Come una famiglia: l’intervista alla società sportiva ASD Verona Swimming Team

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In occasione della competizione Citi Para Swimming World Series 2023, svoltasi a Lignano Sabbiadoro, gli atleti Leonardo GeccheleGiorgia Marchi e Matteo Pieropan, assieme al loro allenatore Osvaldo Breccia, raccontano a Pass la storia della società, la nascita della passione per il nuoto e rivolgono un invito a chi vorrebbe avvicinarsi a questa disciplina. 

Il team ASD Verona Swimming Team

Come e quando si è formato il gruppo ASD Verona Swimming Team?

OsvaldoASD Verona Swimming Team nasce nel 2018, grazie alla passione per il nuoto dell’allenatore Marcello Rigamonti, adesso vicepresidente della società. Oltre alla sede di Verona, la società si è espansa anche a Creazzo (Vicenza), dove si allenano diversi atleti. Questi ultimi sono stati tesserati, grazie a una convenzione, nel febbraio 2023 dalla Leonsport, la società che amministra le piscine di Creazzo, per poter partecipare a delle gare organizzate dalla FIN (Federazione Italiana Nuoto) con ragazzi “normodotati”. Viene usato questo termine per differenziali rispetto agli atleti paralimpici, ma il confine fra le due categorie a livello di prestazioni sportive risulta in realtà molto sottile.

Leonardo: io considero Xenia Palazzo e suo fratello Misha, entrambi atleti pluripremiati, come le fondamenta dell’ASD Verona Swimming Team, assieme a Marcello. Per quanto riguarda me, abitando a Vicenza, ho iniziato ad allenarmi a Creazzo per la prima volta, seguito da Osvaldo. Ho poi convinto altri atleti ad entrare nel gruppo.

Perché avete scelto proprio il nuoto come sport da praticare a livello agonistico?

Leonardo: io ho iniziato a nuotare, non livello agonistico, perché avevo problemi alla schiena e per ritrovare benessere. Una volta conosciuto Osvaldo ho iniziato a gareggiare e ho visto arrivare i primi risultati, fra i quali due record italiani. Andando avanti, mi sono impegnato sempre di più e ho capito che tutti i miei risultati non erano casuali, ma li avevo ottenuti perché pratico bene lo sport che ho scelto. 

Matteo: due anni e mezzo fa ho avuto un incidente, che mi ha portato in carrozzina. Mi sono tuffato in una piscina e battendo la testa sul fondo mi sono rotto una vertebra cervicale. Dopo circa un annetto di ospedale, a partire da marzo 2021 ho iniziato a provare diversi sport. Ero abituato prima del mio incidente a praticare attività sportiva e il nuoto si è presentato come la sfida più grande ma anche quella più avvincente, sia a livello fisico, sia a livello mentale. Sentivo che questa sarebbe stata l’occasione giusta per riscattarmi

Giorgia: a causa di problematiche personali, ho scelto 5 anni fa di iniziare a nuotare e mi sono unita alla squadra del Verona. Grazie a loro sono riuscita a migliorare moltissimo le mie prestazioni e i miei tempi. Io non mi alleno a Verona poiché vivo a Trieste, ma sono molto legata a Marcello, che è un grandissimo allenatore. Sono grata a lui e alla società, perché hanno fatto venire fuori la mia grinta e la mia determinazione, le stesse qualità che mi hanno portato alle Olimpiadi di Tokyo e che adesso mi proiettano verso l’appuntamento nel 2024, con le Paralimpiadi di Parigi.

Siete delle persone alle quali la società in cui viviamo spesso dice “tu non puoi”, ma i vostri successi testimoniano tutt’altro. Cosa vi spinge ogni giorno a superare i pregiudizi della società, a dire “e invece posso”?

Matteo: penso di parlare a nome mio e di Leonardo quando dico che è questione di carattere. Bisogna avere la grinta necessaria per guadagnare i propri meriti, anche lottando. È anche importante avere le persone giuste vicino, delle persone che ti possano spronare per raggiungere i tuoi obbiettivi.

Osvaldo: quello che spinge questi ragazzi ad andare oltre, che è stato anche il motivo per cui sono stati tesserati per gareggiare con atleti FIN, è la loro determinazione. Sono un esempio di forza talmente incredibile, che anche quando gareggiano con atleti “normodotati”, questi ultimi si chiedono come riescano ad allenarsi, dove trovino la grinta che li porta anche a batterli.

Rivolgo una domanda anche all’allenatore: che rapporto si instaura fra l’allenatore e l’atleta paralimpico?

Osvaldo: si crea un rapporto che io definisco speciale. Si cerca di andare oltre il classico rapporto allenatore-atleta, diventando veri e propri amici. L’allenatore si impegna ad accompagnare i ragazzi che hanno bisogno di un esempio. Si diventa una figura di riferimento, un esempio da seguire, in modo da indirizzare i ragazzi e responsabilizzarli.

Che consiglio dareste ai ragazzi che si vogliono avvicinare al mondo dello sport agonistico, ma non hanno il coraggio di farlo?

Leonardo: io penso che se si riesce bene in uno sport, anche se non si è convinti, bisogna tirare fuori la grinta per andare sempre più avanti. Lo sport serve a non farci vivere una vita noiosa e sedentaria. Oltre a mantenere in forma il fisico, lo sport ti aiuta soprattutto a tenere in forma il cervello, che è da dove parte tutto.

Giorgia: bisogna per forza avere determinazione e passione, poi arriva tutto il resto. Rivolgo l’invito a tutti: se si vuole nuotare, conviene contattare una società, in modo da poter fare una prova in acqua, far sì che le proprie abilità vengano valutate e in caso si verrà ammessi in squadra. A mio parere, la società ASD Verona Swimming Team avrebbe bisogno di nuovi atleti, in modo da ampliare il team.

Matteo: io dico che anche se si è in dubbio su quello che bisogna fare, ci si deve buttare. Ho provato a fare di tutto e alla fine sono riuscito a trovare quello che fa per me. Bisogna provarci, altrimenti in futuro si avranno sicuramente dei rimpianti, per non averci creduto e non aver spinto abbastanza.

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