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Avete mai sperimentato la sensazione di trovarvi al posto giusto, nel momento giusto? Mentre attendo in corridoio la Dott.ssa Renata Castellani (referente del Centro Servizi per Studenti Disabili), si avvicina e bussa alla sua porta un distinto signore, dall’aspetto eccentrico, ma rispettabile: vestito bianco, bastone, cappello a tesa larga, barba e capelli lunghi e canuti. La Dott.ssa Castellani apre, lo saluta con un misto di stupore ed entusiasmo, quindi lo accoglie nella stanza.
Capisco solo più tardi la caratura della figura che aveva destato il mio interesse: Franco Larocca, professore emerito di Pedagogia Speciale all’Università di Verona, ovvero l’ex-Delegato del Rettore per i problemi della disabilità, anima e fondatore proprio del “Centro Servizi per gli studenti disabili”, il motivo del mio incontro con la Dott.ssa Castellani. Lei non si aspettava la visita del Professore, ma per la nostra chiacchierata il tempismo non poteva essere migliore.
Quali sono i compiti del Centro ed a quali esigenze vuole rispondere?
Il Centro nasce nell’Aprile del 2000, per volontà del Prof. Franco Larocca, che mette a servizio dell’Ateneo la propria formazione, ma – soprattutto – la propria sensibilità. L’obiettivo era di fornire agli studenti disabili, un punto di riferimento ed uno spazio fisico, concretizzatosi poi nell’ufficio/segreteria del Centro e nell’aula studio [che si trovano al piano terra della ex-Facoltà di Lettere, a fianco della portineria, ndr]. L’ambiente dell’aula studio, tengo a precisare, oltre che fornire le postazioni adeguate alle esigenze di ogni studente, funge anche da punto di ritrovo dove poter scambiare una parola e stringere relazioni. Il “supporto allo studio” è la nostra attività principale, ma non intendiamo solamente “erogare un servizio”: il nostro progetto comprende un accompagnamento dello studente lungo tutto il percorso di studio e umano.
Chi sono gli accompagnatori degli studenti disabili che vediamo nei corridoi dell’università?
La maggior parte sono studenti che prestano servizio al Centro come “Collaborazione 150 ore”, inoltre abbiamo 3 volontari del Servizio Civile Nazionale. Molti di loro sono già laureati e stanno frequentando un corso magistrale: mi piace molto l’idea che degli studenti più avanti nel percorso personale e di studi diano una mano ai loro colleghi più giovani. Sono veramente persone speciali: devo sottolineare che per lavorare da noi è necessario avere una sensibilità particolare. Ogni giorno si sperimentano nuove difficoltà, bisogna sempre essere disponibili e puntare al “bene” di chi abbiamo vicino. Io li chiamo “i miei ragazzi” per il legame affettivo e umano che alimentiamo ogni giorno. Oltre agli ostacoli fisici, il compito principale sta nel superare gli ostacoli relazionali, questa è la vera prova! L’impostazione che abbiamo dato al nostro Centro è chiara: vogliamo costruire relazioni positive; in questo modo abbiamo creato un bellissimo gruppo.
Quali sono le attività quotidiane degli accompagnatori?
Aiutano gli studenti disabili negli spostamenti verso le aule, in mensa o all’appuntamento con i volontari di FEVOSS (associazione che si occupa del trasporto). Durante le lezioni prendono appunti per chi non può o riuscirebbe solo con fatica. I compiti pratici naturalmente variano in base al genere di disabilità, la casistica è molto ampia: difficoltà motorie, cecità, sordità o disturbi di altra natura. Ad esempio diamo supporto anche ai ragazzi con dislessia, disgrafia e discalculia.
Come funzionano gli esami? I professori comprendono le esigenze degli studenti?
Esistono alcune agevolazioni per gli studenti disabili, tutte regolamentate da leggi e linee guida del MIUR. Ad esempio viene concesso tempo supplementare per completare le prove, oppure la possibilità di sostenere oralmente gli esami scritti. Nel mio compito di mediatore con i professori non ho mai avuto problemi, appunto perché mi baso su certificazioni chiare, che sono una sicurezza anche per i docenti. Vorrei sottolineare un aspetto, una caratteristica comune a tutti i nostri ragazzi: il “voler arrivare”. Rispetto agli studenti che non hanno disabilità, ho riscontrato questo tratto in maniera veramente forte. Per loro affrontare l’università è un “devo arrivare”. Cerco di far percepire questa forza di volontà ai professori, ma non per “chiedere pietà” perché sono in carrozzina o per la mia cecità, sia chiaro: sempre con onestà. Cerco di individuare insieme ai professori strade diverse che permettano ad ognuno, con la propria specificità, di arrivare all’obiettivo fissato. Si tratta di una questione di pedagogia ed educazione a me molto cara: la meta è una, ma la strada per raggiungerla può essere una e unica? Oppure ognuno deve avere la possibilità di percorrere la propria? L’opportunità che vogliamo offrire agli studenti disabili – essere colti nella propria specificità – dovrebbe essere la norma per ogni studente.
Le risorse ed il supporto dell’Università verso il Centro sono sufficienti?
Il personale impiegato, oltre a me, è costituito da una collega mi aiuta un giorno alla settimana per le procedure burocratiche e amministrative, dagli studenti delle 150 ore e dai volontari del S.C.N.: il lavoro è molto, in particolare in questo periodo (a causa delle nuove immatricolazioni), ma riusciamo egregiamente a rispondere alle esigenze. Inoltre tutte le persone e le strutture dell’Università con cui siamo in contatto mostrano grande attenzione per gli studenti con disabilità: il Delegato del Rettore, il Prof. Gosetti, il Direttore del personale, il Direttore Generale ed il Rettore stesso. Tutti si occupano del Centro con serietà, rispetto ed impegno. A loro è doveroso un “grazie”.
La passione per il proprio lavoro traspare dalle parole della Dott.ssa Castellani. Il desiderio ardente di far conoscere le attività del Centro testimonia che il calore umano si può sentire anche all’interno di un’istituzione come l’Università: un grazie sincero a lei per la disponibilità. È doveroso ringraziare anche Eleonora e Giulia (che lavorano al Centro rispettivamente come “150 ore” e “Servizio Civile”) per il preziosissimo aiuto nella redazione di questo articolo.
di Alessandro Bonfante