Come ti ammazzo la famiglia

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“Suburbicon”, uno dei film più acclamati al settantaquattresimo Festival del Cinema di Venezia

Articolo comparso nella sezione “Cultura” del nº 46 di Pass Magazine

 di Beatrice Castioni

Quando torniamo a casa e diamo due giri di chiave, ci piace credere di aver lasciato fuori i mali del mondo, ma non è così: in realtà ci siamo barricati dentro con loro.

Anni ’50, cittadina di Suburbicon. Gli abitanti vivono tranquilli e in armonia in quello che sembra il paese perfetto: non c’è traccia di criminalità, sporcizia per le strade o dissidi tra vicini di casa; compostezza ed educazione regnano sovrane. Fin quando non si trasferisce una nuova famiglia, mamma, papà e ragazzino di colore. I cittadini di Suburbicon non si sono mai dichiarati razzisti, tuttavia non vedono di buon occhio questo arrivo inaspettato, temendo l’inizio di problemi di convivenza e non sentendosi più liberi di lasciare i bambini in giardino a giocare senza custodia. In effetti poco tempo dopo accade un misterioso delitto, che romperà i superficiali e fragili equilibri del luogo. Chi sarà stato? E se il nemico fosse sempre stato sotto il proprio naso?

Questo e altri interrogativi ci vengono posti dal regista, per tutta la durata del film: chi ci ama davvero? Ci chiede chi sarebbe disposto a sacrificare la vita per noi e a proteggerci fino all’ultimo respiro. La famiglia, sangue del nostro sangue? La risposta non è così ovvia come sembra, il che spaventa, spaventa eccome. Ogni spettatore diventa il bambino protagonista, Nicky Lodge, e viaggia con lui verso un climax di tragedie e traumi che lo cambieranno per sempre. Si troverà di fronte all’amabile e saggio padre che lotta per sopprimere il suo lato oscuro, Gardner, alla madre fragile ed ingenua e alla sua gemella premurosa ma piuttosto psicopatica Margaret, che prenderà ben presto a cuore le sorti del nipote. Vengono messi in discussione l’amore di un genitore per un figlio, di un marito per una moglie, di un uomo per la giustizia. Tanti i tipi di sentimento qui espressi, tutti collegati da un fil rouge, quello dell’amore che diventa atipico.

Il ritmo che contraddistingue tutto il film è serrato, frenetico e sempre più incalzante, man mano che si arriva al clou finale. Una serie di colpi di scena surreali, folli e spaventosi si snoda sotto gli occhi dello spettatore e non gli permette di distogliere lo sguardo. Un super cast che vede tra gli altri i talentuosi Matt Damon, Julianne Moore e Oscar Isaac. Molti i temi toccati, tra i quali quello del razzismo, affrontato in modo serio e sfaccettato, poiché la famiglia che si trasferisce a Suburbicon subirà violenze e insulti e si assumerà tutta la colpa delle disgrazie accadute nella cittadina. Vi farà riflettere su quali siano realmente le ‘vere bestie’ senza cuore della situazione. Un George Clooney alla regia sconsiderato e divertente, che riesce a creare un comedy drama coi fiocchi, nelle sale a dicembre.

 

 

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