattico di Scienze pedagogiche.

Donne di Univr” è una nuova rubrica, che nasce per dare voce a tutte le donne che studiano e lavorano all’Università degli studi di Verona. Noi raccontiamo le loro storie.

Deborah Fruner nasce nel 1995 a Riva del Garda. Svolge la triennale a Verona, dove studia Scienze dell’Educazione, per poi iscriversi a Scienze pedagogiche, sempre nell’ateneo veronese. Fa parte di Udu – Unione degli Universitari, la confederazione di associazioni presenti nelle più importanti università italiane. «Quando ho iniziato a far parte di Udu» spiega Deborah, «cercavo una realtà che potesse esprimere il mio pensiero che, politicamente, si colloca a sinistra», aggiunge.

«La nostra associazione non è partitica, non serve avere la tessera di nessun partito per unirsi, ma sicuramente è una lista politica: la politica fa parte di ogni aspetto della nostra vita, ogni giorno prendiamo una posizione su tutti i fronti».

Deborah si candida al Senato accademico magistrale e al Collegio didattico di Scienze pedagogiche. Le elezioni si svolgeranno dalle 9 di lunedì 16 novembre alle 14 di mercoledì 18 novembre 2020. L’accesso per votare, a partire da quest’anno, avverrà in modalità informatica, accedendo alla pagina di voto tramite le credenziali uniche di ateneo.

«Udu è molto attiva a livello universitario, infatti portiamo avanti numerosi principi e battaglie come quella riguardante il diritto allo studio, ossia garantire a tutti la possibilità di iscriversi all’università indipendentemente dalla sua condizione economica. Questa è la tematica che, di certo, mi tocca di più», spiega Deborah.

Per quanto riguarda l’organizzazione dell’Università di Verona durante il Covid-19, Deborah afferma: «La pandemia ha colpito tutti, ma ciò che mi ha deluso è la maniera affrettata in cui si è organizzata l’Università di Verona, penso che si potesse fare di più, potevamo seguire altri esempi veneti come l’Università di Padova o l’Università Ca’ Foscari di Venezia», poi aggiunge: «Per questo è fondamentale che gli studenti partecipino attivamente alla vita dell’università: solo così potremo cambiare le cose».

Alla domanda se vede un futuro politico davanti a sé, Deborah risponde: «Per me pedagogia, educazione e politica sono strade che si intersecano, certamente essere un’educatrice significa far parte della politica. Non può esistere l’uno senza l’altro».

Consigliaci nuovi nomi

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