DONNE DA ASCOLTARE
È iniziata la 6° edizione del festival “Storie da ascoltare”, con una prima serata tutta al femminile dedicata al mondo dei motori e non solo, con l’esecuzione di podcast dal vivo ed esperienze sul campo di giovani intraprendenti.
Il 27 marzo, alla Vecomp Academy, è stata presentata la prima di tre nuove produzioni originali di “Storie avvolgibili”, azienda veronese che produce podcast. Al centro della serata la serie podcast “Velocissime. Le donne della velocità”, che racconta le cinque donne sono state protagoniste nel mondo quasi tutto al maschile dei motorsport.
Apre e chiude la serata l’esecuzione dal vivo degli episodi dedicati a Maria Antonietta Avanzo e Lella Lombardi. A interpretarli Diego Alverà, scrittore e storyteller che racconta storie dimenticate o sconosciute. Completano la sua interpretazione le cantanti Montresór e Marta Mason, della casa discografica veronese Maieutica Dischi, accompagnate dalla produttrice e cantautrice Veronica Marchi.
Tra la prima e la seconda narrazione, prendono spazio le storie di donne oggi attive nel mondo dei motori e non solo. Con l’umanista Gaia Passamonti a fare da moderatore, si parte con Rebecca Busi, la più giovane italiana ad aver partecipato alla Dakar, che arriva subito dritta al punto «Diciamo che bisogna fare una distinzione iniziale, ovvero: quando hai una figlia femmina le compri la bambola, quando hai il figlio maschio gli compri le macchinine, e quindi che nasca una passione è più difficile». Un’affermazione che vuole far riflettere su quella che è l’essenza della serata: far capire che le donne possono, ma hanno bisogno che venga data loro l’occasione. Per sua fortuna, Rebecca ha avuto padre e zio appassionati di motori ad aiutarla, opportunità che Emma Segattini, diciassettenne veronese, si è dovuta costruire dopo aver assistito per caso ad una gara di kart. Lei che di motori non ne sapeva nulla, ma che è diventata campionessa italiana femminile e sogna di trasformare la sua passione in lavoro.
A completare il terzetto motori Giulia Toninelli, giovane giornalista bresciana, che nelle sue interviste agli sportivi, si distingue per la sua particolare attenzione all’aspetto umano. Giulia spiega anche che nella Formula Uno, nonostante siano poche, le donne occupano anche posti d’eccellenza, come quello di capo stratega in buona parte dei team della categoria.
Ma non è tutto. Anche Beatrice Verzè, delegata per le pari opportunità del Comune di Verona, e Veronica Marchi, spiegano queste disparità nella politica e nella musica, causate spesso da preconcetti e pregiudizi. «Io non mi sono mai accorta della differenza tra una cosa da donna e una cosa da uomo, non c’è mai stata questa cosa dentro di me» afferma Veronica «me ne sono accorta un po’ di più nel momento in cui sono entrata in studio di registrazione […] spesso mi viene chiesto se sono io che tocco i bottoni».
Ed è proprio questo il problema, il continuo sottovalutare e sminuire, come se le donne non fossero in grado di fare quello che agli uomini è stato concesso fin da sempre. E il podcast “Velocissime”, così come questa serata, ha voluto dimostrare che alle donne basta dare un po’ di fiducia. Le pari opportunità sono come una rivoluzione culturale, e forse quello che serve è lasciare che avvenga, ma non solo a parole.
Articolo a cura di Elisa Barattoni