Frequentare un master di giornalismo è utile? Intervista a Carolina Zanoni
Proseguono le interviste di Pass agli ex-studenti. Oggi parliamo di giornalismo con Carolina Zanoni, ex-studentessa di Lettere, classe 2018.
Carolina Zanoni attualmente sta per conseguire il Master di Giornalismo alla Iulm di Milano e lavora come giornalista praticante. Molti aspiranti giornalisti si chiedono quale strada intraprendere per fare questo mestiere in Italia: attraverso un master o diventando prima pubblicista?
Abbiamo chiesto a Carolina cosa l’ha spinta a scegliere un master e quali sono i suoi consigli per chi vuole intraprendere questa strada.
Cosa ti ha spinto a scegliere Verona come luogo per i tuoi studi? E come ha influito il tuo percorso universitario sui tuoi progetti verso il futuro?
Ho scelto di studiare a Verona principalmente per una scelta logistica, in quanto mia città natale, ma anche per la buona reputazione dell’ateneo.
Mi ha permesso di svolgere una delle esperienze più formative mai svolte, che spesso definisco “rivelatrice”. Uno stage, attraverso il programma Erasmus+, al fianco di un giornalista all’interno delle istituzioni europee a Bruxelles e a Strasburgo.
Questa esperienza mi ha permesso di mettermi alla prova e capire come lavora un giornalista, scoprendone pro e contro. Attraverso lo stage ho potuto osservare il lavoro dei professionisti delle principali testate italiane e internazionali. È stata grande palestra. Mi sento fortunata, perché spesso gli studenti al giorno d’oggi arrivano all’università senza aver svolto uno stage così pratico, a stretto contatto con gli attori principali della politica nazionale ed europea.
Perché hai scelto di proseguire i tuoi studi attraverso un master? Come funziona? Quali porte ti ha aperto?
Il mio obiettivo era, ed è, diventare giornalista professionista. In Italia, per esserlo, occorre svolgere un praticantato, un master di giornalismo, della durata di due anni da svolgere in una delle varie scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine dei giornalisti.
Si accede al master attraverso una selezione e, una volta superata, si accede a un programma formativo intenso che consiste in vari corsi, dai più teorici ai più pratici. Nel corso dei due anni si svolgono due stage all’interno delle principali redazioni italiane, a seconda del media scelto (radio, tv, giornale, web). Terminato il praticantato si affronta l’esame di Stato per accedere alla professione.
Quali sono i pro e i contro di conseguire un master in giornalismo oggi?
Il pro è sicuramente la possibilità di ottenere il tesserino. Inoltre l’aspetto formativo è fondamentale. I corsi sono specifici, coprono più ambiti del giornalismo, da quello economico a quello culturale, dalla cronaca alla politica fino allo sport e alla scienza. Si impara a scrivere, a usare la telecamera, a fare radio e a montare video. Si lavora come in una vera redazione.
I contro sono più che altro collegati con il mondo del lavoro nel 2021: chi vuol diventare giornalista non deve aver paura della gavetta né, purtroppo, della precarietà. Ma, francamente, ad oggi quanti lavori garantiscono il posto fisso in Italia?
Ciò che frena maggiormente gli aspiranti giornalisti di oggi nel frequentare un master è sicuramente l’aspetto economico. Pensi che ne valga la pena?
Si parla di una spesa non indifferente. Costa molto di più di un anno di università quindi, in termini economici è sicuramente un sacrificio, ma vi è la possibilità di accedere a delle borse di studio, sia di merito, come nel mio caso, o in base al reddito, come succede nelle università.
Ne vale la pena? Beh, dipende. Se una persona vuole diventare giornalista professionista, penso che questa sia la strada più breve per diventarlo, in quanto questi due anni ti preparano ad affrontare l’esame di Stato, al quale accedi alla conclusione del percorso.
Poi, si può fare il giornalista pubblicista, ma è un altro percorso, si accede in modo diverso. Se invece una persona vuole lavorare all’estero, dove la divisione degli ordini non c’è, non penso che sia così rilevante fare il master se non per una questione puramente formativa.
Non c’è una strada giusta o sbagliata perché ognuno ha delle caratteristiche proprie e delle potenzialità che sono solamente sue. Ogni percorso va cucito su di sé.
Quale consiglio vuoi dare agli studenti di giornalismo?
Specializzarsi, verticalizzarsi su un argomento che ci incuriosisce, partire dalle proprie passioni. Leggere molto e sfruttare la tecnologia, senza mai perdere l’importanza del rigore e della precisione. Un lavoro curato richiede il doppio del tempo di elaborazione, ma la qualità ripaga.
E infine consiglio di ascoltare tutti, soprattutto i consigli di chi fa questo mestiere da molto tempo, ma di non lasciarsi condizionare dal disfattismo e cinismo dilaganti.
Ci dicono e diranno che sarà un’infinita corsa ad ostacoli, che non ce la faremo, ma prima di mollare consiglio di provarci. Non è retorica, è semplicemente la realtà.
di Martina Passanante