Cool Runnings – Quattro sottozero: il sogno Olimpico più improbabile di sempre
Il 4 febbraio sono iniziati i Giochi Olimpici Invernali Beijing 2022 e noi di Pass abbiamo deciso di dedicare la nuova rubrica culturale a questo evento sportivo mondiale. Il film di questo secondo appuntamento racconta l’impresa compiuta da quattro ragazzi giamaicani che, pur di partecipare alle Olimpiadi, si sono improvvisati bobbisti.
A volte capita che la vita ti porti esattamente dove volevi, ma le circostanze sono completamente diverse da quelle che avevi immaginato. Questo è ciò che accade ai quattro protagonisti di Cool Runnings – Quattro sottozero, film Disney del 1993 diretto da Jon Turteltaub eispirato alla storia vera della prima squadra di bob che rappresentò la Giamaica ai giochi Olimpici invernali di Calgary del 1988.
Una squadra di bob a 4 è composta da un pilota, due interni e un frenatore. Il pilota è il leader, colui da cui dipende l’incolumità di tutta la squadra: Derice è una promessa dell’atletica leggera e il suo sogno è quello di vincere una medaglia olimpica come aveva fatto suo padre vent’anni prima, ma un imprevisto durante una gara di qualificazione glielo impedisce. I due interni si occupano di aiutare nella spinta e chi meglio di due velocisti può riuscire nell’impresa di lanciare il primo bob giamaicano? Il primo interno è Junior, sbadato e insicuro rampollo di un facoltoso self-made man che non gradisce l’eccessiva attenzione che il figlio dedica allo sport. Yul, il secondo interno, è un toro tutto muscoli e rabbia che, come Derice, vuole vincere le Olimpiadi a tutti i costi, ma per ragioni diverse. Veniamo quindi al frenatore: Sanka è amico di Derice ed è un campione locale di go-kart a spinta, oltre ad essere il giullare del gruppo. Chi affiderebbe il compito di frenare a un pazzo che si lancia ad alta velocità su dei go-kart rudimentali nelle strade polverose della Giamaica? Irving Blitzer: statunitense, ex campione olimpico di bob e nuovo allenatore della nazionale giamaicana.
In seguito alla sfortunata gara di atletica, Derice scopre che vent’anni prima un campione di bob aveva proposto a suo padre di lasciare l’atletica per dedicarsi a questo sport invernale pressoché sconosciuto in Giamaica e, insieme a Sanka, decide di convincerlo a portarli alle Olimpiadi. Dopo innumerevoli tentativi, uno scettico coach Blitzer accetta a patto che riescano a formare una squadra e superino dei test di velocità su un bizzarro bob a rotelle. Contro ogni aspettativa, entrambe le condizioni vengono rispettate.
Molte sono le difficoltà che incontrano ancora prima di iniziare le qualificazioni: sono costretti ad autofinanziarsi e utilizzare attrezzatura inadeguata, mancano il sostegno del comitato olimpico e il rispetto da parte degli avversari, i tempi necessari per le qualificazioni sono inferiori rispetto alle aspettative e, non meno importante, in Canada fa proprio freddo!
Nonostante le mille difficoltà, il team Cool Runnings – così decidono di chiamarsi – riesce a qualificarsi e inizia a vivere il proprio sogno Olimpico. Poche ore prima della terza giornata di gara, Derice chiede a coach Blitzer cosa lo avesse spinto a imbrogliare nella sua ultima gara, nonostante avesse già due medaglie che in seguito gli furono ritirate. L’allenatore risponde che «Una medaglia è una cosa stupenda, ma se non vali qualcosa senza, non ti basta vincere una medaglia», a cui Derice replica chiedendo come si fa a sapere se si vale qualcosa: «Quando taglierai il traguardo, lo saprai» lo motiva coach Blitzer.
La terza gara è l’ultima per il quartetto giamaicano, il cui bob si ferma a pochi metri dal traguardo a causa di un guasto. I quattro atleti riescono tuttavia ad alzarsi e trasportare il bob fino al traguardo, dimostrando a se stessi, i presenti e i numerosi simpatizzanti di tutto il mondo quanto valessero veramente anche nella sconfitta e che la chiave per raggiungere i propri obiettivi non è tanto nel paragonarsi agli altri, ma nel saper guardare dentro di sé e non temere il giudizio altrui.
La scelta dello stile comico si rivela in questo caso vincente, in quanto non solo permette agli autori di allontanarsi dal puro racconto di fatti avvenuti e creare dei personaggi che sembrano delle maschere, cinque tipologie di sportivi che potremmo trovare in qualunque squadra di ogni sport, ma toglie anche quella sacralità del talento puro destinato alla vittoria per volontà divina che spesso rende i film a tema sportivo un po’ ripetitivi e banali. Uno degli ingredienti principali della narrazione resta comunque l’invito a non mollare mai nel perseguire i propri obiettivi, ma ciò che discosta Cool Runnings da altri film dello stesso genere è l’obiettivo che il film invita a prefiggersi: non tanto primeggiare, quanto raggiungere con dignità i propri obiettivi (che non coincidono necessariamente con la vittoria).
Come per molti altri film che cominciano ad avere una certa età (Cool Runnings compirà 30 anni il prossimo anno), in tempi recenti non sono mancate le critiche riguardo la rappresentazione di stereotipi legati alla nazionalità dei protagonisti. Il tema del razzismo non è assente dalla trama e viene sottilmente proposto in un paio di occasioni. Per quanto sia difficile non domandarsi quanto gli accenti dei personaggi giamaicani siano verosimili nella versione originale del film, gli stereotipi sulla Giamaica sono per lo più concentrati nel personaggio di Sanka, quello più comico del gruppo: l’operazione di legare a lui queste caratteristiche risulta comoda per far sorridere gli spettatori di altri paesi, ma si tratta di un’operazione estremamente delicata che rischia di suscitare malumori se mal gestita. Legare tutti gli stereotipi al personaggio comico ha però come effetto quello di portare a pensare che gli stereotipi non sono altro che una caricatura che creiamo estendendo le caratteristiche di una persona a tutta la sua nazione e che spesso vengono disattesi espandendo un po’ le nostre conoscenze. Il film mostra infatti realtà diverse dell’isola caraibica: la famiglia di Sanka gestisce un bar, Junior è figlio di un imprenditore e Derice è un insegnante. Tutto sommato, Cool Runnings non sembra ridere della cultura giamaicana e anzi rende onore alla tenacia dei quattro atleti e al coraggio con cui hanno affrontato i pregiudizi degli avversari.