Dalla cucina al campo da calcio: l’intervista alla Nazionale Italiana Ristoratori
Nelle giornate del 7 e 8 maggio si è disputato a Verona il Campionato Europeo Nazionali Ristoratori, che ha visto l’Italia arrivare al terzo posto. In occasione della conferenza stampa svoltasi a Verona il 4 maggio, gli chef della Nazionale Italiana Ristoratori Massimiliano Mascia del ristorante San Domenico di Imola (presidente della nazionale), Mauro Elli de Il Cantuccio di Como (vicepresidente) e Giancarlo Perbellini di Casa Perbellini di Verona raccontano la storia della squadra, gli obbiettivi raggiunti e i propositi per il futuro.
Cosa vi ha portato a costituire la Nazionale Italiana Ristoratori?
Massimiliano Mascia: la Nazionale Italiana Ristoratori nasce nel 1995, in un periodo in cui associazioni come la Nazionale Cantanti stavano avendo il periodo di maggior successo. Prendendo spunto dalle altre squadre nazionali, ci si è voluti mettere in gioco per organizzare eventi soprattutto a scopo benefico. Così è nata questa associazione di ristoratori, che con il tempo si è ingrandita fino ad arrivare a quasi 50 soci sparsi soprattutto nel Centro Nord. La Nazionale Italiana Ristoratori si ritrova ogni anno con l’appuntamento fisso dei Campionati Europei, che vengono disputati contro altre tre nazioni: Austria, Germania e Svizzera. Durante l’anno gli atleti ristoratori sono comunque impegnati in altri eventi a scopo benefico. Inoltre, tengono lezioni di cucina nelle scuole, a seguito delle quali non può mai mancare una partita a calcio. Questo può essere considerato un momento formativo, perché si trasmettono agli studenti le conoscenze maturate nell’esperienza della ristorazione, ma allo stesso tempo benefico, perché viene tutto svolto volontariamente dagli chef, senza chiedere nulla alle scuole.
La ristorazione è un mondo impegnativo, che richiede tempo e sacrifici. Come riuscite a organizzare il tempo in cucina e sul campo da gioco?
Giancarlo Perbellini: i membri della squadra hanno tutti più o meno la stessa età e ciò ha portato coesione nel gruppo. Lo sport è un pretesto che spinge la squadra a tenere a mente l’idea dello stare insieme e di fare qualcosa di significativo per gli altri.
Quali sono le soddisfazioni più grandi?
Mauro Elli: noi non ci identifichiamo come una nazionale composta da sportivi professionisti, però mettiamo molto impegno oltre che nel nostro lavoro, anche nel momento in cui giochiamo. Quando si svolgono queste partite, non importa che si vinca o che si perda. La vittoria viene data dalle somme raccolte per beneficenza: più sono alte, maggiore è la soddisfazione.
Esiste una connessione fra l’ambiente della cucina e il gioco del calcio. Che tipo di competizione si instaura con le altre squadre?
Mauro Elli: più che competizione, si crea entusiasmo nel raggiungere uno scopo finale, che è quello della beneficenza. La soddisfazione più grande sta proprio nel fare qualcosa per gli altri.
Massimiliano Mascia: Ogni anno da ormai dieci anni avvengono gli incontri con le altre nazionali e tramite ciò si ha la possibilità di conoscere persone nuove, con le quali ha luogo una vivace contaminazione di idee e di culture. Infatti, nei convegni del pomeriggio, dopo le partite di campionato, si crea l’occasione per vedersi e discutere di tematiche comuni.
Quali sono i progetti futuri della Nazionale Italiana Ristoratori?
Giancarlo Perbellini: ogni due o tre anni ci si focalizza su un nuovo progetto, avendo sempre un occhio verso il futuro: adesso ci stiamo concentrando sulla parte relativa alle risorse umane, ma nel futuro vorremo concentrarci maggiormente sulle scuole alberghiere.
Mauro Elli: recandoci nelle scuole, possiamo sensibilizzare i ragazzi e dimostrare che la ristorazione è un lavoro in cui conta la passione e dal quale puoi ricevere molta soddisfazione.
Si potrebbe estendere il campionato anche a altre nazioni europee?
Massimiliano Mascia: Negli anni scorsi, prendevano parte al campionato anche nazioni, come ad esempio: la Spagna e la Francia. Il nostro lavoro è tuttavia molto impegnativo e organizzare e sostenere queste nazionali non sempre è semplice. Non siamo un’associazione a scopo di lucro, quindi le trasferte e le organizzazioni degli eventi hanno un costo che è sostenuto per lo più da sponsor, oltre che dalle nostre quote associative. Al momento siamo concentrati nel portare avanti il progetto della Nazionale Italiana Ristoratori, grazie all’aiuto degli sponsor e di tutti coloro che sono interessati non solo alla Nazione Ristoratori, ma anche all’aspetto benefico e culturale del progetto.